by zombie

"Camminare per me significa entrare nella natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura per me non è un campo da ginnastica. Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori. Le montagne sono per me un sentimento."
(Reinhold Messner)

giovedì 4 maggio 2017

Da Idro ai Monti Carzen e Manos

Lungo itinerario tra il Lago Eridio, la Valvestino e la Val Degagna


LUOGO DI PARTENZA E ARRIVO: Vantone, fraz. di Idro (km 62 da Brescia)
STAGIONE CONSIGLIATA: primavera, estate, inizio autunno
DISLIVELLO COMPLESSIVO IN SALITA: 1675 m
ACQUA SUL PERCORSO: si, fino a Bollone
ESCURSIONE EFFETTUATA IL: 3 aprile 2017
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 N.B.: LA SEGNALETICA DEI SENTIERI 470, 473, 462 E' SPORADICA E CARENTE. NON E' STATA RILEVATA ALCUNA INDICAZIONE SEGNALETICA DEI SENTIERI  470 var, 471, 471 var, 475, 476, 480 INTERSECANTI  L'ITINERARIO
NOTE
Lungo percorso per escursionisti allenati con una buona capacità di orientamento.
Per le quote relativamente basse e per alcuni  tratti esposti al sole, si sconsiglia la percorrenza nelle giornate più calde dei mesi estivi.
Poco prima dell'ingresso del piccolo abitato di Vantone m 380, lungo la strada litoranea Idro - Vesta, si incontra il ponte che attraversa il Rio Vantone. Prima del ponte, sulla dx, c'è uno slargo dove parcheggiare l'automezzo. Appena dopo il ponte, a dx, inizia il sentiero CAI 469, un'ardita mulattiera militare risalente alla Grande Guerra ripristinata in anni recenti.
 
Segnavia ad inizio sentiero. L'incredibile capacità rigenerativa della natura
  Il tracciato si inerpica con pendenza continua ma regolare (circa 70 tornanti) risalendo le ripide pendici meridionali del Monte Camisino, offrendo interessanti visioni del Lago d'Idro e del sottostante abitato di Vantone.

La vetta del Monte Camisino (m 922)
 Oltrepassate le pendici del Monte Camisino la mulattiera diviene quasi pianeggiante. Si raggiunge quindi la località Mandoal m 975 (ore 1.45), caratterizzata da una attrezzata area picnic e punto di convergenza di diversi sentieri CAI. Dalla zona picnic, risalendo per qualche decina di metri la stradina sterrata che diparte a sx, si arriva ad un balcone panoramico sulla parte centrale del Lago d'Idro.

 Particolare della Rocca d'Anfo sulla sponda opposta del lago
Dalla località Mandoal si prosegue in direzione E seguendo l'ampia strada sterrata (successivamente asfaltata) che con qualche lieve saliscendi conduce verso Capovalle. Questo tratto di percorso coincide con l'itinerario dell' "Alta Via dei Forti" (paline segnaletiche e segnavia blu - nero - blu).
 Dirigendosi verso Capovalle
 Dirigendosi verso Capovalle. Centrale solare

  Si entra a Capovalle m 937 (ore 0.30 - 2.15) nella frazione di Zumiè lungo Via Roma. Nel centro dell'abitato si tiene la dx lungo Via Diaz. Poco dopo troviamo sulla dx un vasto prato in mezzo al quale troneggia la Chiesa di San Giovanni Battista con adiacente municipio e Museo della Grande Guerra.
 La strada asfaltata prosegue diritto in leggera discesa attraverso un prato dirigendosi verso la sottostante frazione di Vico. Giunti all'incrocio con Via XXIV Maggio (strada provinciale n. 113 Capovalle - Moerna), la si attraversa immettendosi in un vicolo pedonale in discesa che ci conduce nella parte centrale del piccolo abitato.
 Vico di Capovalle. Scorcio caratteristico
 Si esce dal paese lungo Via Maggiore (o in alternativa attraverso altri vicoli, in discesa, direzione S) fino ad incrociare la strada provinciale n. 58 Idro - Capovalle - Valvestino  che rasenta la parte meridionale dell'abitato. La si segue svoltando a sx in direzione Valvestino per circa 150 metri. In corrispondenza del cartello di fine centro abitato si incrocia a dx (svolta a gomito) una stradina sterrata in discesa. Questo è il punto di inizio (privo di segnalazioni) del sentiero 474 che conduce a Bollone.
 Scendendo lungo la stradina in mezzo al bosco si incontra dopo qualche decina di metri il primo segnavia su un albero a sx. Da qui a Bollone la segnaletica è tutto sommato chiara e presente.
 Il percorso perde gradualmente quota raggiungendo il fondovalle della Valle dei Molini. Si giunge quindi al rustico gruppo di casolari sede di un ex mulino m 700 (ore 0.30 - 2.45).
 Pochi minuti dopo si attraversa il Rio Lanech. Il sentiero ora risale a mezza costa il versante destro della montagna con moderata pendenza.
 Dopo aver incrociato due santelle votive, il tracciato, tenendosi alto rispetto al fondovalle, aggira il fianco  settentrionale del Monte Carzen fino a raggiungere il piccolo e ameno abitato di Bollone (frazione di Valvestino, m 822, ore 1.00 - 3.45).
Da Bollone vista verso N: a sx Monte Caplone (m 1976). a dx Cima Camiolo (m 1235)
 Bollone. Sulla sx la fontana presso la quale fare rifornimento idrico (da qui in avanti non vi saranno punti di rifornimento fino al Passo del Cavallino della Fobbia)
 L'unico essere vivente incontrato a Bollone
 Fino al 1918 questo remoto lembo della Provincia di Brescia apparteneva all'Impero Austro Ungarico
 

 Si attraversa l'abitato e si procede in leggera discesa  lungo la strada comunale che conduce al fondovalle. Dopo circa 300 metri si imbocca a dx (palina segnaletica sentiero 474) una ripida carrareccia. La stradina diviene ben presto un sentiero sconnesso e sassoso che mantenendo sempre una forte pendenza, sale attraverso il bosco fino al Passo di Vesta. La salita è impegnativa e va affrontata a passo moderato. Poco prima del passo si incrocia a dx (segnavia, m 1330, ore 1.10 - 4.55)  il sentiero 472 proveniente da Capovalle.
 Giunti alla stretta insellatura del Passo di Vesta m 1359 (ore 0.10 - 5.05), si abbandona il sentiero segnato e si gira a dx per risalire, lungo una ripida ma evidente traccia attraverso i prati, il crinale che porta alla sommità del Monte Carzen m 1505 (ore 0.20 - 5.25).
 La morbida e prativa sommità del Monte Carzen
 Dalla vetta del Monte Carzen: scorcio del Lago di Garda con Punta San Vigilio. Sulla destra il Monte Pizzoccolo (m 1582)
 Dalla vetta del Monte Carzen: Bollone
 Panorama in direzione SE: il Monte Baldo (m 2218) ed il Pizzoccolo (m 1582). Al centro in primo piano il Monte Pallotto (m 1366)
 Panorama in direzione O: Il Monte Manos (m 1517)
  Panorama in direzione NO: lo spartiacque valsabbino - camuno
 Il Dosso dei Galli (m 2196) con gli inconfondibili ex impianti radar
 Dalla sommità del Carzen si scende in direzione O lungo una traccia prativa che cavalca l'ampio e morbido crinale. La mappa indica che dovremmo essere sul sentiero 470 ma non esiste alcuna segnaletica.
 Giunti ai Fienili del Los m 1345 (ore 0.15 - 5.40), si imbocca una stradina sterrata (qualche sporadico segnavia) che mantenendosi sempre vicino al crinale, prosegue quasi pianeggiante in direzione O.
 Nei pressi del Fienili del Veronese m 1350 (ore 0.10 - 5.50) si abbandona la stradina sterrata per imboccare sulla dx un marcato sentiero che seguendo costantemente il crinale, sale fino alla vetta del Monte Manos. Dovrebbe trattarsi del sentiero 473, ma anche in questo caso non ci sono segnalazioni.
 Salendo verso il Monte Manos: panorama in direzione N con Capovalle ed il sovrastante Monte Stino (m 1467)
 Salendo verso il Monte Manos: panorama in direzione SE con la testata della Valle di Vesta. Da sinistra le cime del Pizzoccolo (m 1582), dello Spino ( m1504) e dello Zingla (m 1497)
Tratto finale dell'ascesa al Monte Manos
Croce di vetta del Monte Manos
Scendendo dal Monte Manos.Scorcio del Lago d'Idro 
Raggiunta la vetta m 1517 (ore 0.20 - 6.10), si comincia la discesa lungo le pendici occidentali del monte percorrendo una mulattiera risalente alla Grande Guerra. Qualche sporadico segnavia sbiadito indica che siamo sul sentiero 473. La mulattiera si immette quindi lungo una ampia strada sterrata anch'essa di origine mlitare che percorriamo in discesa fino alla località Cocca Veglie m 1230 (ore 0.35 -6.45), sede di un ex caserma militare trasformata successivamente in colonia per ragazzi attualmente in stato di abbandono. Poco al di sotto della colonia, su un bivio in prossimità di un tornante,  incontriamo la segnaletica blu - nero -blu dell' "Alta Via dei Forti". Il cammino prosegue seguendo in discesa la strada sterrata di origine militare fino a raggiungere il Passo del Cavallino della Fobbia.
Scendendo verso il Passo del Cavallino della Fobbia: vista verso la Val Degagna
Il Passo del Cavallino della Fobbia m 1091 (ore 0.30 - 7.15). Vi convergono quattro strade (da Cocca Veglie, da Capovalle, da Treviso Bresciano, da Vobarno) e numerosi itinerari sentieristici. Dal passo (rifugio con bar ristorante), si imbocca in direzione E la strada asfaltata per il Rifugio Cavacca, seguendo la ben marcata segnaletica (verde - bianco - rosso) del Sentiero della Resistenza n.10 e quella (blu - nero -blu) dell' Alta Via dei Forti (i due tracciati coincidono).
Dopo un centinaio di metri percorsi in leggera salita, si abbandona la strada prendendo a dx (cartelli) un sentiero in discesa nel bosco. Il sentiero diviene poi una debole traccia che attraversa a mezzacosta una radura dalla quale si scorge sulla dx, Malga Fobbia. Quindi ci si immette su una stradina sterrata e seguendo sempre la marcata segnaletica del Sentiero della Resistenza e dell'Alta Via dei Forti, tra vari lievi saliscendi con vista  a dx sulla testata della Val di Loere, si raggiunge il bivio (palina segnaletica) con il sentiero che ci riporterà a Vantone.

Al bivio si svolta a dx lungo una carrareccia (m 1045, ore 0.30 - 7.45, segnavia CAI 451  indicazioni per "Monte Croce di Perlè, Sentiero delle Cascate, Crone di Idro") che termina poco dopo davanti ad un roccolo. Si prosegue a sx (segnavia sbiaditi) lungo un sentiero in discesa che costeggia la recinzione del roccolo.
Attenzione: oltrepassata di poco la recinzione il sentiero scende lungo un crinale nel bosco. Poco dopo bisogna svoltare a dx (la deviazione non è segnalata adeguatamente) e imboccare uno stretto sentierino quasi pianeggiante a mezzacosta che si dirige verso il Monte Croce di Perlè. Dopo un centinaio di metri, presso un piccolo slargo alla base della vicinissimo Monte Croce di Perlè troviamo il punto di incrocio (paline segnaletiche, m 980, ore 0.10 - 7.55) dei sentieri che scendono a Crone e Vantone e di quello che sale alla vicina vetta del Monte Croce di Perlè (consigliabile per chi ha voglia e tempo, una breve deviazione). Si imbocca quindi a dx il marcato sentiero CAI 452 che dopo una breve ripida discesa, si mantiene quasi sempre  in prossimità del panoramico crinale.

Scendendo verso Vantone: scorcio della parte meridionale del Lago D'Idro con l'abitato di Crone
Dopo circa un'ora di cammino si incrocia a sx (palina segnaletica) un sentiero (segnato) che porta a Cocca d'Idro. Proseguiamo diritto e affrontiamo la parte finale dell'escursione. Il sentiero, ormai in vista di Vantone, scende molto ripido con fondo molto disagevole e sconnesso. Infine si sbuca proprio in prossimità del ponticello sul Rio Vantone m 380 (ore 1.15 - 9.10), punto dal quale aveva avuto inizio l'escursione.

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