by zombie

"Camminare per me significa entrare nella natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura per me non è un campo da ginnastica. Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori. Le montagne sono per me un sentimento."
(Reinhold Messner)

domenica 30 settembre 2018

Pian della Regina

Ascesa ad uno dei più suggestivi belvedere del Gruppo dell'Adamello

LUOGO DI PARTENZA E ARRIVO: Cevo, Via Pineta (km 97 da Brescia)
STAGIONE CONSIGLIATA: estate, inizio autunno
DISLIVELLO COMPLESSIVO IN SALITA: 1570 m
ACQUA SUL PERCORSO: assente nel tratto Fienili Musna - Malga Casentia 
ESCURSIONE EFFETTUATA IL: 25 settembre 2018
 Per ingrandire la mappa:
1) posizionare il cursore sulla mappa, aprire il menù a tendina cliccando il tasto destro del mouse
2) cliccando il tasto sinistro del mouse selezionare "apri link in un'altra scheda" 
3) posizionare il cursore sulla barra delle schede sul margine superiore dello schermo in corrispondenza del nuovo link. Aprire la scheda cliccando il tasto sinistro del mouse. Una volta aperta la scheda, ingrandire con il tasto sinistro del mouse
N.B.: 
I SENTIERI 92 E 94 NON SONO SEGNATI. IL SENTIERO 93 NEL TRATTO CEVO - MALGA CORTI NON E' SEGNATO. LA SEGNALETICA DEL SENTIERO 113 E' SPORADICA E CARENTE.  
 NOTE
Lungo itinerario per escursionisti allenati, con buon senso dell'orientamento e passo sicuro. Il percorso si snoda prevalentemente in ambiente isolato e selvaggio. Proibitivo in caso di nebbia  il tratto Malga Corti - Pian della Regina - Malga Casentia.
 Risalendo la Valle Camonica, si percorre la strada statale n. 42 fino al termine del tratto a scorrimento veloce (località Forno Allione). Alla rotatoria di uscita si seguono le indicazioni per Cevo. Percorsa per poco più di 1,5 chilometri la vecchia strada statale in direzione di Cedegolo, superata la località Saletto, si imbocca a sx la strada provinciale 84 che in poco più di 8 chilometri di salita, superati gli abitati di Berzo, Demo e Monte, raggiunge Cevo. Attraversato il centro del paese lungo la strada provinciale, si devia a sx (curva a gomito) per una ripida strada in salita (Via Pineta, indicazioni per Chalet Pineta e Campeggio leggibili solo per chi procede in senso contrario). Si percorre tale via per 400 metri raggiungendo un incrocio con un vasto parcheggio asfaltato prospiciente lo Chalet Pineta. Posteggiato l'automezzo, ci si incammina imboccando una via che procede in salita (Via Brigata Garibaldi), raggiungendo dopo un centinaio di metri un bivio.
 Qui, (a sx) troviamo la tabella che indica l'inizio del Sentiero della Resistenza n. 21 e una freccia segnaletica del sentiero CAI 93 per il Pian della Regina. Si svolta a sx seguendo tale direzione, lungo una ripida stradina asfaltata che in breve conduce all'ingresso di un campeggio. Si prosegue diritto in salita lungo la strada, contrassegnata dai segnavia verde - bianco - rossi del Sentiero della Resistenza, che ci accompagneranno fedelmente fino a Malga Corti (N.B.: da qui a Malga Corti non esiste segnaletica del sentiero 93). La strada sale nel bosco con due tornanti alternando tratti a fondo naturale, asfaltato e acciottolato. Dopo circa 10 minuti di cammino (quota m 1240)  troviamo sulla sx la palina segnaletica del sentiero 113 diretto in discesa a Cevo. Questo sentiero intersecherà per diverse volte la stradina che stiamo percorrendo ma essendo totalmente privo di segnavia, risulta impossibile individuarne il percorso con precisione. Una situazione che purtroppo riguarda anche  altri sentieri CAI della Valle di Saviore, lasciati da decenni nel più totale abbandono. La stradina, salendo con percorso a mezza costa, supera con un ponticello il torrente che discende dalla Valle del Coppo (altare religioso sulla dx) e continua a guadagnare quota con qualche tornante. Durante il cammino si intersecano diversi sentieri contraddistinti da  cartelli lignei indicanti malghe, fienili ed anche il Pian della Regina: sono tutti privi di segnaletica adeguata e se non volete rischiare di perdervi nei boschi, ignorateli.
Lungo la carrareccia troviamo (quota m 1490) un' altra palina segnaletica diretta in discesa a sx del sentiero 113. Poche decine di metri oltre, in corrispondenza di un tornante destrorso, si trascura un tratturo che prosegue nel bosco diritto (indicazioni per Desneur) e si continua a seguire la stradina in salita a dx (indicazioni per Malga Corti, segnavia verde - bianco - rossi). Si giunge in breve alla vasta e panoramica radura dei Fienili Musna Bassi (m 1515, ore 1.00). Qui una fontanella costituisce  l'ultimo punto di rifornimento idrico sicuro fino ad oltre il Pian della Regina.
Poco dopo la carrareccia effettua un tornante sinistrorso (in corrispondenza del quale si ignora la stradicciola che prosegue diritto) toccando i Fienili Musna Alti (m 1550) e proseguendo in salita fino a raggiungere in corrispondenza di un tornante destrorso, l'intersezione (m 1610, ore 0.20 - 1.20) con una carrareccia che scende a sx. In corrispondenza dell'intersezione troviamo una freccia segnaletica bianco - rossa  "muta" che indirizza a sx (si tratta del sentiero 113) ed una bacheca del percorso "Gran Fondo dell'Adamello".  Si prosegue a dx  in salita (segnavia verde - bianco -rossi) raggiungendo in breve un tornante sinistrorso dove la strada sterrata si biforca. Si segue il ramo di dx (freccia segnaletica "muta" verde - bianco - rossa ed indicazione per "Malga Corti - Ghisela": dopo due ripidi tornanti ravvicinati la carrareccia raggiunge con tracciato a mezza costa l'ampia e panoramica radura dei Fienili Ghisella.
.
Dai Fienili Ghisella: panorama verso S che abbraccia la media Valle Camonica
Dai Fienili Ghisella: da sx a dx, la Concarena (m 2549), il Monte Elto (m 2148), il solco della Valle di Paisco
Un pugno di case circondato dalla natura: Paisco (m 853) nell'omonima valle

Dai Fienili Ghisella: il fondovalle camuno con in primo piano Sellero (m 476)
La stradina successivamente oltrepassa (guado) il torrentello che scende da sx dalla Valle del Coppo e attraversando brevi tratti boschivi sbuca in una radura dove si innesta su un'ampia strada sterrata. All'intersezione (località Pla Lònc, palina segnaletica, bacheca,  m 1745, ore 0.30 - 1.50) si abbandona il percorso principale del Sentiero della Resistenza che prosegue diritto in discesa lungo la strada sterrata in direzione di Saviore dell'Adamello e si svolta a sx (curva a gomito) seguendo la sterrata che prosegue in salita in direzione Malga Corti (diramazione del Sentiero della Resistenza). In pochi minuti di percorso (4 tornanti) si raggiunge la bella Malga Corti (o Corte secondo alcune fonti, m 1815, ore 0.15 - 2.05).
 Malga Corti: palina segnaletica di sentieri che non esistono 

Procedendo verso il Pian della Regina. La Malga Corti alle nostre spalle. Sullo sfondo il Monte Re di Castello (m 2891) ed il Monte Frisozzo (m 2897)
Seguendo le indicazioni (palina segnaletica) del sentiero 93 in direzione del Pian della Regina, si imbocca la ripida strada acciottolata che procede in salita tra vaste radure in direzione N. La carrareccia (dal fondo misto sterrato - acciottolato) dopo aver superato con un guado il torrentello che scende da dx dalla Valle del Coppo, piega a sx.  Dopo un tornante destrorso segue quasi immediatamente uno sinistrorso. In corrispondenza di quest' ultimo si abbandona la stradina percorrendo (palina segnaletica, m 1915, ore 0.15 - 2.20) una traccia di sentiero che si inerpica ripida  tra i pascoli. La traccia, abbastanza evidente, corredata da frequenti anche se sbiaditi segnavia bianco - rossi, si inserisce nella Valle del Coppo, tenendosi sempre a sx del torrentello che la solca.
Salendo al Pian della Regina (a dx) lungo la Valle del Coppo 
A quota m 2020, la traccia si innesta sulla strada militare risalente alla Grande Guerra proveniente da Monte (frazione di Berzo Demo) e diretta al Piz Olda. Si piega a dx (curva a gomito) e si segue in salita tale strada per pochi metri. In corrispondenza del tornante sinistrorso la si abbandona per proseguire a dx (palina segnaletica) lungo la prosecuzione della traccia di sentiero che prosegue la sua ripida ascesa nella Valle del Coppo. Il percorso sale tenendosi inizialmente a poca distanza dal torrente (alla nostra dx). Successivamente la traccia piega un poco a sx pur mantenendosi sempre parallela al corso d'acqua. Seguendo con attenzione i frequenti ma sbiaditi segnavia, ci si porta in una conca erbosa poco al di sotto della linea di cresta che unisce il Piz Olda (alla nostra sx) al Pian della Regina (a dx).
Salendo al Pian della Regina: dalla linea di cresta veduta verso NO, la media Valle Camonica con gli abitati di Sonico ed Edolo 
Con un ultimo tratto molto ripido e faticoso, la traccia guadagna il panoramico ed aereo crinale che unisce il Piz Olda al Pian della Regina. Qui troviamo l'intersezione (m 2415, ore 1.20 - 3.40) tra il sentiero 93 che prosegue a dx lungo il crinale in direzione del Pian della Regina ed il sentiero 114B che si dirige a sx seguendo prevalentemente il crinale in direzione del Piz Olda. (N.B.: l'intersezione è del tutto priva di segnalazioni). Il crinale separa la Valle del Coppo che abbiamo risalito per intero (a S) dalla profonda Val Malga a N. Si procede quindi a dx lungo il crinale che dopo un tratto pianeggiante tra verdeggianti distese di erba nana, diviene ripido inerpicandosi verso la vetta a forma di piramide tronca del Pian della Regina.  Prestando attenzione ai segnavia non sempre ben visibili. si sale lungo una sconnessa pietraia senza tracce, per poi affrontare un tratto ripido su terreno friabile.

Salendo al Pian della Regina: dalla linea di cresta veduta verso NE: da sx a dx, la Punta di Valrossa (m 2743), i Corni di Premassone (m 3076) ed il sottostante Lago Baitone (diga), la Cima Plem (m 3182), il Monte Adamello (m 3539), il Corno Miller (m 3373)
Salendo al Pian della Regina: dalla linea di cresta veduta verso NE: la diga del Lago Baitone sovrastata dai Corni di Premassone (m 3076)

Salendo al Pian della Regina: dalla linea di cresta veduta verso O, il Piz Olda (m 2511)
Salendo al Pian della Regina: dalla linea di cresta veduta verso E. La vetta del Pian della Regina

Salendo al Pian della Regina: panoramica in direzione NO. Da sx a dx, il Piz Olda, la linea di cresta che separa la Valle di Saviore  dalla Val Malga, gli abitati di Sonico ed Edolo sul fondovalle camuno. Sullo sfondo i ghiacciai del Bernina (m 4049)

Per ultimo si deve risalire un ripido e stretto canalino  dove è utile aggrapparsi con le mani sfruttando gli  appigli rocciosi.
Superato il canalino, si accede al vasto pianoro sommitale dal quale emerge di qualche metro il cocuzzolo con croce sommitale del Pian della Regina m 2628 (ore 0.30 - 4.10). Vastissimo panorama a 360° che spazia dalle montagne dal Monte Disgrazia, al Bernina, al gruppo del Baitone, all'Adamello, alla media Valle Camonica.

Dalla vetta del Pian della Regina: veduta verso O del pianoro sommitale. Il panorama verso S e verso E è nascosto da un' impenetrabile coltre di nubi.


Dalla vetta del Pian della Regina: veduta verso NE con la Cima Plem (m 3182) ed il Monte Adamello (m 3539) parzialmente visibile. A sx la Val Malga, separata dalla Valle di Saviore dalla cresta che dal Pian della Regina si dirige verso la Cima del Coppetto (m 2686) ed il Monte Marser (m  2775), nascosti tra le nubi
Dalla vetta del Pian della Regina: panorama verso N con il profondo solco della Val Malga
Dalla vetta del Pian della Regina: panorama verso NO con il pianoro sommitale. Nel fondovalle camuno si intravedono Edolo e Monno
Iniziando la discesa lungo il sentiero 85: il Pian della Regina alle nostre spalle
Dalla croce di vetta si inizia la discesa lungo l'itinerario 85. Una palina segnaletica collocata pochi metri al di sotto della croce indica un  "fantasioso" tempo di rientro a Saviore dell'Adamello di sole 2 ore e 15 minuti. Seguendo i frequenti e marcati segnavia si affronta il ripido e roccioso crinale che cala in direzione E.
La discesa lungo il crinale deve essere affrontata con attenzione e cautela. A sx in particolare, il pendio precipita quasi verticalmente sulla Val Malga.
La Malga Premassone in Val Malga
 Il ripido crinale appena disceso alle nostre spalle
A quota 2560 metri circa il percorso (segnavia frequenti ma un poco sbiaditi), in corrispondenza di un piccolo cartello affisso su una roccia indicante "divieto di caccia", abbandona il crinale calando ripido a dx in un selvaggio vallone che confluisce nella Valle di Saviore. La debole traccia discende tenendosi sul versante di dx del vallone. Dopo un primo tratto ripido e disagevole su terreno sassoso e friabile, la debole traccia prosegue la discesa lungo uno scosceso pendio di scivolosa erba isiga. In basso a sx, il centro del vallone è tutto occupato da una vasta pietraia. Il percorso, pur perdendo rapidamente quota, rimane sempre alto rispetto alla pietraia. Nonostante la presenza di frequenti segnavia, non sempre è possibile individuare il tracciato con immediatezza. Procedere con attenzione!
A quota m 2410 circa, dipartono a sx dei segnavia che dirigono verso E tagliando trasversalmente il vallone. Alla biforcazione non vi è alcuna segnalazione chiarificatrice (uno dei tanti misteri dei sentieri della Valle di Saviore). Ignorare la deviazione e proseguire diritto lungo la debole traccia del sentiero 85 che continua la discesa tra i ciuffi di erba isiga tenendosi alta rispetto al margine destro della pietraia. In un punto si noteranno due pietre in mezzo alla pietraia contrassegnate con i segnavia bianco - rossi. Non consideratele: si tratta semplicemente di pietre originariamente situate a margine del sentiero che sono poi rotolate in basso nella pietraia!
A quota m 2210 si passa accanto a una serie di muretti che sembrano i ruderi di qualche costruzione. Li si oltrepassa sulla dx; la traccia molto debole, prosegue tra il pascolo per poche decine di metri verso dx.
Poche decine di metri dopo i ruderi, in corrispondenza dell'affioramento roccioso visibile nell'immagine, il percorso (traccia debolissima) piega bruscamente verso sx (direzione SE), scendendo con pendenza moderata a mezza costa attraverso una vasta radura. Con l'affievolirsi della traccia scompaiono quasi del tutto anche i segnavia (logico, no?).
Avvicinandosi al margine superiore della fascia boschiva, il tracciato (debolissime tracce di calpestio), snodandosi tra le distese di erba isiga, piega verso dx (direzione SO) riprendendo a scendere in maniera più accentuata.
Dopo parecchi minuti di cammino senza quasi scorgere segnavia, finalmente su un pietrone appaiono le indicazioni del sentiero 85. Poco dopo (m 2080 circa) il tracciato  piega ancora a dx  ed entra nella fascia boschiva divenendo un poco più visibile. Anche i segnavia ritornano ad essere frequenti e abbastanza visibili. In mezzo al bosco si raggiunge il bivio (palina segnaletica, m 1925, ore 2.05 - 6.15) con il sentiero 116 che si dirama a sx in direzione del Monte Marser.
Il sentiero prosegue la ripida discesa  raggiungendo in breve la pittoresca Malga Casentia m 1849 (ore 0.10 - 6.25). Dalla malga (fontana) si prosegue in discesa per una cinquantina di metri fino ad un piccolo spiazzo dove troviamo la palina segnaletica del sentiero 86 che indirizza a sx verso il Rifugio Gnutti (distante 5 ore di cammino lungo un itinerario di dubbia percorribilità che si snoda in zone isolatissime). Dal bivio si imbocca ora a dx una agevole e comoda strada sterrata  (segnavia 85 - 116) che dopo un breve tratto pianeggiante, scende ripida attraverso i boschi in direzione di Saviore dell'Adamello. A quota m 1485 troviamo una diramazione (palina segnaletica) dell' itinerario 85 che conduce a sx (curva a gomito) lungo una carrareccia in direzione dei Fienil Guss e Pianpaghera. Si continua diritto in discesa lungo la strada sterrata che giunge al curioso sito archeologico del "Plot Campana" (m 1415, ore 0.40 - 7.05, bacheche, area picnic).
Il masso del Plot Campana, con elementari incisioni di arte rupestre risalenti circa al VII secolo a.C.
Oltrepassato il sito archeologico, la strada sterrata prosegue la discesa con qualche tornante fino a divenire, in corrispondenza di uno slargo, un' ampia strada asfaltata. Proseguendo in discesa si raggiunge il bivio (palina segnaletica, m 1360, ore 0.05 - 7.10) con il sentiero della Resistenza n. 21 (segnavia verde - bianco - rossi) ed il sentiero 92 (non segnato) provenienti da dx  da Malga Corti. Si continua a scendere seguendo la strada asfaltata che compie un tornante sinistrorso seguito poco dopo da un tornante destrorso (fontana, area picnic). Pochi metri dopo quest'ultimo, si abbandona la strada asfaltata deviando a sx (curva a gomito, piccola freccia segnaletica verde - bianco - rossa) lungo un sentiero in discesa che conduce alle prime case di Saviore dell'Adamello. Il sentiero si innesta poco dopo su una strada asfaltata. All'incrocio (m 1255, ore 0.10 - 7.20) troviamo le paline segnaletiche di inizio del sentiero 85 - 116 ed una bacheca descrittiva del Sentiero della Resistenza n. 21. Si svolta a dx (curva a gomito) imboccando la strada asfaltata (Via Adamello) che scende nell'abitato fino all'incrocio con Via Pian della Regina. Si segue quest'ultima svoltando a sx in discesa (curva a gomito) e giungendo in breve ad un largo incrocio (m 1210, ore 0.10 - 7.30) dal quale a sx si dirama  Via dei Partigiani che conduce in pochi metri nel nucleo antico di Saviore dell'Adamello.

Al suddetto incrocio si svolta a dx (curva a gomito) percorrendo in discesa Via San Marco (strada provinciale n. 6), che in 2,3 chilometri ci conduce a Cevo. Il percorso, salvo un breve tratto di circa 300 metri, è dotato di marciapiede e pista ciclabile corredati  di  impianto di illuminazione.  Giunti alle prime case di Cevo (m 1075), si imbocca a dx Via Pineta, che con una ripida ma breve salita ci conduce fino al grande parcheggio dello Chalet Pineta (m 1120, ore 0.35 - 8.05), punto di partenza di questa lunga e varia escursione.

martedì 25 settembre 2018

Punta Venerocolo

Lunga escursione in uno tra gli ambienti più remoti e solitari delle Orobie Orientali

LUOGO DI PARTENZA E ARRIVO: località Ronco, fraz. di Schilpario - BG, Via Vo (km 82 da Brescia)
STAGIONE CONSIGLIATA: estate, inizio autunno
DISLIVELLO COMPLESSIVO IN SALITA: 1865 m
ACQUA SUL PERCORSO: si         
ESCURSIONE EFFETTUATA IL: 17 ottobre 2011
 Per ingrandire la mappa:
1) posizionare il cursore sulla mappa, aprire il menù a tendina cliccando il tasto destro del mouse
2) cliccando il tasto sinistro del mouse selezionare "apri link in un'altra scheda" 
3) posizionare il cursore sulla barra delle schede sul margine superiore dello schermo in corrispondenza del nuovo link. Aprire la scheda cliccando il tasto sinistro del mouse. Una volta aperta la scheda, ingrandire con il tasto sinistro del mouse
 NOTE
Lungo itinerario caratterizzato da forti dislivelli, per escursionisti allenati, con buon senso dell'orientamento e passo sicuro. Il percorso si snoda prevalentemente in ambiente isolato e selvaggio. Sconsigliato in caso di nebbia e maltempo. 
 Risalendo la Valle di Scalve da Darfo - Boario Terme lungo la strada provinciale n. 294, si procede in direzione di Schilpario (BG). Circa 2 chilometri prima di questa località si attraversa il piccolo abitato di Ronco. Oltrepassatolo, la strada provinciale con un ampio curvone  a dx attraversa il Torrente Vo: appena oltre il ponte, sulla sx si dirama una strada asfaltata (Via Vo). Al suo inizio vi è un cartello indicante la cascata del Vo ed una tabella segnaletica del CAI. Lasciato l'automezzo in uno slargo a margine della stradina, ci si incammina seguendola lungo il pianeggiante solco della Valle del Vo. Il percorso si snoda parallelo all'ampio torrente (a sx) e raggiunge la località la Paghera m 1102 (ore 0.20) dove la strada asfaltata termina in un vasto parcheggio (ristorante - pizzeria, area picnic).
Si procede diritto lungo una carrareccia raggiungendo dopo un centinaio di metri una biforcazione: a sx si dirama l'itinerario 413A diretto alla cascata del Vo ed  al Rifugio Tagliaferri. A dx diparte l'itinerario 414 per i laghetti ed il Passo del Venerocolo. Seguendo quest'ultima direzione, si imbocca la stradina sterrata che inizia a guadagnare quota con qualche tornante attraverso il bosco. A circa 1370 metri di quota la carrareccia lascia il posto ad una mulattiera di fattura militare risalente alla Grande Guerra.
 Brume mattutine nella Valle del Venerocolino. Scorcio verso SO con il Pizzo della Presolana (m 2521)
 La mulattiera, con pendenza molto regolare, risale il versante dx della Valle del Venerocolino lasciando alle spalle la fascia boschiva. In un contesto di natura selvaggia (in tutta la vallata non vi sono malghe o bivacchi), piega successivamente a sx salendo con numerosi tornanti sul versante di sx.
 La lunga ascesa, accompagnata dallo scrosciare di piccoli torrenti e cascatelle, conduce con progressione verso la testata della valle con in primo piano la Punta Venerocolo (m 2590).
La Valle del Venerocolino alle nostre spalle. Sullo  sfondo, da sx a dx, il Pizzo Camino (m 2491), la Cima Moren (m 2418), la Corna di San Fermo (m 2352)
Uno dei Laghetti di San Carlo. Sullo sfondo la Punta Venerocolo
Veduta verso SE: sullo sfondo le prealpi bresciane, con l' inconfondibile profilo degli ex impianti radar del Dosso dei Galli (m 2196)

La lunga ascesa della Valle del Venerocolino termina al bivio, in prossimità del crinale spartiacque con la Valtellina (palina segnaletica, m 2305, ore 3.10 - 3.30) con la mulattiera militare (itinerario 416) proveniente da sx dal Rifugio Tagliaferri e dal vicino Passo di Venerocolo e diretta a dx verso il Passo del Gatto. A sx si osservano i Laghetti del Venerocolo, a dx quelli di San Carlo.
Uno dei Laghetti di San Carlo. Sullo sfondo il Pizzo Tornello (m 2687)
Al bivio si svolta a dx in direzione del Passo del Gatto. In un vasto e suggestivo ambiente contornato di laghetti, torbiere e radure, la mulattiera scende brevemente nella conca dei Laghetti di San Carlo (m 2240). Successivamente riprende quota con percorso a mezza costa in direzione E.
Si raggiunge quindi il bivio (palina segnaletica, m 2315, ore 0.20 - 3.50), con il sentiero 161 che si dirama ripido in salita a sx in direzione del Passo del Sellerino. Lo si segue (debole traccia, attenzione ai segnavia) procedendo su facile terreno.
Salendo al Passo del Sellerino, veduta verso SO sui Laghetti di San Carlo
Si conquista in breve l'ampia sella del Passo del Sellerino (m 2415, ore 0.20 - 4.10), che mette in comunicazione la bergmasca Valle del Venerocolino  con la bresciana Valle del Sellero.
Dal passo si procede a sx lungo una debole e ripida traccia che rimonta la cresta che collega il Passo del Sellerino alla Punta Venerocolo. Il terreno, ripido e friabile richiede attenzione e passo sicuro, nonché l'appiglio con le mani in qualche passaggio un poco esposto. Procedendo con cautela si raggiunge l'aerea e panoramica vetta della Punta Venerocolo (o Punta Tre Confini), m 2590 (ore 0.30 - 4.40). La sommità (piccola croce) è il punto di congiunzione dei confini delle province di Bergamo, Brescia e Sondrio.

Dalla Punta Venerocolo: il Monte Adamello (m 3539) ed il Corno Miller (m 3373)
Dalla Punta Venerocolo: veduta verso NO con la Valle di Campo (confluente nella Valtellina). Sullo sfondo il Bernina (m 4049)
Dalla Punta Venerocolo: veduta verso N, con la lunga cresta che dalla vetta prosegue unendo il Monte Colombaro (m 2686), il Monte Sellero (m 2744), il Monte Telenek (m 2753)

Dalla Punta Venerocolo: veduta verso S, il solco della Valle del Venerocolino. Sullo sfondo, da sx a dx, la triade Pizzo Camino (m 2491) - Cima Moren (m 2418) -  Corna di San Fermo (m 2352) ed il Pizzo della Presolana (m 2521)
Pizzo Camino (m 2491) - Cima Moren (m 2418) -  Corna di San Fermo (m 2352)
Scendendo dal Passo del Sellerino: un altro scorcio dei Laghetti di San Carlo
Dalla Punta Venerocolo, per medesimo percorso intrapreso in salita, si discende (attenzione e cautela!) al sottostante Passo del Sellerino m 2415 (ore 0.20 - 5.00). Da qui, seguendo i segnavia dell'itinerario 161, si piega a dx in ripida discesa ritornando al bivio (palina segnaletica, m 2315, ore 0.15 - 5.15) con la mulattiera militare (itinerario 416).
Al centro dell'immagine il roccioso e stretto passaggio del Passo del Gatto
Si procede a sx seguendo le indicazioni per il Passo del Gatto. La ben conservata mulattiera militare si snoda in moderata salita con percorso a mezza costa, aggirando i fianchi meridionali del Monte Sellerino (m 2507).
In prossimità del Passo del Gatto
Il tracciato, con alcuni arditi tratti scavati nella roccia, scavalca il ristretto ed aereo passaggio del Passo del Gatto (m 2416, ore 0.35 - 5.50), che mette in comunicazione la Valle del Venerocolino con la Valbona ed il Passo del Vivione.
Si procede ora in panoramica discesa sul versante della Valbona, con belle vedute sul versante occidentale della Concarena (m 2549).

Scendendo dal Passo del Gatto: il Lago di Valbona (m 2056). A dx  il Monte Poiat (m 2322)
Dopo aver disceso il ripido pendio  sovrastante il lago di Valbona, la mulattiera aggira il bacino con un lungo percorso ad arco tenendosi alta rispetto alla riva. Per accorciare questo lungo e dispersivo tracciato, una volta giunti nelle vicinanze del lago, si abbandona momentaneamente la mulattiera (che aggira alta il lago sulla dx), imboccando a sx un marcato sentiero che discende nella conca lacustre e che aggira il bacino sulla sx attraversando una vasta radura. Poco oltre il lago, il sentiero e la mulattiera (quest'ultima da dx) si ricongiungono.
Nei pressi del Lago di Valbona: luci tardo pomeridiane. Al centro dell'immagine, la Malga Gaffione, sovrastata dal Monte Busma (m 2136)
Il tracciato prosegue la discesa attraverso la Valbona e raggiunge la Malga Gaffione. In prossimità della malga, si abbandona la mulattiera militare (segnavia 416) che prosegue diritto in direzione del vicino Passo del Vivione (visibile a circa 600 metri) e si piega a dx (curva a gomito) lungo un tratturo che tocca la malga. Da qui, attraverso il pascolo, procedendo in direzione S lungo una traccia in leggera discesa, si raggiunge in poche decine di metri l'incrocio, in prossimità di un torrentello  con i sentieri 415 - 427 (palina segnaletica, m 1814, ore 1.20 - 7.10).
Il Passo del Vivione (m 1828) visto dal Passo dei Laghetti delle Valli
All'intersezione si  procede a dx in moderata salita lungo il sentiero 415 diretto a Schilpario attraverso la sella dei Laghetti delle Valli. Il percorso guadagna  quota attraverso vastissime praterie in direzione SO. Raggiunge quindi l'ampio valico presso il quale vi sono i Laghetti delle Valli (palina segnaletica, m 1993, ore 0.30 - 7.40). Qui, proveniente da dx, si innesta il sentiero 415A discendente dal Lago di Val Asinina.
Luci tardo pomeridiane ai Laghetti delle Valli
Luci tardo pomeridiane ai Laghetti delle Valli
Luci tardo pomeridiane ai Laghetti delle Valli
Luci tardo pomeridiane ai Laghetti delle Valli
Dal Passo dei Laghetti delle Valli si prosegue lungo  il sentiero 415 che piega pianeggiante a sx in una  radura che conduce  in vista della sottostante Val di Scalve. Il sentiero (ben evidente, segnavia marcati) inizia a scendere inserendosi in un bosco via via sempre più fitto. Superati i ruderi della Malga Busmino (m 1640), perde rapidamente quota fino a sbucare dal bosco direttamente sulla strada provinciale n. 294 in corrispondenza della Chiesa di Santa Elisabetta (palina segnaletica, m 1137, ore 1.30 - 9.10). Si svolta a sx e si segue la strada provinciale in leggera discesa raggiungendo Schilpario. Si lascia la strada provinciale che gira a sx e si prosegue diritto attraverso la stretta e acciottolata Via della Clusa che attraversa il  centro storico di Schilpario in direzione E-O (m 1124, ore 0.10 - 9.20). 
Si prosegue sempre diritto lungo la via centrale denominata Via Padre Maj e successivamente Via Torri e Via Nazionale, fino ad incrociare, al limite dell'abitato, la strada provinciale proveniente da sx. Si segue quest'ultima diritto in discesa per circa 700 metri, raggiungendo in prossimità del ponte in  località Ronco, la strada che diparte a dx per inoltrarsi nella Valle del Vo, dove ha avuto inizio questa lunga escursione (m 1070, ore 0.20 - 9.40).