by zombie

"Camminare per me significa entrare nella natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura per me non è un campo da ginnastica. Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori. Le montagne sono per me un sentimento."
(Reinhold Messner)

venerdì 31 agosto 2018

Monte Vioz

Dai masi e dai pascoli di Peio fino alle nevi "eterne" del gruppo del Cevedale

LUOGO DI PARTENZA E ARRIVO: Peio -TN, Via Funivia (km 154 da Brescia)
STAGIONE CONSIGLIATA: estate, inizio autunno
DISLIVELLO COMPLESSIVO IN SALITA: 2110 m
ACQUA SUL PERCORSO: assente nel tratto Malga Saline - Rifugio Mantova
ESCURSIONE EFFETTUATA IL: 21 agosto 2017
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  NOTE
Lungo percorso caratterizzato da forti dislivelli,  per escursionisti allenati con una buona capacità di orientamento. 
L'ascesa al Monte Vioz, pur praticabile a livello escursionistico, si sviluppa in buona parte a quota superiore ai 3000 metri;  di conseguenza va affrontata con abbigliamento e preparazione adeguati.  Escursione da effettuare con condizioni meteo ottimali.
   L'escursione descrive l'intero, classico itinerario a piedi da Peio al Monte Vioz.
Utilizzando gli impianti di risalita è possibile ridurre di quasi la metà il tempo di ascesa. In merito esistono due possibilità:
1) Telecabina Peio Fonti (m1383) - Tarlenta Rifugio Scoiattolo (m 1998) e quindi seggiovia Tarlenta Rifugio Scoiattolo (m 1998) - Doss dei Cembri (m 2315). Da qui seguire il sentiero 139 - 105.
2) Telecabina Peio Fonti (m1383) - Tarlenta Rifugio Scoiattolo (m 1998) e quindi funivia Tarlenta  Rifugio Scoiattolo (m 1998) - Peio 3000 (m 2970). Da qui imboccare il sentiero 138 in discesa fino al bivio ex teleferica (m 2776). Quindi proseguire lungo la sconnessa traccia segnata a bolli gialli e paline blu che si dirama a sx collegandosi poi a monte al sentiero 105 od in alternativa il sentiero 138 var. - 105.
Per orari e prezzi consultare il sito https://www.valdisole.net/upload/files/Orari-e-Tariffe-PEJO-FUNIVIE_Estate-2018.pdf.
Questa lunga escursione in territorio trentino ha come punto di partenza l'abitato di Peio m 1555, situato nell'omonima valle. L'accesso migliore per raggiungere tale località da Brescia è rappresentato dalla Valle Camonica, che si risale per intero fino al Passo del Tonale. Oltrepassato il valico, si prosegue lungo la strada statale n. 42 in discesa lungo la Val di Sole. Si supera l'abitato di Vermiglio e Fucine (frazione di Ossana). Poco oltre quest'ultimo paese, si svolta a sx (indicazioni stradali) per la Val di Peio. Si percorre la strada provinciale n. 87 attraversando Cogolo e Peio Fonti giungendo quindi a Peio. Si entra nel paese lungo Via XXIV maggio. Tra le case la strada compie un tornante sinistrorso in salita. In corrispondenza del tornante (bar sulla parte esterna) si prosegue diritto lungo  una stradina in leggera discesa (Via Funivia) che  dopo un centinaio di metri sbocca in un ampio piazzale nella cui parte dx vi è un vasto parcheggio  ove lasciare l'automezzo.
Ci si incammina percorrendo a ritroso per un centinaio di metri Via Funivia fino a raggiungere l'incrocio sul tornante con Via XXIV maggio. Tenendo la dx, si percorre quest'ultima in salita in direzione del centro storico del paese fino a raggiungere l'antica Chiesa di San Giorgio e San Lazzaro.
Presso la chiesa si svolta a dx. Pochi metri oltre il campanile (alla nostra dx), troviamo una bacheca indicante il punto di partenza del lungo sentiero SAT 105 che dal cuore del paese conduce alla vetta del Monte Vioz.
Uscendo da Peio: veduta verso O sulla Valle del Monte. Sullo sfondo la Punta di Ercavallo (m 3068), lungo la cresta oltre la quale si trova la Valle di Viso
Appena oltre la bacheca, si svolta a sx lungo una stradina asfaltata (Salita per San Rocco), che esce rapidamente dal centro abitato guadagnando quota con percorso a mezza costa.
Uscendo da Peio: veduta verso SE sulla Valle di Peio e l'abitato di Cogolo (m 1160)

La strada, compiuti due stretti tornanti ravvicinati, raggiunge la Chiesa di San Rocco m 1655 (ore 0.15) accanto alla quale vi è il cimitero austro ungarico che raccoglie le salme dei caduti della Prima Guerra Mondiale.

Un centinaio di metri oltre la chiesa si raggiunge un bivio (palina segnaletica) dove si abbandona la strada asfaltata che prosegue diritto in direzione Rifugio Scoiattolo - Lago Covel per svoltare a dx  (curva a gomito)lungo una carrareccia che sale ripida inoltrandosi nella radura dei Masi Valasiccia. Successivamente la stradina entra nel bosco raggiungendo l'incrocio (palina segnaletica, m 1952, ore 0.45 - 1.00) con l'itinerario 127 proveniente da dx da Malga Mare e diretto a sx verso il Rifugio Scoiattolo. Si continua a seguire la carrareccia a tratti ripida che dopo due distanziati tornanti, tocca Malga Salina (palina segnaletica, m 2089, ore 0.20 - 1.20).

Salendo a Malga Salina: il sorgere del sole
Giungendo a Malga Salina

Malga Salina: veduta verso N,  la  Valle de la Mare
Da Malga Salina si imbocca un largo sentiero (segnavia) che sale a mezza costa in direzione S attraverso il bosco fino a sbucare in una vasta radura. Si sottopassa una seggiovia (non in funzione d'estate) giungendo ad incrociare, dopo un centinaio di metri, in corrispondenza di un tornante, una larga strada sterrata (località Sas de le Strie, palina segnaletica, m 2215, ore 0.25 - 1.45).
Si segue la strada sterrata in salita a dx per circa un centinaio di metri per poi deviare a dx (palina segnaletica, segnavia 105) lungo una carrareccia secondaria che che poco dopo termina.
Si prosegue ora per un buon tratto lungo una ripida pista e assolata pista da sci che si sviluppa lungo un costone erboso. In lontananza è già ben visibile la mole del Monte Vioz. A circa 2400 metri di quota il percorso (palina segnaletica) abbandona la pista deviando a sx lungo una vecchia mulattiera che sale dolcemente con percorso a mezza costa tra la rada vegetazione tagliando il fianco occidentale della Cima di Vioz (m 2504, alla nostra dx).

Dal bivio con il sentiero 139: veduta sul Rifugio Doss dei Cembri
Poco dopo si raggiunge il bivio (palina segnaletica, m 2435, ore 0.35 - 2.20) con il sentiero 139 che scende a sx in direzione del sottostante Rifugio Doss dei Cembri (m 2315), stazione di arrivo della seggiovia risalente da Tarlenta - Rifugio Scoiattolo (m 1998).

Ampia veduta sul Doss dei Cembri ed il Pian del Vioz. Sotto di essi  il solco della Val di Peio - Valle del Monte. Sullo sfondo, da sx a dx, la Cima Boai (m 2685), la Cima Forzellina (m 2829), il Monte Redival (m 2973), la Torre d'Albiolo (m 2969). Ancora dietro, il gruppo della Presanella (m 3556)
Dopo il bivio, la stretta mulattiera (costruita nel 1911) riprende a salire con pendenza costante, tenendosi a pochi metri di distanza dalla rocciosa linea di cresta che collega senza soluzione di continuità la Cima di Vioz, il Dente di Vioz ed il Monte Vioz.
A circa 2500 metri di quota il tracciato scavalca la cresta e prosegue la salita sulla parte orientale di essa, offrendo una vasta veduta (a dx) sulla Valle de la Mare e sulla parte orientale del gruppo del Cevedale.


Veduta verso NE: nubi lenticolari a forma di ufo sopra il Ghiacciaio del Careser. Sullo sfondo, da sx a dx, si distinguono la Cima Marmotta (m 3330) la Cima Venezia (m 3396), la Cima Mezzena (m 3172)

Veduta verso SE: le Dolomiti di Brenta
Veduta verso S da quota m 3000 circa: in primo piano il Dente del Vioz (m 2905). Sullo sfondo, da sx a dx, le Dolomiti di Brenta ed il gruppo Adamello - Presanella
Con una lunga e costante ascesa, la mulattiera affianca ed aggira il Dente del Vioz (m 2905) e riportandosi sul filo di cresta raggiunge il bivio (palina segnaletica, m  2905, ore 1.20 - 3.40) con il sentiero 138 variante che si dirige a sx in discesa verso Peio 3000.
Veduta verso SO da quota m 3000 circa: la Presanella (m 3556)
La mulattiera, in un ambiente costituito ormai da sola, nuda roccia, prosegue la salita lungo il crinale o nelle sue immediate vicinanze.


A circa 3200 metri di quota, il tracciato, per aggirare un tratto particolarmente impervio del crinale roccioso, si porta sul versante orientale. Il passaggio lungo un tratto esposto e strapiombante viene agevolato con alcune funi metalliche di sicurezza (località Brik, palina segnaletica, m 3206, ore 0.40 - 4.20).
Superato questo tratto esposto, la mulattiera si porta sulla parte occidentale del crinale perde pochi metri di quota e riprende a salire giungendo  al bivio (segnaletica su roccia, m 3230, ore 0.05 - 4.45) col il percorso su pietraia che si distacca a sx in direzione di Peio 3000. Questo percorso verrà intrapreso nella fase di ritorno dell'escursione.
La linea di cresta percorsa dalla mulattiera vista da quota m 3300 circa

Paesaggio verso SO da quota m 3300 circa

Veduta verso NE: il Lago di Careser (m 2612) ed il ghiacciaio omonimo
Con una lunga serie di tornanti e alcuni brevi tratti attrezzati, la mulattiera risale, sostenuta da molte opere murarie a secco, il versante roccioso che costituisce il baluardo meridionale del Monte Vioz.
Il panorama verso E,S,ed O si presenta sempre più vasto ed aperto.


In prossimità del Rifugio Mantova. A dx il Monte Vioz
Si giunge quindi dopo un' interminabile salita al Rifugio Mantova al Vioz m 3535 (ore 0.45 - 5.10), situato in posizione panoramica poco sotto la vetta del Monte Vioz. Edificato nel 1911, è il più alto delle Alpi centro - orientali ed è stato completamente ricostruito ex novo nel 1995. Accanto ad esso sorge una minuscola chiesetta dedicata a San Bernardo di Mentone.

Panorama dal Rifugio Vioz: veduta verso E con il Ghiacciaio ed il Lago del Careser

Panorama dal Rifugio Vioz: veduta verso O con la piccola Vedretta del Vioz
Panorama dal Rifugio Vioz: veduta verso SO. Da sx a dx, le Dolomiti di Brenta, il gruppo Adamello - Presanella, la Punta Taviela (m 3612) 
Dopo una doverosa pausa, si riprende la salita lungo un marcato sentiero che dalle spalle del rifugio, seguendo il pietroso crinale, conduce in breve alla vetta del Monte Vioz m 3645 (ore 0.20 - 5.30). Immenso panorama a 360° che spazia su buona parte dell'arco alpino centro - orientale.
La croce di vetta
Dal Monte Vioz: vista verso S con il sottostante Rifugio Mantova. Sullo sfondo la Valle di Peio
Dal Monte Vioz: vista verso S con il sottostante Rifugio Mantova e la Valle di Peio. A dx si nota la Punta Taviela (m 3612), la depressione del Colle Vioz (m 3330), la Vedretta di Vioz
Proseguendo lungo la cresta sommitale: la croce di vetta alle nostre spalle
Dalla vetta, si prosegue in direzione NO lungo la facile linea di cresta col qualche lieve saliscendi. Alcuni brevi tratti sono coperti di neve (vi è comunque una traccia di passaggio). Tale linea di cresta segna il confine tra Trentino Alto Adige e Lombardia.
Dalla cresta sommitale: veduta verso N con la Vedretta Rossa (confluisce nella Valle de la Mare). Sullo sfondo, da sx a dx, il Palon de la Mare (m 3703) ed il Monte Cevedale (m 3769) dal quale discende la Vedretta de la Mare
Percorso il breve tratto di cresta sommitale, in un grandioso contesto paesaggistico, si devia verso sx mettendo piede sulla superficie del ghiacciaio (Vedretta Rossa). Per un esiguo tratto, che corrisponde all'attraversamento del ghiacciaio, l'escursione si sviluppa in territorio lombardo.
Iniziando il tratto su ghiacciaio: la Punta Linke davanti a noi
L'escursione prosegue ora lungo i margini sommitali della Vedretta Rossa, in direzione della non lontana Punta Linke. In condizioni ordinarie tale tratto può essere percorso senza particolari attrezzature e non presenta pericoli. Tuttavia, dato che le condizioni del ghiacciaio possono variare di anno in anno,  prima di intraprendere questo tratto è bene chiedere informazioni ai gestori del Rifugio Mantova.
Panorama in direzione N: da sx a dx, la Punta linke (m 3632), la Vedretta Rossa, il Palon de la Mare (m 3703), il Monte Cevedale (m 3769)
Si procede lungo la vedretta con un breve tratto in discesa. Poi si prosegue in piano raggiungendo in breve la base rocciosa della Punta Linke. Ripreso il cammino su suolo roccioso, seguendo una marcata traccia si perviene in poche decine di metri alla sommità di Punta Linke (m 3632, croce di vetta, ore 0.15 - 5.45). Vastissimo panorama a 360°.
Procedendo sulla vedretta: resti di reticolati delle postazioni austro ungariche risalenti alla Grande Guerra
Punta Linke
Da Punta Linke: veduta verso NE: da sx a dx, il Palon de la Mare, il Monte Cevedale, la Vedretta Rossa, il Monte Vioz
Da Punta Linke: veduta verso O, il Ghiacciaio dei Forni (è il più vasto d'Italia) ed il solco della Valle dei Forni confluente nell'alta Valtellina
Da Punta Linke: veduta verso O, il Ghiacciaio dei Forni. Sullo sfondo, da sx a dx, il Monte Giumella (m 3594, la Punta San Matteo (m 3678), il Pizzo Tresero (m 3595)
Da Punta Linke: veduta verso O, il Ghiacciaio dei Forni. Sullo sfondo, da sx a dx, la Punta Taviela (m 3612), il Monte Giumella (m 3594, la Punta San Matteo (m 3678), il Pizzo Tresero (m 3595), il solco della Valle dei Forni, il Palon de la Mare (m 3703), il Monte Cevedale (m 3769)
Da Punta Linke: veduta verso O, seracchi e crepacci sotto la Punta San Matteo
Ammirato il panorama dalla vetta, è doveroso compiere una visita al "Museo della Guerra". L'ingresso è sottostante di pochi metri la cima lungo il versante con vista sul Ghiacciaio dei Forni. Si tratta di un luogo di eccezionale testimonianza storica ed è ritenuto il museo più alto d'Europa. Il sito è custodito, la tariffa di ingresso consiste in un' offerta libera. Il museo ha sede in una caverna scavata sotto il ghiaccio dalle truppe austriache nel corso della Grande Guerra. In questi luoghi impervi correva infatti la linea del fronte tra Regno d' Italia e Impero Austro Ungarico. Dopo la fine delle ostilità questa postazione rimase dimenticata per decenni, sepolta sotto decine e decine di metri di ghiaccio e neve. Ora invece, a causa del riscaldamento climatico e del drammatico ritiro dei ghiacciai, rischia paradossalmente di scomparire.
Dopo l'ingresso si percorre un angusto e scivoloso corridoio (il pavimento e di ghiaccio!) nel quale sono presenti in gran numero cimeli ed attrezzature utilizzate dalle truppe austriache.

In fondo al corridoio, racchiuso in un piccolo ambiente, troneggiano ancora le apparecchiature della teleferica che collegava durante il conflitto la Valle di Peio e Punta Linke. Il motore, rimasto qui da oltre 100 anni, è di fabbricazione ceca (Skoda). 

Vista sul Ghiacciaio dei Forni dall'ingresso del museo

Comincia ora la lunga fase di rientro dell'escursione. Da Punta Linke si ripercorre a ritroso la medesima traccia sul ghiacciaio giungendo dopo una breve salita al Monte Vioz m 3645 (ore 0.15 - 6.00). Seguendo lo stesso sentiero dell'andata si scende rapidamente al Rifugio Mantova m 3535 (ore 0.15 - 6.15).
Si imbocca ora la mulattiera (segnavia 105) che scende rapidamente con una lunga serie di tornanti lungo la parete meridionale del Monte Vioz.
Singolari rocce giallastre a circa 3250 metri di quota
Scendendo dal Rifugio Mantova: veduta dall'alto del punto di intersezione tra il sentiero 105 ed il tracciato di collegamento a Peio 3000
In prossimità del punto in cui la mulattiera con una breve salita verso sx scavalca la linea di cresta, troviamo il bivio (scritta su roccia, m 3230, ore 0.35 - 6.50) con il percorso di collegamento a Peio 3000. Seguiamo tale percorso che si distacca dalla mulattiera scendendo ripido verso dx nella sottostante Valle della Mite. Il tracciato segnato da bolli gialli e da alti e sottili pali blu, inizialmente non è molto evidente e si snoda lungo un' ostica pietraia da affrontare con cautela (la percorrenza è sconsigliabile in caso di nebbia). 
La vasta pietraia lungo l'itinerario di discesa nella Valle della Mite
Seguendo con attenzione i bolli gialli e le paline blu, si supera la pietraia, proseguendo quindi la discesa lungo un ghiaione dove la traccia si fa più evidente. Il percorso prosegue quindi a mezza costa in direzione della stazione di arrivo della funivia Peio 3000 (ben evidente davanti a noi sulla linea di cresta dei Crozzi di Taviela).
Si perviene quindi ad un laghetto (palina blu, m 2826, ore 1.00 - 7.50).
In corrispondenza del minuscolo bacino si abbandona la traccia che prosegue diritto con percorso a mezza costa in direzione di Peio 3000 per deviare a sx lungo un sentierino in discesa che conduce in breve all' incrocio in località ex teleferica (palina segnaletica, m 2776, ore 0.05 - 7.55), con il sentiero 138 discendente da Peio 3000 e diretto al Doss dei Cembri e con il sentiero 138 variante di collegamento al sentiero 105.                                                     

L'incrocio in località ex teleferica. L'altitudine riportata dal cartello è errata
Discendendo la Valle della Mite: la testata della valle alle nostre spalle
Si procede ora sull'agevole sentiero 138 che scende attraverso la pietrosa Valle della Mite in direzione del Doss dei Cembri, sviluppandosi parallelo ad una pista da sci.
Discendendo la Valle della Mite: il Rifugio Doss dei Cembri davanti a noi
Il percorso deviando verso sx attraversa il torrente della Valle della Mite lungo un ponticello di legno e solcata una verde radura, giunge all'incrocio (palina segnaletica, m 2370, ore 0.40 - 8.35) con il sentiero 139 diretto a dx verso la Val degli Orsi ed a sx verso l'innesto con il sentiero 105. Si procede diritto in discesa lungo una carrareccia giungendo in breve al Rifugio Doss dei Cembri m 2315 (ore 0.10 - 8.45), dove si trova la stazione di arrivo della seggiovia risalente da Tarlenta - Rifugio Scoiattolo (m 1998).  Si procede ora (palina segnaletica direzione Rifugio Scoiattolo) lungo la strada sterrata che con percorso in moderata discesa raggiunge la località Dos de le Strie (m 2215, ore 0.10 - 8.55) dove si interseca discendente da sx (palina segnaletica, carrareccia) l'itinerario 105 dal Rifugio Mantova ed un centinaio di metri oltre (palina segnaletica), la prosecuzione verso sx dell' itinerario 105 diretto a Malga Saline. Tralasciando tali indicazioni si segue in discesa la larga strada sterrata che piega verso dx con un tornante destrorso.

La stradina scende con percorso a mezza costa tra radure e tratti di rado bosco. Sottopassa la seggiovia Tarlenta Rifugio Scoiattolo - Doss dei Cembri e dopo un largo curvone verso sx perviene al Rifugio Scoiattolo Tarlenta m 1998 (ore 0.20 - 9.15), punto di intersezione di varie strade sterrate, punto di arrivo della telecabina risalente da Peio Fonti, punto di partenza della seggiovia diretta al Doss dei Cembri, punto di partenza della funivia diretta a Peio 3000. Qui troviamo anche l'incrocio (palina segnaletica), con l'itinerario 127 proveniente da Malga Mare e diretto al Croz dei Cacciatori. 
Il Rifugio Scoiattolo
Poco prima di Peio. La Valle del Monte con i Masi Predafessa
Seguendo le indicazioni per Peio, si segue la strada sterrata che piega a dx in discesa sottopassando la telecabina. Attraverso pinete e radure si raggiunge una biforcazione (palina segnaletica) dove si abbandona la carrareccia che prosegue diritto piegando a sx (tornante) lungo una stradina sterrata che scendendo a mezza costa si dirige verso le case di Peio.
Poco prima di Peio: scorcio su Cogolo
La strada diviene asfaltata. Si raggiunge il bivio (palina segnaletica) con l'itinerario 105 che sale a sx (strada sterrata) in direzione di Malga Saline. Superatolo, si tocca appena dopo la Chiesa di San Rocco (m 1655, ore 0.30 - 9.45). Si segue la strada asfaltata in discesa (Salita per san Rocco) entrando nell'abitato di Peio e toccando la piazza centrale sormontata dalla Chiesa di San Giorgio e San Lazzaro. Si segue in discesa a sx la centrale Via XXIV maggio fino ad un tornante destrorso. Qui si prosegue diritto imboccando Via Funivia che in breve ci conduce al parcheggio dal quale ha preso via questa lunga escursione (m 1555, ore 0.15 - 10.00).