by zombie

"Camminare per me significa entrare nella natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura per me non è un campo da ginnastica. Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori. Le montagne sono per me un sentimento."
(Reinhold Messner)

martedì 31 ottobre 2017

Giro del Monte Aviolo

Vario e panoramico itinerario attorno alla cima che sovrasta Edolo

LUOGO DI PARTENZA E ARRIVO: località Preda, fraz. di Edolo (km 106 da Brescia)
STAGIONE CONSIGLIATA: estate, inizio autunno
DISLIVELLO COMPLESSIVO IN SALITA: 1615 m
ACQUA SUL PERCORSO: si, tranne il tratto di salita e discesa dal Passo Plazza         
ESCURSIONE EFFETTUATA IL: 4 ottobre 2017
  Per ingrandire la mappa:
1) posizionare il cursore sulla mappa, aprire il menù a tendina cliccando il tasto destro del mouse
2) cliccando il tasto sinistro del mouse selezionare "apri link in un'altra scheda" 
3) posizionare il cursore sulla barra delle schede sul margine superiore dello schermo in corrispondenza del nuovo link. Aprire la scheda cliccando il tasto sinistro del mouse. Una volta aperta la scheda, ingrandire con il tasto sinistro del mouse
    NOTE
Percorso che si snoda in ambiente isolato e selvaggio, adatto ad escursionisti ben allenati e con un buon senso dell'orientamento. Da evitare in caso di nebbia o maltempo.
La località Preda m 1555 si raggiunge da Edolo per mezzo di una comoda  strada asfaltata costruita originariamente a servizio degli impianti idroelettrici presenti sul fianco del Monte Colmo. All' ingresso di Edolo, proveniendo da Brescia, si supera un passaggio a livello: 50 metri dopo di esso si svolta a dx per Via Monte Colmo. Si segue la strada che guadagna rapidamente quota con diversi tornanti per 9,7 chilometri fino a raggiungere in corrispondenza di un tornante destrorso, un ampio parcheggio (sulla sx) con un'attrezzata e graziosa area picnic.
Qui si lascia l'automezzo e seguendo le indicazioni (palina segnaletica, sentiero 1 Alta Via dell'Adamello, direzione Malga Stain), si percorre in salita per poche centinaia di metri la strada asfaltata.
In corrispondenza del successivo tornante (m 1590, ore 0.10) si abbandona la strada asfaltata e si imbocca a dx (grande cartello indicante Malga Stain) una stradina pianeggiante che supera le ciclopiche condotte forzate che scendono alla centrale idroelettrica di Edolo.

La stradina diviene ben presto un marcato sentiero che alterna tratti pianeggianti e tratti in moderata salita
All'inizio del bosco si trova sulla dx questa singolare forma di architettura vegetale.
Il sentiero percorre a mezza costa, con qualche tratto un po' esposto  il dirupato fianco del Monte Foppa, offrendo vasti scorci panoramici su Malonno, Sonico, Edolo e la Valle di Corteno.


Luce mattutina sulla Valle di Corteno
Luce mattutina sulla Valle di Corteno
Dopo aver superato i dirupi, il marcato sentiero riprende a salire raggiungendo il Rifugio Malga Stain m 1832 (ore 1.00 - 1.10) collocato all'imbocco della Val Galinera.
Dal rifugio si prosegue (palina segnaletica, sentiero 1, direzione Passo Galinera) in moderata discesa lungo un marcato sentiero che procedendo a mezza costa attraverso il bosco, si dirige verso la testata della selvaggia Val Galinera. Al termine del tratto in discesa si incrocia sulla dx (palina segnaletica, m 1705, ore 0.25 - 1.35) il sentiero CAI 48, un remoto itinerario diretto al Rifugio Tonolini di dubbia transitabilità.
Dopo il bivio il tracciato percorre ancora un tratto a mezza costa con alcuni brevi saliscendi, esce dalla fascia boschiva e raggiunge il pietroso greto quasi asciutto del Torrente Galinera. Davanti a noi la testata della valle è letteralmente sbarrata dalle pareti rocciose del Corno di Galinera (m 2533, al centro dell'immagine) e del Corno Baitone (m 3330, a dx). Sulla sx si scorge la sella erbosa del Passo Galinera (m 2319).
In prossimità del Passo Galinera: la Val Galinera, sullo sfondo l'abitato di Malonno 
Il sentiero ora sale molto ripido mantenedosi ai margini del vasto e sassoso greto del torrente (sulla nostra dx). Si prosegue quindi in forte salita tra radure erbose in direzione del valico. L'ascesa è impegnativa, faticosa e va affrontata a passo moderato. Giunti alla ristretta insellatura erbosa del Passo Galinera, si raggiunge il Bivacco Valerio Festa (m 2330, ore 1.55 -3-30) seguendo brevemente un sentierino che si distacca a dx. Dal bivacco si gode un' ampia veduta sulla media Val Camonica ed il Gruppo del Baitone.
Il Bivacco Valerio Festa
Scendendo dal Passo Galinera: scorcio della Val d'Aviolo
Dal Passo Galinera si continua a seguire (palina segnaletica) il marcato sentiero 1 che ora scende in direzione del Rifugio Aviolo nel profondo solco della Val d'Aviolo.
Raggiunta la piana  della Val d'Aviolo, il panorama si apre offrendo belle vedute sul Gruppo del Baitone (a S) e sui monti dell'alta Val Camonica (a N).
Dopo la Malga Aviolo m 1948 (ore 0.45 - 4.15) dove si incrocia (palina segnaletica) il sentiero 35A diretto al Passo della Gole Larghe, il percorso si snoda pianeggiante in una vasta prateria acquitrinosa.

Si raggiunge quindi il pittoresco Lago d'Aviolo, lo si costeggia sulla dx raggiungendo in breve il Rifugio Aviolo m 1930 (ore 0.20 - 4.35).
Colori autunnali al Lago d'Aviolo
La testata della Val d'Aviolo con il Gruppo del Baitone (m 3330)
Il Rifugio Aviolo
Il tratto iniziale del "Sentiero delle Aquile"
Al Rifugio Aviolo, in corrispondenza della diga - terrapieno di sbarramento del lago, troviamo l'inizio (palina segnaletica) del sentiero 72B (detto anche "Sentiero delle Aquile") diretto al Passo Plazza. All'inizio il tracciato passa sulla diga - terrapieno portandosi sulla parte opposta del lago per poi inerpicarsi subito ripido lungo lo scosceso versante del Corno Plazza. Nei primi dieci minuti di cammino prestare attenzione nel seguire la debole traccia che si snoda tra la bassa ma fitta vegetazione: almeno nella parte iniziale non ci sono segnavia, andadando oltre se ne trovano radi e sbiaditi. Successivamente la traccia diviene più marcata, snodandosi con numerosi tornanti lungo lo scosceso e roccioso versante. Alcuni tratti particolarmente esposti e ripidi sono atrezzati con catene di sicurezza.

Salendo al Passo Plazza: scorcio autunnale sul Lago d'Aviolo ed il Gruppo del Baitone
Salendo al Passo Plazza: scorcio autunnale sul Lago d'Aviolo ed il Gruppo del Baitone
 Dal Passo Plaza: veduta a N su Vezza d'Oglio. A S del paese il profondo solco della Val Paghera di Vezza, a N la Val Grande
La salita termina al Passo Plazza (m 2475, ore 1.30  - 6.05, nessuna palina segnaletica), sottostante di poco il Corno Plazza. Il luogo rappresenta un notevole punto panoramico  sul Lago d'Aviolo, la Val d'Aviolo ed il Gruppo del Baitone (a SE). A N la vista si apre sull'alta Val Camonica, dal Tonale fino ad Edolo.

Panorama dal Passo Plazza sull' alta Val Camonica con il paese di Vezza d' Oglio: A dx il Monte Avio (m 2962)
Panorama dal Passo Plazza in direzione NE: il Passo del Tonale (m 1883). Sullo sfondo, lontane circa 120 km, le dolomiti della Val Gardena (BZ)
Panorama dal Passo Plazza in direzione N:  il solco dell'alta Val Camonica con il paese di Incudine. A sx la Valle del Mortirolo con il paese di Monno. Sullo sfondo il Bernina (m 4049)
Panorama dal Passo Plazza in direzione N: Monno (m 1066)
Panorama dal Passo Plazza in direzione NO: Edolo e la Valle di Corteno (a sx). A dx la Valle del Mortirolo


Inizia ora la discesa sul versante opposto, da compiere con attenzione. La traccia (segnavia frequenti ma sbiaditi) scende ripida e tortuosa tra roccette e toppe erbose lungo l'aerea cresta che dal Corno Plazza digrada in direzione N. 



Procedendo nella discesa, sulla sx, immersa  nel bosco, si scorge l'isolata e amena Chiesetta di san Vito. Il tracciato attorno ai 2100 metri di quota entra in una vasta radura erbosa dove a tratti in moderata discesa se ne alternano altri quasi pianeggianti. In questo zona la traccia appare talvolta poco evidente e bisogna prestare attenzione ai radi e sbiaditi segnavia.

Si giunge quindi all'incrocio (palina segnaletica, m 1880, ore 1.20 - 7.25) con l'itinerario 72 proveniente dalla Val Paghera di Vezza e diretto a San Vito e alla località Preda. Dall'intersezione (fontana e punto di riparo) si imbocca a sx la stradina sterrata a mezza costa che con qualche saliscendi conduce in pochi minuti  alla Chiesetta di San Vito m 1877 (ore 0.15 - 7.40).
La Chiesetta di San Vito
Lasciata la chiesetta alla nostra dx, (la stradina sterrata termina) si prosegue in direzione O camminando per poche decine di metri lungo una debole traccia che si snoda in un prato contornato da roccette, raggiungendo in breve una piccola area picnic. Prestando attenzione ai segnavia,  si supera l'area picnic: la traccia inoltrandosi nel bosco diviene un sentiero abbastanza marcato che rimonta a mezza costa il versante della montagna con una breve e ripida salita. Da qui in avanti, fin quasi alla località Preda, lo stretto sentiero si snoda a mezza costa in ambiente boschivo con percorso tortuoso e sconnesso attraverso pendii molto ripidi e a tratti dirupati. Si richiedono attenzione e andatura moderata. 

La cascata della Val Finale
Il sentiero perde gradatamente quota fino a superare, (alcuni tratti attrezzati con catena)  il selvaggio intaglio della Val Finale. Successivamente, dopo una serie di brevi saliscendi, diviene un poco più agevole e perde ulteriormente quota fino a raggiungere nei pressi della Malga Pozzuolo il bivio con il sentiero 34 diretto al Monte Aviolo (palina segnaletica, m 1585, ore 1.20 - 9.00, area picnic).
Procedendo verso Malga Pozzuolo
Tramonto dalla Malga Pozzuolo
Tramonto dalla Malga Pozzuolo

Tramonto dalla Malga Pozzuolo
Si procede quindi in discesa lungo un ampio sentiero raggiungendo in breve l'incrocio con una stradina sterrata (m 1565, ore 0.05 - 9.05). Qui (segnaletica dipinta su un pietrone, sentiero 1) si prosegue a sx lungo la stradina che procedendo con qualche saliscendi a mezza costa conduce in pochi minuti alla località Preda m 1555 (ore 0.10 - 9.15), punto di avvio dell'escursione.
Dalla strada del Monte Colmo: Edolo by night




sabato 21 ottobre 2017

Passo della Rossola, Bivacco Mattia, Monte Listino

Panoramica e remunerativa escursione seguendo i tracciati  della Grande Guerra del fronte adamellino

LUOGO DI PARTENZA E ARRIVO: Case di Val Paghera, fraz. di Ceto (km 83 da Brescia)
STAGIONE CONSIGLIATA: estate, inizio autunno
DISLIVELLO COMPLESSIVO IN SALITA: 1705 m
ACQUA SUL PERCORSO: si, tranne il tratto dal Passo della Rossola al Monte Listino         
ESCURSIONE EFFETTUATA IL: 21 settembre 2017
 Per ingrandire la mappa:
1) posizionare il cursore sulla mappa, aprire il menù a tendina cliccando il tasto destro del mouse
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   NOTE
Percorso che si snoda in ambiente isolato e selvaggio, adatto ad escursionisti ben allenati e con un buon senso dell'orientamento. Da evitare in caso di nebbia o maltempo.

Da Ceto si imbocca all'inizio del paese sula dx la stretta e ardita strada ex militare che risale la selvaggia Val Paghera. L'asfalto dissestato, la pendenza a tratti elevata e la ristrettezza della careggiata richiedono una guida prudente e concentrata. Si percorre la strada per circa 8 chilometri fino al suo termine, in località Case di Val Paghera m 1216. Parcheggiato l'automezzo in un ampio spiazzo erboso, si imbocca l'ampia mulattiera acciottolata che scavalca il Torrente Palobbia (palina segnaletica, segnavia bianco - rosso CAI 37, segnavia bianco - giallo Sentiero Monsignor Antonioli).

 Dopo circa duecento metri di cammino si tralascia (m 1240, ore 0.05), la ripida mulattiera (palina segnaletica, segnavia CAI 39), che staccandosi sulla dx, si dirige verso Malga Listino ed il Forcellino di Mare. Proseguendo diritto in salita, si raggiunge un altro bivio (m 1280, ore 0.05 - 0.10) presso il quale si abbandona la mulattiera acciottolata (segnavia CAI 37) per imboccare a sx un marcato sentiero (segnavia bianco - gialli Sentiero Monsignor Antonioli). Attenzione: alla biforcazione non ci sono paline segnaletiche.
Il sentiero (che si sviluppa sui residui di una vecchia mulattiera, segnavia bianco - gialli radi e sbiaditi) attraversa su un ponticello il Torrente Val di Dois, lo costeggia in salita per un breve tratto per poi deviare a sx con un tornante. Al tornante tracurare il marcato sentiero (nell'immagine) che prosegue diritto scavalcando di nuovo il Torrente Val di Dois. Il tracciato guadagna quota con alcuni ripidi tornanti fino a sbucare (m 1455, ore 0.20 - 0.30, nessuna palina segnaletica) su una stradina sterrata risalente da dx. Si tratta dell'itinerario CAI 37 lasciato precedentemente più in basso e che qui si riallaccia al Sentiero Monsignor Antonioli, con il quale manterrà il percorso in comune fino alla Malga Dois.
Si segue la stradina sterrata in salita fino a raggiungere la Malga Dois (m 1720, ore 0.35 - 1.05).
Dopo la malga, la stradina lascia il posto ad una debole traccia. Si lascia a sx il percorso del Sentiero Monsignor Antonioli diretto al Passo di Mezzalga e si prosegue nella risalita della selvaggia e pietrosa Val di Dois continuando a percorrere la debole traccia (segnavia frequenti e ben marcati) che si snoda tortuosamente tra massi di varie dimensioni e scampoli di pascolo.
Salendo di quota il paesaggio si apre sulla testata della Valle di Dois, offrendo un' ampia veduta del Monte Frisozzo (m 2897). 
 
 In fondo alla Valle di Dois si intravede il Passo Dernal (m 2577) con il Rifugio Maria e Franco. Nonostante l'apparente vicinanza, dal punto di osservazione al rifugio occorrono ancora circa tre ore di cammino su percorso impervio e tortuoso.
Dopo circa un'ora di cammino da Malga Dois si raggiunge il bivio (m 2025, ore 0.50 - 1.55) con il sentiero 37A diretto al Passo della Rossola. La  biforcazione è ben segnalata su un  pietrone. Si imbocca quindi a dx la debole traccia (segnavia ben marcati e frequenti) che attraversato il greto quasi asciutto del Torrente Val di Dois, rimonta il versante del Monte Rossola.
Il Lago della Rossola (m 2154)
La traccia si snoda tra pascoli, piccole torbiere, esigui ruscelli (ultima possibilità di rifornimento idrico fino alla discesa in Val Paghera dal Bivacco Mattia), quindi risale a mezza costa offrendo sulla dx panorami sempre più ampi sulla Valle di Dois, sui monti della media Val Camonica, e sul piccolo e pittoresco Lago della Rossola.Successivamente, sempre in basso a dx, si scorge il Lago di Sensipie. 

Procedendo verso il Passo della Rossola: il Monte Monoccola (m 2686) con il Lago di Sensipie (m 2306)

Il "cuoriforme" Lago di Sensipie
 Procedendo verso il Passo della Rossola
A circa quota 2465 (ore 1.20 - 3.15), la traccia si trasforma in mulattiera. Da qui  fino al suo termine, l'escursione si sviluppa lungo lal complessa e ramificata rete di mulattiere militari costruite al tempo della  la Prima Guerra Mondiale. Durante il conflitto la cresta Monte Rossola - Monoccola - Listino costituì un unico bastione difensivo, con trincee, postazioni in caverna, villaggi per la truppa, teleferiche, a servire la linea del fronte tra Regno d'Italia e Impero Austro Ungarico. 
Procedendo verso il Passo della Rossola: il Lago di Sensipie e il Lago della Rossola (visibile di poco)

Una nevicata precoce ha interessato tutta la zona oltre i 2500 metri
Particolare della frastagliatissima cresta tra il Monte Rossola ed il Monte Monoccola
Il Passo della Rossola (m 2595)
 
 In prossimità del Passo della Rossola (poche decine di metri sotto di esso) si lascia il percorso principale della mulattiera (segnavia 37A) per deviare a sx lungo la diramazione che in breve raggiunge il valico (m 2595, ore 0.25 - 3.40). Qui è presente un ricovero di fortuna e diversi ruderi di postazioni difensive. Dal Passo volendo, è possibile salire fino alla vetta del Monte Rossola (m 2721) percorrendo una mulattiera parzialmente franata (percorso per escursionisti esperti, non segnato).
 
Dal Passo della Rossola: veduta verso E sulla Val Daone
Dal Passo della Rossola: veduta verso N sulla Val Daone


Dal Passo della Rossola, da sx a dx: il Monte Re di Castello (m 2891), il Carè Alto (m 3463), la Cima Cop di Breguzzo (m 3001)

Dal Passo della Rossola: veduta verso S: il Monte Monoccola e alla base di esso l'ardita mulattiera che taglia a mezza costa il versante dirigendosi verso il Bivacco Mattia

Dal Passo della Rossola si ripercorre in discesa il breve raccordo che interseca la mulattiera principale, dirigendosi a sx in direzione del Bivacco Mattia. Il tracciato militare, generalmente ben conservato, taglia a mezza costa la ripida pietraia che discende il versante occidentale del Monte Monoccola. Bisogna prestare attenzione in corrispondenza di alcuni brevi tratti franati  e nei punti a precipizio sul sottostante Lago di Sensipie.
Poco dopo il passo, la mulattiera passa tra i ruderi di un villaggio militare procedendo poi in moderata discesa lungo il fianco del Monte Monoccola fino a quota m 2490. Successivamente riprende a salire dolcemente.
Dirigendosi verso il Bivacco Mattia: alle nostre spalle, da sx a dx, il Monte Rossola, il Passo della Rossola ed un corno senza nome.
Dirigendosi verso il Bivacco Mattia: l'ardita mulattiera militare che taglia il versante O del Monte Monoccola

Dirigendosi verso il Bivacco Mattia: i sottostanti Laghi di Sensipie e della Rossola. Sullo sfondo da sx a dx, la Cima Becanì (m 2674) e le Cime del Tredenus (m 2806)
 Il tratto in cui la mulattiera aggira lo sperone più sporgente del Monte Monoccola.
Subito dopo avere aggirato lo sperone, la vista si apre improvvisamente sulla vasta Conca del Listino, con veduta sul Monte Listino (m 2746).
In questo punto troviamo l'incrocio (m 2530) con la diramazione di mulattiera che scende a dx ai Corni di Palone, punto di approccio, ai tempi della Grande Guerra di una teleferica risalente dalla Val Paghera.

Il crinale dei Corni di Palone con i sottostanti ruderi militari collocati dove sorgeva la stazione di arrivo della teleferica.
Dal crinale dei Corni di Palone: vista sulla sottostante Val Paghera ed i monti del versante orobico della media Val Camonica
Dal crinale dei Corni di Palone: vista sulla sottostante Val Paghera ed i monti del versante orobico della media Val Camonica
Dal crinale dei Corni di Palone: il Bernina (m 4049)
Dall'incrocio con la diramazione della mulattiera per i Corni di Palone, si prosegue a sx a mezza costa in moderata salita. Alcuni tratti più ripidi vengono superati con scalinate di pietra e qualche tornante. In un punto la mulattiera passa sul filo di cresta, con impressionante  baratro da ambo le parti (ci sono funi metalliche di protezione).
In vista del Bivacco Mattia si dipartono  delle brevi gallerie utilizzate un tempo come polveriere o deposito
In primo piano, appollaiato su uno sperone roccioso, il Bivacco Mattia. Sullo sfondo il Monte Listino, lungo il cui fianco si snoda a mezza costa la mulattiera che raggiunge la cima
Poco prima del Bivacco Mattia: ruderi di un vasto villaggio militare
Poco prima del Bivacco Mattia: ruderi di un vasto villaggio militare
Poco prima del Bivacco Mattia:  trincea lungo la Val di Leno (confluente in Val Daone)

Poco prima del Bivacco Mattia:  trincea lungo la Val di Leno (confluente in Val Daone)
Il Bivacco Mattia (m 2612, ore 1.25 - 5.05) possiede 4 posti letto, cucina con bombola a gas, provviste, medicinali. L'acqua (non potabile) è fornita da un rubinetto esterno collegato ad un serbatoio che raccoglie le precipitazioni atmosferiche.
Dal bivacco si può scendere direttamente alle Case di Val Paghera (risparmiando quasi un'ora e mezzo sui tempi complessivi dell'escursione) oppure (opzione consigliata) salire alla panoramica vetta del Monte Listino. In quest'ultimo caso dal bivacco si imbocca la ben conservata mulattiera militare (senza segnavia) che procede a mezza costa perdendo leggermente quota in direzione S.
Successivamente il tracciato inizia a salire, tocca i resti di un vasto villaggio militare, raggiunge il Passo del Listino (m 2647).

Il tracciato si sposta quindi sul versante della Val di Leno proseguendo in prossimità del filo di cresta. Con un ardito ponte di legno si supera uno spettacolare baratro.
Scorcio del versante camuno in direzione S
Scorcio del versante camuno in direzione O con la sottostante Val Paghera e la Concarena

Scorcio verso N con il lunghissimo crinale che divide la Val Camonica dalla Val Daone e  Lombardia da Trentino Alto Adige

Si giunge quindi alla vetta del Monte Listino m 2746 (ore 0.45 - 5.50). Vastissimo il panorama in ogni direzione.
Vista in direzione S con il crinale  Cima di Mare (m 2738), Cima Laione (m 2757), Cornone di Blumone (m 2842)
Vista in direzione N: sulllo sfondo il Monte Adamello (m 3539, a sx) ed il Carè Alto (m 3463, al centro). Al di sotto, il profondo solco della Val di Leno confluente in Val Daone

Vista in direzione O: il profondo solco della Val Paghera
Vista in direzione S: l'inconfondibile profilo degli ex impianti radar del Dosso dei Galli (m 2196)
Vista in direzione SE: il Monte Bruffione (m 2664, a dx). Sullo sfondo il Monte Baldo (m 2218)

Vista in direzione SE: il Monte Pizzocolo (m 1582). Appena percettibile tra la foschia, la sponda  veronese del Lago di Garda
Vista in direzione NE: i monti trentini, sulllo sfondo le Dolomiti della Val di Fassa
Dalla vetta del Monte Listino si intraprende il medesimo percorso in discesa fino in prossimità del Bivacco Mattia.


Giunti nelle immediate vicinanze del Bivacco Mattia (m 2612, ore 0.40 - 6.30), si imbocca l'evidente tracciato della mulattiera (segnavia frequenti e marcati) che scende a sx con un' infinita serie di serpentine (circa 160 tornanti) in direzione della Val Paghera. A quota m 2380 circa, in prossimità di un tornante, si trova una piccola fonte per il rifornimento idrico.
Scendendo dal Bivacco Mattia in Val Paghera: vista alle nostre spalle del bivacco appolaiato sulla cresta 
Scendendo di quota ed inoltrandosi nella fascia vegetativa, la mulattiera in alcuni tratti si riduce ad uno stretto sentiero. Si raggiunge quindi Malga Monoccola m 1791 (ore 1.20 - 7.50)
Gregge in prossimità di Malga Monoccola
Pecorella smarrita

Dalla Malga Monoccola si prosegue la lunga discesa. Entrando nella fascia boschiva il tracciato riprende la conformazione di mulattiera. Poco dopo la malga si oltrepassa uno spettrale e tentacolare abete morto.
Scendendo alle Case di Val Paghera: sole tardo pomeridiano
Scendendo alle Case di Val Paghera: sole tardo pomeridiano
Ultime luci del giorno alle Case di Val Paghera
Quasi in prossimità del fondovalle, il tracciato si innesta sulla larga mulattiera acciottolata (m 1420, ore 0.40 - 8.30, segnavia CAI 37, nessuna palina segnaletica) discendente da dx dalla Valle di Dois. Si procede in discesa superando un guado torrentizio fino ad incrociare da dx  (m 1280, ore 0.10 - 8.40, nessuna palina segnaletica) il Sentiero Monsignor Antonioli seguito all'inizio dell'escursione. Da qui in avanti, il breve percorso che ci separa dalle Case di Val Paghera (m 1216. ore 0.10 - 8.50)  è in comune con l'itinerario di andata.