by zombie

"Camminare per me significa entrare nella natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura per me non è un campo da ginnastica. Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori. Le montagne sono per me un sentimento."
(Reinhold Messner)

sabato 21 ottobre 2017

Passo della Rossola, Bivacco Mattia, Monte Listino

Panoramica e remunerativa escursione seguendo i tracciati  della Grande Guerra del fronte adamellino

LUOGO DI PARTENZA E ARRIVO: Case di Val Paghera, fraz. di Ceto (km 83 da Brescia)
STAGIONE CONSIGLIATA: estate, inizio autunno
DISLIVELLO COMPLESSIVO IN SALITA: 1705 m
ACQUA SUL PERCORSO: si, tranne il tratto dal Passo della Rossola al Monte Listino         
ESCURSIONE EFFETTUATA IL: 21 settembre 2017
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   NOTE
Percorso che si snoda in ambiente isolato e selvaggio, adatto ad escursionisti ben allenati e con un buon senso dell'orientamento. Da evitare in caso di nebbia o maltempo.

Da Ceto si imbocca all'inizio del paese sula dx la stretta e ardita strada ex militare che risale la selvaggia Val Paghera. L'asfalto dissestato, la pendenza a tratti elevata e la ristrettezza della careggiata richiedono una guida prudente e concentrata. Si percorre la strada per circa 8 chilometri fino al suo termine, in località Case di Val Paghera m 1216. Parcheggiato l'automezzo in un ampio spiazzo erboso, si imbocca l'ampia mulattiera acciottolata che scavalca il Torrente Palobbia (palina segnaletica, segnavia bianco - rosso CAI 37, segnavia bianco - giallo Sentiero Monsignor Antonioli).

 Dopo circa duecento metri di cammino si tralascia (m 1240, ore 0.05), la ripida mulattiera (palina segnaletica, segnavia CAI 39), che staccandosi sulla dx, si dirige verso Malga Listino ed il Forcellino di Mare. Proseguendo diritto in salita, si raggiunge un altro bivio (m 1280, ore 0.05 - 0.10) presso il quale si abbandona la mulattiera acciottolata (segnavia CAI 37) per imboccare a sx un marcato sentiero (segnavia bianco - gialli Sentiero Monsignor Antonioli). Attenzione: alla biforcazione non ci sono paline segnaletiche.
Il sentiero (che si sviluppa sui residui di una vecchia mulattiera, segnavia bianco - gialli radi e sbiaditi) attraversa su un ponticello il Torrente Val di Dois, lo costeggia in salita per un breve tratto per poi deviare a sx con un tornante. Al tornante tracurare il marcato sentiero (nell'immagine) che prosegue diritto scavalcando di nuovo il Torrente Val di Dois. Il tracciato guadagna quota con alcuni ripidi tornanti fino a sbucare (m 1455, ore 0.20 - 0.30, nessuna palina segnaletica) su una stradina sterrata risalente da dx. Si tratta dell'itinerario CAI 37 lasciato precedentemente più in basso e che qui si riallaccia al Sentiero Monsignor Antonioli, con il quale manterrà il percorso in comune fino alla Malga Dois.
Si segue la stradina sterrata in salita fino a raggiungere la Malga Dois (m 1720, ore 0.35 - 1.05).
Dopo la malga, la stradina lascia il posto ad una debole traccia. Si lascia a sx il percorso del Sentiero Monsignor Antonioli diretto al Passo di Mezzalga e si prosegue nella risalita della selvaggia e pietrosa Val di Dois continuando a percorrere la debole traccia (segnavia frequenti e ben marcati) che si snoda tortuosamente tra massi di varie dimensioni e scampoli di pascolo.
Salendo di quota il paesaggio si apre sulla testata della Valle di Dois, offrendo un' ampia veduta del Monte Frisozzo (m 2897). 
 
 In fondo alla Valle di Dois si intravede il Passo Dernal (m 2577) con il Rifugio Maria e Franco. Nonostante l'apparente vicinanza, dal punto di osservazione al rifugio occorrono ancora circa tre ore di cammino su percorso impervio e tortuoso.
Dopo circa un'ora di cammino da Malga Dois si raggiunge il bivio (m 2025, ore 0.50 - 1.55) con il sentiero 37A diretto al Passo della Rossola. La  biforcazione è ben segnalata su un  pietrone. Si imbocca quindi a dx la debole traccia (segnavia ben marcati e frequenti) che attraversato il greto quasi asciutto del Torrente Val di Dois, rimonta il versante del Monte Rossola.
Il Lago della Rossola (m 2154)
La traccia si snoda tra pascoli, piccole torbiere, esigui ruscelli (ultima possibilità di rifornimento idrico fino alla discesa in Val Paghera dal Bivacco Mattia), quindi risale a mezza costa offrendo sulla dx panorami sempre più ampi sulla Valle di Dois, sui monti della media Val Camonica, e sul piccolo e pittoresco Lago della Rossola.Successivamente, sempre in basso a dx, si scorge il Lago di Sensipie. 

Procedendo verso il Passo della Rossola: il Monte Monoccola (m 2686) con il Lago di Sensipie (m 2306)

Il "cuoriforme" Lago di Sensipie
 Procedendo verso il Passo della Rossola
A circa quota 2465 (ore 1.20 - 3.15), la traccia si trasforma in mulattiera. Da qui  fino al suo termine, l'escursione si sviluppa lungo lal complessa e ramificata rete di mulattiere militari costruite al tempo della  la Prima Guerra Mondiale. Durante il conflitto la cresta Monte Rossola - Monoccola - Listino costituì un unico bastione difensivo, con trincee, postazioni in caverna, villaggi per la truppa, teleferiche, a servire la linea del fronte tra Regno d'Italia e Impero Austro Ungarico. 
Procedendo verso il Passo della Rossola: il Lago di Sensipie e il Lago della Rossola (visibile di poco)

Una nevicata precoce ha interessato tutta la zona oltre i 2500 metri
Particolare della frastagliatissima cresta tra il Monte Rossola ed il Monte Monoccola
Il Passo della Rossola (m 2595)
 
 In prossimità del Passo della Rossola (poche decine di metri sotto di esso) si lascia il percorso principale della mulattiera (segnavia 37A) per deviare a sx lungo la diramazione che in breve raggiunge il valico (m 2595, ore 0.25 - 3.40). Qui è presente un ricovero di fortuna e diversi ruderi di postazioni difensive. Dal Passo volendo, è possibile salire fino alla vetta del Monte Rossola (m 2721) percorrendo una mulattiera parzialmente franata (percorso per escursionisti esperti, non segnato).
 
Dal Passo della Rossola: veduta verso E sulla Val Daone
Dal Passo della Rossola: veduta verso N sulla Val Daone


Dal Passo della Rossola, da sx a dx: il Monte Re di Castello (m 2891), il Carè Alto (m 3463), la Cima Cop di Breguzzo (m 3001)

Dal Passo della Rossola: veduta verso S: il Monte Monoccola e alla base di esso l'ardita mulattiera che taglia a mezza costa il versante dirigendosi verso il Bivacco Mattia

Dal Passo della Rossola si ripercorre in discesa il breve raccordo che interseca la mulattiera principale, dirigendosi a sx in direzione del Bivacco Mattia. Il tracciato militare, generalmente ben conservato, taglia a mezza costa la ripida pietraia che discende il versante occidentale del Monte Monoccola. Bisogna prestare attenzione in corrispondenza di alcuni brevi tratti franati  e nei punti a precipizio sul sottostante Lago di Sensipie.
Poco dopo il passo, la mulattiera passa tra i ruderi di un villaggio militare procedendo poi in moderata discesa lungo il fianco del Monte Monoccola fino a quota m 2490. Successivamente riprende a salire dolcemente.
Dirigendosi verso il Bivacco Mattia: alle nostre spalle, da sx a dx, il Monte Rossola, il Passo della Rossola ed un corno senza nome.
Dirigendosi verso il Bivacco Mattia: l'ardita mulattiera militare che taglia il versante O del Monte Monoccola

Dirigendosi verso il Bivacco Mattia: i sottostanti Laghi di Sensipie e della Rossola. Sullo sfondo da sx a dx, la Cima Becanì (m 2674) e le Cime del Tredenus (m 2806)
 Il tratto in cui la mulattiera aggira lo sperone più sporgente del Monte Monoccola.
Subito dopo avere aggirato lo sperone, la vista si apre improvvisamente sulla vasta Conca del Listino, con veduta sul Monte Listino (m 2746).
In questo punto troviamo l'incrocio (m 2530) con la diramazione di mulattiera che scende a dx ai Corni di Palone, punto di approccio, ai tempi della Grande Guerra di una teleferica risalente dalla Val Paghera.

Il crinale dei Corni di Palone con i sottostanti ruderi militari collocati dove sorgeva la stazione di arrivo della teleferica.
Dal crinale dei Corni di Palone: vista sulla sottostante Val Paghera ed i monti del versante orobico della media Val Camonica
Dal crinale dei Corni di Palone: vista sulla sottostante Val Paghera ed i monti del versante orobico della media Val Camonica
Dal crinale dei Corni di Palone: il Bernina (m 4049)
Dall'incrocio con la diramazione della mulattiera per i Corni di Palone, si prosegue a sx a mezza costa in moderata salita. Alcuni tratti più ripidi vengono superati con scalinate di pietra e qualche tornante. In un punto la mulattiera passa sul filo di cresta, con impressionante  baratro da ambo le parti (ci sono funi metalliche di protezione).
In vista del Bivacco Mattia si dipartono  delle brevi gallerie utilizzate un tempo come polveriere o deposito
In primo piano, appollaiato su uno sperone roccioso, il Bivacco Mattia. Sullo sfondo il Monte Listino, lungo il cui fianco si snoda a mezza costa la mulattiera che raggiunge la cima
Poco prima del Bivacco Mattia: ruderi di un vasto villaggio militare
Poco prima del Bivacco Mattia: ruderi di un vasto villaggio militare
Poco prima del Bivacco Mattia:  trincea lungo la Val di Leno (confluente in Val Daone)

Poco prima del Bivacco Mattia:  trincea lungo la Val di Leno (confluente in Val Daone)
Il Bivacco Mattia (m 2612, ore 1.25 - 5.05) possiede 4 posti letto, cucina con bombola a gas, provviste, medicinali. L'acqua (non potabile) è fornita da un rubinetto esterno collegato ad un serbatoio che raccoglie le precipitazioni atmosferiche.
Dal bivacco si può scendere direttamente alle Case di Val Paghera (risparmiando quasi un'ora e mezzo sui tempi complessivi dell'escursione) oppure (opzione consigliata) salire alla panoramica vetta del Monte Listino. In quest'ultimo caso dal bivacco si imbocca la ben conservata mulattiera militare (senza segnavia) che procede a mezza costa perdendo leggermente quota in direzione S.
Successivamente il tracciato inizia a salire, tocca i resti di un vasto villaggio militare, raggiunge il Passo del Listino (m 2647).

Il tracciato si sposta quindi sul versante della Val di Leno proseguendo in prossimità del filo di cresta. Con un ardito ponte di legno si supera uno spettacolare baratro.
Scorcio del versante camuno in direzione S
Scorcio del versante camuno in direzione O con la sottostante Val Paghera e la Concarena

Scorcio verso N con il lunghissimo crinale che divide la Val Camonica dalla Val Daone e  Lombardia da Trentino Alto Adige

Si giunge quindi alla vetta del Monte Listino m 2746 (ore 0.45 - 5.50). Vastissimo il panorama in ogni direzione.
Vista in direzione S con il crinale  Cima di Mare (m 2738), Cima Laione (m 2757), Cornone di Blumone (m 2842)
Vista in direzione N: sulllo sfondo il Monte Adamello (m 3539, a sx) ed il Carè Alto (m 3463, al centro). Al di sotto, il profondo solco della Val di Leno confluente in Val Daone

Vista in direzione O: il profondo solco della Val Paghera
Vista in direzione S: l'inconfondibile profilo degli ex impianti radar del Dosso dei Galli (m 2196)
Vista in direzione SE: il Monte Bruffione (m 2664, a dx). Sullo sfondo il Monte Baldo (m 2218)

Vista in direzione SE: il Monte Pizzocolo (m 1582). Appena percettibile tra la foschia, la sponda  veronese del Lago di Garda
Vista in direzione NE: i monti trentini, sulllo sfondo le Dolomiti della Val di Fassa
Dalla vetta del Monte Listino si intraprende il medesimo percorso in discesa fino in prossimità del Bivacco Mattia.


Giunti nelle immediate vicinanze del Bivacco Mattia (m 2612, ore 0.40 - 6.30), si imbocca l'evidente tracciato della mulattiera (segnavia frequenti e marcati) che scende a sx con un' infinita serie di serpentine (circa 160 tornanti) in direzione della Val Paghera. A quota m 2380 circa, in prossimità di un tornante, si trova una piccola fonte per il rifornimento idrico.
Scendendo dal Bivacco Mattia in Val Paghera: vista alle nostre spalle del bivacco appolaiato sulla cresta 
Scendendo di quota ed inoltrandosi nella fascia vegetativa, la mulattiera in alcuni tratti si riduce ad uno stretto sentiero. Si raggiunge quindi Malga Monoccola m 1791 (ore 1.20 - 7.50)
Gregge in prossimità di Malga Monoccola
Pecorella smarrita

Dalla Malga Monoccola si prosegue la lunga discesa. Entrando nella fascia boschiva il tracciato riprende la conformazione di mulattiera. Poco dopo la malga si oltrepassa uno spettrale e tentacolare abete morto.
Scendendo alle Case di Val Paghera: sole tardo pomeridiano
Scendendo alle Case di Val Paghera: sole tardo pomeridiano
Ultime luci del giorno alle Case di Val Paghera
Quasi in prossimità del fondovalle, il tracciato si innesta sulla larga mulattiera acciottolata (m 1420, ore 0.40 - 8.30, segnavia CAI 37, nessuna palina segnaletica) discendente da dx dalla Valle di Dois. Si procede in discesa superando un guado torrentizio fino ad incrociare da dx  (m 1280, ore 0.10 - 8.40, nessuna palina segnaletica) il Sentiero Monsignor Antonioli seguito all'inizio dell'escursione. Da qui in avanti, il breve percorso che ci separa dalle Case di Val Paghera (m 1216. ore 0.10 - 8.50)  è in comune con l'itinerario di andata.

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