by zombie

"Camminare per me significa entrare nella natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura per me non è un campo da ginnastica. Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori. Le montagne sono per me un sentimento."
(Reinhold Messner)

venerdì 29 settembre 2017

Lago di Lares e Sella dei Pozzoni

 Il versante trentino del Gruppo dell'Adamello partendo dalla Val di Genova

LUOGO DI PARTENZA E ARRIVO: Località Ponte Rosso - Pian di Genova, fraz. di Strembo - TN  (km 120 da Brescia)
STAGIONE CONSIGLIATA: estate, inizio autunno
DISLIVELLO COMPLESSIVO IN SALITA: 2160 m
ACQUA SUL PERCORSO: si            
ESCURSIONE EFFETTUATA IL: 21 settembre 2015
 Per ingrandire la mappa:
1) posizionare il cursore sulla mappa, aprire il menù a tendina cliccando il tasto destro del mouse
2) cliccando il tasto sinistro del mouse selezionare "apri link in un'altra scheda" 
3) posizionare il cursore sulla barra delle schede sul margine superiore dello schermo in corrispondenza del nuovo link. Aprire la scheda cliccando il tasto sinistro del mouse. Una volta aperta la scheda, ingrandire con il tasto sinistro del mouse
   NOTE
Percorso adatto ad escursionisti ben allenati e con un buon senso dell'orientamento, che si sviluppa in ambiente solitario e selvaggio con pochi punti di appoggio. Il tratto dal Lago di Lares al Passo di Altar supera vaste zone di terreno impervio e pietraia difficile. Itinerario da effettuare solo con condizioni meteo ottimali. 
Considerato il notevole sviluppo del percorso, è consigliato dividere l'escursione in due giornate, pernottando al Rifugio Carè Alto.

Questa escursione interamente in territorio trentino inizia presso la località Ponte Rosso m 1110, che si trova lungo la stretta strada asfaltata che risale la selvaggia Val Genova, all'interno del Parco Naturale Adamello - Brenta; precisamente a 8 chilometri dall'incrocio con la Strada Statale n. 239 (situato appena oltre Carisolo). Lasciato l'automezzo nelle aree di sosta autorizzate, si imbocca il sentiero SAT 214.
N.B.: la strada comunale della Val Genova nel periodo estivo è soggetta a restrittivi limiti di transito (consentito solo a pagamento in alcune fasce orarie). Per informazioni consultare il sito http://www.pnab.it/vivere-il-parco/come-muoversi/con-la-mobilita-del-parco/mobilita-val-genova.html
Alba lungo il fondovalle
Il sentiero supera su un ponte di legno le impetuose acque del Fiume Sarca di Genova. Dopo avere attraversato una breve e pianeggiante radura si inerpica subito con pendenza sostenuta lungo l'imbocco della Valle di Lares. Dopo una ventina di minuti di cammino il percorso rasenta le spettacolari cascate formate dal Rio Lares, che hanno un salto complessivo di circa 200 metri.
Si prosegue in costante salita nel fitto bosco di latifoglie con numerosi tornanti. Il superamento di alcune balze rocciose è agevolato da comode scalinate di legno.
Particolare della foresta

Proseguendo la lunga ascesa che consente di superare il ripido gradino glaciale, il bosco di latifoglie lascia spazio alle conifere. Dopo circa due ore di cammino si supera su un ponticello di legno il Rio Lares che precipita verso la Val di Genova e si perviene, immersa in una radura, alla Malga Lares m 1891 (ore 2.15)  ultimo punto di riparo, oltre il quale esiste solo la natura più selvaggia ed isolata.
Panorama della Valle di Lares dalla omonima malga.
Dalla malga (situata in posizione rialzata) il sentiero diviene una tortuosa traccia che perdendo leggermente quota, si inserisce nel solco ora divenuto quasi pianeggiante della Val di Lares.
La Valle di Lares: veduta verso N con il Gruppo della Presanella
Il tracciato (ben segnato) avanza lento e tortuoso tra radure e colossali massi erratici raggiungendo i ruderi quasi scomparsi dell'ex Rifugio Lares m 2089 (ore 0.55 - 3.10). Da qui in avanti si riprende a salire in maniera decisa con alcuni tratti ripidi e sconnessi tra pietre e grosse radici arbustive.
Salendo verso il Lago di Lares: la parte inferiore della Valle di Lares. Sullo sfondo la Cima Presanella (m 3556)
Superata la fascia vegetativa, la debole traccia, ora divenuta più agevole, avanza verso il deserto di pietra che precede il Lago di Lares. In questa zona non è raro osservare piccoli e vivaci esemplari di ermellini  tanto rapidi nei movimenti quanto difficili da fotografare.


In prossimità del Lago di Lares: il deserto di pietra appena risalito. sullo sfondo Cima Presanella
Il Lago di Lares m 2655 (ore 1.50 - 5.00). Formatosi all'inizio degli anni '50 del secolo scorso, a causa del ritiro del Ghiacciaio di Lares. Il forte e sotto certi aspetti drammatico arretramento del ghiacciaio, accentuatosi ulteriormente nell'ultimo decennio, ha determinato come conseguenza, la possibilità di rendere percorribili a livello escursionistico itinerari un tempo alpinistici.
Il Lago di Lares con la Vedretta di Lares ed il Corno di Cavento (m 3406). Il ghiacciaio ora diviso in due lingue, fino agli anni '50 del secolo scorso costituiva un'unica massa la cui fronte ricopriva l'attuale sede del lago.





Inizia ora il tratto più impegnativo ma al tempo stesso più spettacolare dell'escursione. Dal lago si devia verso sx seguendo con attenzione, su un terreno roccioso privo di qualsiasi traccia, i frequenti e ben marcati segnavia. Si giunge in vista della fronte terminale delle Vedretta di Lares.
Particolare della fronte della Vedretta di Lares

Il tracciato, sfruttando i passaggi a gradoni di colossali e lisce placche granitiche, perde quota fino a raggiungere il sottostante pianoro quasi completamente ricoperto dalle acque di fusione del ghiacciaio.

Si raggiunge l'estremità del piccolo bacino m 2590 (ore 0.25 - 5.25), in corrispondenza dell'emmissario dal quale nasce il Rio Lares. Qui , nel punto più stretto tra le due rive, si deve attraversare. Il passaggio, in caso di aumentata portata delle acque potrebbe risultare difficoltoso. In ogni caso, in epoca successiva alla presente escursione questo punto critico è stato attrezzato (estate 2016) con una robusta fune che unisce le due sponde.

Il percorso riguadagna quindi quota su un terreno impervio completamente privo di tracce, compiendo lunghe e tortuose deviazioni per aggirare e superare le maggiori asperità. Si perviene quindi ad un accidentato (ma non particolarmente esposto) crinale che rimonta in direzione  S verso la Sella dei Pozzoni. Il crinale è disseminato dai resti delle trincee e delle postazioni austro - ungariche m 2835 (ore 0.50 - 6.15)  risalenti alla Prima Guerra Mondiale.

Ovunque spazi lo sguardo, il panorama è spettacolare. Dall'alto del crinale, sulla dx si osserva appieno la
Vedretta di Lares ed il sottostante Lago di Lares.

La fronte delle vedretta vista dalle trincee austro - ungariche

Cima Presanella dalle postazioni austro - ungariche
Cima Presanella dalle postazioni austro - ungariche

Il Lago della Busa del Morto: sullo sfondo da sx, la Cima di Pra Vecchio (m 2812) ed il Monte Coel (m 2872)
Dopo aver raggiunto la zona delle postazioni, il percorso prosegue lungo un'accidentata pietraia avvicinandosi al  Lago della Busa del  Morto (m 2773). Con qualche saliscendi, senza perdere quota, si aggira il lago attraverso la pietraia.

Il Lago della Busa del Morto: sullo sfondo da sx, la Cima di Pra Vecchio (m 2812)

La riva settentrionale del lago con la Cima Presanella

Il Lago Busa del Morto visto dai pressi della Sella dei Pozzoni.

Dopo il lungo e tortuoso attraversamento della pietraia per aggirare il lago, si giunge al Passo dei Pozzoni m 2814 (ore 0.55 - 7.10), valico di collegamento tra la Valle di Lares e la Val di Borzago. Qui si incrocia il sentiero SAT 218 A che consente di raggiungere in circa un' ora e quarantacinque minuti il Rifugio Carè Alto dove è possibile pernottare (opzione consigliata). Se invece si desidera concludere l'escursione in giornata (nel nostro caso), si deve imboccare il sentiero 218 in direzione Passo di Altar.
Dalla Sella dei Pozzoni: il Monte Coel (m 2872) con il mare di nebbia che ricopre la Val di Borzago e la Val Rendena

Dalla Sella dei Pozzoni: la gigantesca mole del Carè Alto (m 3463) affiora dal mare di nebbia
Giochi di nebbia alla Sella dei Pozzoni
Giochi di nebbia alla Sella dei Pozzoni
Il Passo di Altar (m 2385)
Dalla Sella dei Pozzoni si segue il sentiero SAT 218, una debole e tortuosa traccia che perde rapidamente quota attraverso la pietraia. Si raggiunge quindi l'incrocio con il sentiero 215 m 2480 (ore 0.40 - 7.50): qui (palina segnaletica) si devia a sx in direzione del Passo di Altar (segnalato con un irreale tempo di percorrenza di soli quaranta minuti).
Il sentiero procede a mezza costa lungo le pendici meridionali del Monte Coel,  Cima di Pra Vecchio e Cima degli Obici con ampie vedute (nebbia permettendo) sulla sottostante Valle di Borzago. Con tracciato in molti tratti angusto e tortuoso, si superano lunghi tratti di pietraia e dopo una serie di faticosi saliscendi, si raggiunge il Passo di Altar m 2385 (ore 1.10 - 9.00).
Dal Passo di Altar: veduta sulla testata della Val Seniciaga con il Lago Negro
Il Passo di Altar mette in comunicazione la Valle di Borzago con la Val Seniciaga. Da qui (palina segnaletica, incrocio con sentiero SAT 215 B), si continua lungo il sentiero 215 discendendo la lunghissima Val Seniciaga.
Discendendo la Val Seniciaga: alle nostre spalle la testata della Valle con il Passo di Altar

Il tracciato, ora abbastanza agevole, perde rapidamente quota toccando Malga Seniciaga Alta m 1943 (ore 1.00 - 10.00). Successivamente, il sentiero in moderata costante discesa, attraverso pascoli e radure supera la Malga Campo Trentin e raggiunge la Malga Germenega Bassa m  1575 (ore 0.50 - 10.50) dove si incrocia, proveniente da dx, il sentiero 244 dalla Val Germenega.

rudimentale ponte sul Rio Seniciaga

Alla Malga Germenega Bassa inizia una larga mullattiera che inizialmente pianeggiante, attraversa una vasta radura pascoliva. Successivamente la mulattiera entra nel bosco e in vista dello sbocco della Val Seniciaga in  Val di Genova, con una lunga serie di ripidi tornanti in forte discesa, supera l'enorme gradino glaciale.  Quando ormai la discesa è terminata e ci si trova nel fondovalle in prossimità del Fiume Sarca di Genova, si raggiunge un incrocio con paline segnaletiche indicanti a dx e sx il Sentiero delle Cascate. Trascurando tali segnalazioni, si prosegue diritto: dopo poche decine di metri si attraversa il fiume su un ponte di legno:   subito dopo il percorso devia a dx e continua pianeggiante per circa quattrocento metri costeggiando il corso d'acqua. Si sbocca infine  (palina segnaletica di fine del sentiero 215) alla località Scala di Bò m 988 (ore 1.10 - 12.00) sulla strada comunale asfaltata della Val di Genova. Si svolta a sx e si percorre tale strada in moderata salita per circa due chilometri fino alla località Ponte Rosso m 1110 (ore 0.30 - 12.30), punto di inizio dell'escursione.

martedì 12 settembre 2017

Valle e Passo di Salarno

 Dai boschi di Fabrezza, passando dal Rifugio Prudenzini, fino al Pian di Neve

LUOGO DI PARTENZA E ARRIVO: Fabrezza, fraz. di Saviore dell'Adamello (km 102 da Brescia)
STAGIONE CONSIGLIATA: estate, inizio autunno
DISLIVELLO COMPLESSIVO IN SALITA: 1760 m
ACQUA SUL PERCORSO: si     
ESCURSIONE EFFETTUATA IL: 22 agosto 2016
 Per ingrandire la mappa:
1) posizionare il cursore sulla mappa, aprire il menù a tendina cliccando il tasto destro del mouse
2) cliccando il tasto sinistro del mouse selezionare "apri link in un'altra scheda" 
3) posizionare il cursore sulla barra delle schede sul margine superiore dello schermo in corrispondenza del nuovo link. Aprire la scheda cliccando il tasto sinistro del mouse. Una volta aperta la scheda, ingrandire con il tasto sinistro del mouse
   NOTE
Percorso adatto ad escursionisti ben allenati e con un buon senso dell'orientamento. Dal Rifugio Prudenzini al Passo di Salarno l'itinerario si sviluppa in ambiente d'alta quota isolato e selvaggio, su tratti di terreno impervio e pietraia difficile. Assolutamente da evitare in caso di nebbia o maltempo.



Iniziando l'escursione: Fabrezza alle nostre spalle
Dal paese di Saviore dell'Adamello si procede con l'automezzo per quattro chilometri lungo una stretta strada asfaltata che procedendo a mezza costa attraverso una fitta abetaia, raggiunge la località di Fabrezza m 1424 (locanda, bar, area picnic). Parcheggiato l'automezzo (ampia area di sosta) ci si incammina (palina segnaletica) lungo la ripida stradina acciottolata in direzione del Rifugio Prudenzini.
Dopo pochi minuti di cammino si incrocia sulla dx l'inizio del sentiero CAI 87 m 1460 (ore 0.05) diretto al Monte Blisie ed al Lago di Bos. Sentiero, che come parecchi altri percorsi CAI della Val Saviore e della Val Camonica, giace in stato di abbandono.
Si prosegue seguendo la stradina acciottolata che con una serie di ripidi tornanti supera il primo gradino glaciale della Valle di Salarno (in questo primo tratto denominata "Valle di Bratte").
Splendido esemplare di volatile trovato morto ai margini della stradina
Successivamente la pendenza diviene più moderata raggiungendo la zona vegetativa dei pascoli. Dopo circa un'ora di cammino si supera il bivio a dx (palina segnaletica) con il sentiero 87B m 1735 (ore 0.55 - 1.00) diretto al Lago di Bos,  la stradina attraversa il Torrente Poja di Salarno. Poco dopo si passa accanto (a dx) alla Malga Macesso di Sotto. 
Salendo verso il Lago di Salarno: l'alveo dell' ex Lago di Macesso
Si raggiunge quindi la Malga Macesso di Sopra m 1920 (ore 0.35 - 1.35) dove incrociamo a sx (palina segnaletica) il sentiero 86A diretto al Passo Valle di Macesso ed al Rifugio Gnutti (traccia debolissima, segnavia scomparsi). La stradina  costeggia ora pianegginate l'alveo dell'ex Lago di Macesso per poi rimontare con una serie di ripidi tornanti un gradino roccioso oltre il quale si trova il Lago di Salarno m 2070 (ore 0.25 - 2.00).

Il Lago di Salarno è un bacino creato da uno sbarramento artificiale presso il quale si trovano diversi caseggiati a servizio degli impianti idroelettrici.
Si costeggia il Lago di Salarno e quello di Dosazzo con percorso pianeggiante lungo una stradina sterrata.

Salendo al Rifugio Prudenzini: vista della Valle di Salarno alle nostre spalle 
Al termine del Lago di Dosazzo la stradina diviene un marcato sentiero che riprende a salire di quota con pendenza moderata.

Si giunge quindi al Rifugio Prudenzini m 2235 (ore 0.40 - 2.40), crocevia e punto di pernottamento dell'Alta Via dell'Adamello (sentiero 1) e base di partenza per la scalata al Monte Adamello.
 
 Dal Rifugio Prudenzini: la testata della Valle di Salarno: a sx i Corni di Salarno (m 3262), al centro il Cornetto di Salarno (m 3201) con il Passo di Salarno, meta dell'escursione

Si entra ora nella fase più impegnativa dell'escursione: lasciato il Rifugio Prudenzini si prosegue (palina segnaletica sentiero 14, direzione Bivacco Passo Salarno) lungo un sentiero inizialmente pianeggiante che costeggiando  il Torrente Poja tra vasti pascoli,  punta alla testata della valle. Dopo aver superato i ruderi del vecchio rifugio, il tracciato inizia a guadagnare rapidamente quota offrendo vedute sempre più ampie e spettacolari sulla sovrastante Vedretta di Salarno e sulla Valle di Salarno.
Particolare della Vedretta di Salarno

Salendo al Passo di Salarno: vista sulla  Valle di Salarno ed il Rifugio Prudenzini
Salendo al Passo di Salarno: la gradinata del Corno Zuccone
  
 Veduta della Valle di Salarno dal Corno Zuccone
Il percorso (segnavia radi e sbiaditi), sebbene ripido, superando diverse balze rocciose. rimane abbastanza agevole  e ben evidente fino ai pressi del Corno Zuccone m 2830 (ore 2.00 - 4.40). Procedendo oltre, si deve affrontare una difficile e  ripida pietraia dove bisogna prestare attenzione a non perdere il tracciato, individuabile attraverso ometti di pietra e alcuni radi e sbiaditi segnavia.
L'insellatura del Passo di Salarno
L'ascesa per coprire gli ultimi trecento metri di dislivello che ci separano dal Passo di Salarno è lenta e faticosa e include anche alcuni brevi tratti di nevaio (resti dell'ormai  deceduto Ghiacciaio Triangolo).

Da sx a dx: il Cornetto di Salarno (m 3201) ed il sottostante  Bivacco Giannantonj (m 3168); il Monte Adamello (m 3539), il Corno Bianco (m 3427), l'insellatura del Passo Adamè (m 3128), il monte Fumo (m3418)
 Si giunge finalmente al Passo di Salarno  m 3150 (ore 1.40 - 6.20). La vista dal passo sul Pian di neve, con condizioni atmosferiche ottimali, è spettacolare e ripaga ampiamente la fatica dell'ascesa.
  Particolare del Monte Fumo (m 3418)
Veduta sulla Valle di Salarno ed i monti della media Valcamonica
Il Bivacco Giannantonj ed il Cornetto di Salarno
Dal passo è visibile sulla sx, ad un centinaio di metri di distanza il piccolo Bivacco Giannantonj. Pur essendo molto vicino, non è di facile accesso, a causa del forte abbassamento del ghiacciaio avvenuto negli ultimi anni. Per raggiungerlo occorre infatti calarsi  sulla dx, tramite una ripidissima e franosa scarpata fino al sottostante ghiacciaio, percorrere per un breve tratto il margine di quest'ultimo e quindi rimontare a sx una difficile balza rocciosa.
Il Lago d'Iseo dal Passo di Salarno

La cresta che separa la Valle di Salarno dalla Valle di Adamè
Veduta verso S: sullo sfondo in lontananza il Cornone di Blumone (m 2842)
Il Corno Triangolo (m 3097) lungo la cresta che separa la Valle di Salarno dalla Valle di Adamè
Il Corno Triangolo (m 3097) lungo la cresta che separa la Valle di Salarno dalla Valle di Adamè
Lungo la via del ritorno:  i ruderi del vecchio Rifugio Prudenzini
Si intraprende ora la lunga via del ritorno che ricalca per tutta la sua lunghezza il medesimo itinerario di salita. Il tratto iniziale di discesa dal Passo di Salarno fino al Corno Zuccone m 2830 (ore 0.50 - 7.10) va affrontato con particolare attenzione e cautela.
Gli acquitrini nei pressi del Rifugio Prudenzini racchiudono un microcosmo pullulante di vita
 
Lungo la via del ritorno: panoramica della testata della Valle di Salarno nei pressi del Rifugio Prudenzini
  Lungo la via del ritorno: il Rifugio Prudenzini
Lungo la via del ritorno: sole tardo pomeridiano al Lago di Salarno