by zombie

"Camminare per me significa entrare nella natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura per me non è un campo da ginnastica. Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori. Le montagne sono per me un sentimento."
(Reinhold Messner)

giovedì 30 novembre 2017

Monte Guglielmo dalla Val di Gasso

Paesaggi autunnali  del "piccolo gigante" delle Prealpi Bresciane

LUOGO DI PARTENZA: Valle di Gasso (comune di Zone), strada comunale Cislano - Croce di Marone, bivio sentiero 230,  km 42 da Brescia
STAGIONE CONSIGLIATA: primavera, estate, autunno
DISLIVELLO COMPLESSIVO IN SALITA: 1060 m
ACQUA SUL PERCORSO: si                   
ESCURSIONE EFFETTUATA IL: 20 ottobre 2012
 Per ingrandire la mappa:
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2) cliccando il tasto sinistro del mouse selezionare "apri link in un'altra scheda" 
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Imboccata la strada provinciale che da Marone sale a Zone, giunti in prossimità di Cislano (frazione di Zone), si devia a dx (segnali per Monte Guglielmo, Rifugio Croce di Marone) lungo una stretta stradina asfaltata che sale inoltrandosi nella Valle di Gasso. Dopo poche centinaia di metri la strada diviene sterrata e guadagna rapidamente quota attraverso il bosco con una serie di tornanti. Dopo 3,9 chilometri dal bivio di Cislano, sulla sx incrociamo una carrareccia (m 975) con una palina segnaletica indicante l'inizio del sentiero 230. Da questo punto, lasciato l'automezzo in uno dei piccoli spiazzi situati a margine della strada, inizia la nostra escursione.
Ci si incammina lungo la carrareccia quasi pianeggiante che dopo un centinaio di metri, in prossimità del casolare Splazza di Sopra, lascia il posto ad un marcato sentiero che dopo qualche saliscendi inizia a salire.
In breve si raggiunge questo caratteristico caseggiato ricavato sotto le pareti strapiombanti della Corna Frere. Si prosegue in salita con tracciato a mezza costa in mezzo al bosco (segnavia radi e sbiaditi) intersecando il sentiero 232 (m 1075, ore 0.30) risalente da Cislano e diretto alla Malga Guglielmo di Sotto.

Seguendo sempre diritto il marcato sentiero 230  che a mezza costa procede in costante ma moderata salita, si esce dalla fascia boschiva superando una serie di rustici cascinali con belle vedute sulla sottostante Conca di Zone. Raggiunto un panoramico cocuzzolo (Cascina Culme) in sentiero diviene una carrareccia che in breve giunge a sbucare su un tornante di una strada sterrata (m 1230, ore 0.45 - 1.15). La si segue (palina segnaletica sentinero 227, direzione Monte Guglielmo) in salita per pochi minuti fino a raggiungere  un successivo tornante destrorso presso il quale  si prosegue diritto lungo una carrareccia (palina segnaletica sentiero 230, direzione Monte Agolo). Poco dopo, in corrispondenza della Cascina Presel (m 1295, ore 0.15 - 1.30) incontriamo un bivio presso il quale si abbandona la carrareccia che svolta in salita a dx, per imboccare diritto un largo sentiero che procede a mezza costa (palina segnaletica sentiero 230, direzione Monte Agolo).
Procedendo verso il Monte Agolo: panorama sulla Conca di Zone ed il Lago d'Iseo
Il sentiero prosegue in moderata salita alternata a qualche lieve saliscendi: bisogna prestare attenzione ai radi e sbiaditi segnavia, soprattutto in corrispondenza delle numerose biforcazioni ed incroci con sentieri e carrarrecce.  In alcuni casi possono essere utilizzate come riferimento le paline segnaletiche degli itinerari "Malghe in Rete, anello 2 - 4", che ricalcano il medesimo percorso del sentiero 230.
Salendo alla Punta Caravina: le praterie del Monte Agolo
Si giunge quindi in una vasta e panoramica radura, si tocca la Malga Agolo. Qui il sentiero diviene una carrareccia che con breve salita raggiunge le vaste e arrotondate praterie del Monte Agolo m 1366 (ore 0.40 - 2.10). In corrispondenza di una pozza di alpeggio con adiacente area picnic si abbandona la carrareccia per deviare a dx (palina segnaletica "Malghe in Rete, anello 2 -3) lungo una debole traccia che si dirige in ripida salita attraverso i prati verso il lungo crinale che collega il Monte Agolo alla Punta Caravina. La traccia (sentiero 207, segnavia radi e sbiaditi), tenendosi quasi sempre lungo la linea di cresta si fa successivamente più marcata fino a divenire sentiero. Vasto e interessante il panorama, che salendo di quota si fa sempre più ampio e abbraccia la bassa Valle Camonica, il Lago d'Iseo, Zone, le Prealpi Bergamasche.
Salendo alla Punta Caravina: il lungo crinale Monte Agolo - Punta Caravina - Dosso Pedalta
Dopo un tratto in salita, ve n'è uno pianeggiante seguito da una piccola discesa: si tocca il Roccolo della Caravina (m 1589, palina segnaletica "Malghe in Rete"), superato il quale si continua l'ascesa a tratti ripida sempre seguendo l'aereo crinale.

Salendo alla Punta Caravina: panorama verso NO con la Val Palot e il solco della bassa Valle Camonica

Salendo alla Punta Caravina: Pisogne e la bassa Valle Camonica
Si giunge quindi alla Punta Caravina m 1847 (ore 1.30 - 3.40), punto di incrocio di diversi sentieri e notevole balcone panoramico.

Trascurando le indicazioni delle paline segnaletiche, si imbocca la marcata traccia (senza segnavia) che rimonta ripida il crinale che collega la Punta Caravina al Dosso Pedalta.
Salendo al Dosso Pedalta: veduta verso N, la sottostante  baita Medeletto (m 1566) in veste autunnale

Salendo al Dosso Pedalta: i vasti spazi delle montagne camune, al centro l'amena radura della baita Medeletto
Salendo al Dosso Pedalta: colori autunnali della Val Palot
Si tocca il Dosso Pedalta m 1957 (ore 0.40 - 4.20): si prosegue con alcuni saliscendi seguendo sempre il crinale in direzione SE, verso il Monumento al Redentore che troneggia sul Monte Guglielmo.
 
Poco dopo il Dosso Pedalta si incrocia il sentiero 3 Valli (segnavia bianco - azzurri). Lo si segue sempre lungo il crinale tra vari saliscendi fino a raggiungere il Monte Guglielmo m 1948 (ore 0.25 - 4.45).
Il Monumento al Cristo Redentore
La statua di Papa Paolo VI: sullo sfondo il Monte Baldo (m 2218), in basso l'abitato di Lodrino
La rosa dei venti del Monte Guglielmo


Dal Monte Guglielmo: panorama verso SO con la Malga Guglielmo di Sopra ed il Lago d' Iseo con Montisola
Dal Monte Guglielmo: la Malga Guglielmo di Sopra. In secondo piano la frastagliata cresta che collega la Punta Tisdel (m 1334, a sx) e la Punta Val Fellera (m1169. a dx). In terzo piano il profilo di Montisola
 Dal Monte Guglielmo: la Malga Guglielmo di Sopra
Dal Monte Guglielmo: il profilo del Santuario della Ceriola (m 600) in vetta a Montisola

Dal Monte Guglielmo: il Rifugio Almici


Il Monte Guglielmo visto dal Rifugio Almici
Dalla vetta del Monte Guglielmo (paline segnaletiche) si segue il marcato sentiero che in pochi minuti conduce al Rifugio Almici m 1861 (ore 0.10 - 4.55)



Giochi di ombra e luce alla Malga Guglielmo di Sopra
Dal rifugio si imbocca (palina segnaletica, sentiero 3 Valli, direzione Rifugio Croce di Marone) una carrareccia cementata che in ripida discesa raggiunge la Malga Guglielmo di Sopra.
Giochi di ombra e luce alla Malga Guglielmo di Sopra
Si prosegue quindi in discesa lungo la stradina ora divenuta sterrata fino a raggiungere in prossimità di un tornante sinistrorso il bivio (palina segnaletica) con il sentiero 232 (m 1630, ore 0.25 - 5.20). Tale sentiero può essere utilizzato come percorso alternativo per il rientro in Valle di Gasso. La nostra escursione prosegue invece lungo la strada sterrata che in breve raggiunge la Malga Guglielmo di Sotto m 1571 (ore 0.05 - 5.25) dove a dx (palina segnaletica) troviamo la prosecuzione del sentiero 3V  che con ripido tracciato "taglia" i tornanti della strada sterrata. Continuando la discesa sulla comoda e panoramica strada sterrata (preferibile, con il tramonto imminente), si perviene al Rifugio Malpensata m 1348 (ore 0.25 - 5.50).
Scendendo verso il Rifugio Croce di Marone: tramonto sulle Prealpi Bergamasche
Al rifugio si interseca nuovamente il sentiero 3V. Si continua la discesa lungo la stradina raggiungendo il Rifugio Croce di Marone m 1166 (ore 0.25 - 6.15). Dal rifugio si prosegue lungo la strada sterrata che semi pianeggiante, con percorso a mezza costa raggiunge l'insellatura della Forcella di Gasso m 1126 (ore 0.10 - 6.25) presso la quale convergono i sentieri 231 - 232 (nessuna segnaletica). Continuando lungo la sterrata si scende nella Valle di Gasso raggiungendo dopo alcuni tornanti, l'intersezione (palina segnaletica) con il sentiero 230 (m 975, ore 0.15 - 6.40), punto di inizio dell'escursione.

martedì 28 novembre 2017

Porta della Zumella e Monte Colombè

Panoramica escursione tra malghe e  praterie in una tra le zone meno frequentate della media Val Camonica

LUOGO DI PARTENZA E ARRIVO: Paspardo, Via Bertolotti (km 84 da Brescia)
STAGIONE CONSIGLIATA: fine primavera, estate, inizio autunno
DISLIVELLO COMPLESSIVO IN SALITA: 1690 m
ACQUA SUL PERCORSO: solo da Paspardo alla località Nicol e dal Rifugio Colombè a Paspardo    
ESCURSIONE EFFETTUATA IL: 20 ottobre 2017
 Per ingrandire la mappa:
1) posizionare il cursore sulla mappa, aprire il menù a tendina cliccando il tasto destro del mouse
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 N.B.: IL SENTIERO CAI 78 NEL TRATTO COMPRESO TRA IL BIVIO CON IL SENTIERO 22-117 E LA LOCALITA' NICOL NON E' SEGNATO.
LA SEGNALETICA DEL SENTIERO CAI 117  E' SPORADICA E CARENTE. 
IL SENTIERO CAI 78A NON E' SEGNATO. 


 NOTE
Lungo percorso per escursionisti allenati con una buona capacità di orientamento. 
Per i lunghi tratti in salita esposti al sole, si sconsiglia la percorrenza nelle giornate più calde dei mesi estivi. Assolutamente sconsigliato in caso di nebbia e maltempo.
Giunti all'ingresso dell'abitato di Paspardo m 965 si parcheggia l'automezzo in un ampio parcheggio sulla sx della strada provinciale (Via Bertolotti).
Attraversata la strada provinciale si trova subito la palina segnaletica  indicante il sentiero CAI 22-78-117 diretto al Passo della Porta (o Porta della Zumella) e la Via dei Rifugi. Si imbocca quindi lo stretto vicolo in salita (Via Croce) che si inoltra nel centro storico di Paspardo  fino ad incrociare Via Martina. Seguendo i cartelli  della Via dei Rifugi apposti sui muri delle antiche case, si svolta a dx proseguendo in salita su Via Marina e successivamente su Via Racco.

Si esce dall'abitato seguendo una mulattiera acciottolata (cartello di ingresso nel Parco dell'Adamello). Il tracciato compie un tornante a sx (santella votiva, palina segnaletica), guadagna rapidamente quota offrendo vedute sul sottostante paese fino ad incrociare una strada asfaltata (m 1120, ore 0.25). Qui (palina segnaletica) lasciamo a sx l'itinerario 22 - 117 e svoltiamo a dx  seguendo l'indicazione del sentiero 78 in direzione del Passo della Porta.
Si percorre quindi per un lungo tratto la strada asfaltata (nessun segnavia) che sale costantemente nel bosco consentendo alcune vedute panoramiche sul Pizzo Badile Camuno (m 2435).
 
Giunti in località Zumella m 1515 (ore 0.55 - 1.20), in prossimità di un tornante si abbandona la strada asfaltata per imboccare a dx una carrareccia pianeggiante. Al bivio troviamo una palina segnaletica rivolta a dx del sentiero 16 diretto al Bivacco Macherio e al Rifugio Maria e Franco (mete non interessate dalla presente escursione) mentre non vi è alcuna indicazione del sentiero 78 su cui ci effetivamente ci troviamo ne tantomeno alcun riferimento al Passo della Porta (o Porta della Zumella). Caos e pressapochismo della sentieristica camuna.....
Seguendo la stradina sterrata si raggiunge in breve la località Nicol m 1525 (ore 0.10 - 1.30), un amena conca disseminata di casolari racchiusa tra il Monte Colombè, la Cima Barbignaga, la Cima Bassa del Coppo, la Porta della Zumella, la Cima Sablunera.

Prime luci alle baite di Nicol

Prime luci alle baite di Nicol
Si giunge quindi ad un bivio dove si abbandona la stradina per imboccare a sx (palina segnaletica sentiero 78, direzione Passo della Porta) una carrareccia in salita che conduce ad un gruppo di baite.
 
Superate le baite si lascia la carrareccia per deviare a sx (paletto di legno con segnavia) lungo una ex mulattiera militare che il trascorrere del tempo e la scarsità di passaggi hanno ridotto allo stato di sentiero. Da qui in avanti, fino alla Porta della Zumella, bisogna affrontare una lunga ed impegnativa salita (quasi 900 metri di dislivello senza soluzione di continuità) quasi tutta esposta al sole, senza nessuna fonte idrica che possa alleviare la fatica. Tuttavia, la pendenza del tracciato è sempre costante, i segnavia frequenti e marcati, il percorso con molti tornanti, ben individuabile.
Salendo alla Porta della Zumella: il Pizzo Badile Camuno
Salendo alla Porta della Zumella: panorama verso S sulla media Valle Camonica.  Sullo sfondo la Concarena (m 2549)
Salendo alla Porta della Zumella: le baite di Zumella, sullo sfondo la Concarena
Salendo alla Porta della Zumella

Salendo alla Porta della Zumella: panorama a circa quota 2200
Salendo alla Porta della Zumella: le sottostanti baite di Nicol
Salendo alla Porta della Zumella: panorama sulla media Val Camonica in prossimità del valico
Salendo alla Porta della Zumella: uno dei rari tratti ben conservati della mulattiera militare
Il tracciato con numerosi tornanti rimonta il ripido versante erboso: a quota m 2230 (ore 1.50 - 3.20), in prossimità di un tornante destrorso, si incrocia il bivio con il sentiero 117 (nessuna palina segnaletica, solo piccolo ometto di sassi come riferimento). Seguendo i segnavia, si svolta a dx lungo il tornante proseguendo lungo i resti della mulattiera. Dopo un' ultima serie di tornanti si perviene finalmente alla Porta della Zumella m 2419 (ore 0.25 - 3.45), uno stretto intaglio roccioso lungo la frastagliata linea di cresta che separa Paspardo e la Conca di Nicol - Volano (a S) dalla Valle di Saviore (a N).
Dalla Porta della Zumella: panorama verso N con il Lago d'Arno (m 1817). Sullo sfondo il Gruppo dell'Adamello, a dx sopra il lago il Monte Campellio (m2809)

Dalla Porta della Zumella: il solco della Val di Adamè
Dalla Porta della Zumella: veduta sulla Valle di Saviore, sullo sfondo il Gruppo dell'Adamello con l'omonima cima (m 3539)

 Dalla Porta della Zumella si ripercorre a ritroso il tragitto in discesa fino a ritornare in breve all'incrocio, situato su uno stretto tornante con il sentiero 117 (m 2230, ore 0.20 - 4.05). Non vi è alcuna segnalazione, se non un piccolo ometto di sassi collocato su un pietrone.
L' insellatura del Passo delle Basse sovrastata dalle Cime del Coppo (m 2361)
All'incrocio si prosegue diritto lungo una ex mulattiera militare ridotta allo stato di debole traccia (nessun segnavia) che procede con andatura pianeggiante tagliando a mezza costa il ripido pendio erboso della Cima delle Basse (m 2451) fino a raggiungere il Passo delle Basse m 2262 (ore 0.15 - 4.20).
 
Dal Passo delle Basse, veduta sulla Valle di Saviore
 
Caratteristica formazione rocciosa nei pressi del Passo delle Basse 
  La mulattiera (o per meglio dire, i suoi resti) termina al Passo delle Basse. Si prosegue ora con attenzione su una debole traccia stretta e sconnessa che taglia a mezza costa, con qualche saliscendi, il ripido pendio meridionale delle Cime del Coppo. Saltuariamente si scorge sulle rocce qualche segnavia quasi del tutto cancellato.

Procedendo con cautela tra i corposi ciuffi di erba isiga che in caso di pioggia o umidità possono risultare molto scivolosi,si affronta un breve tratto esposto attrezzato con catene.

Curiosa formazione rocciosa lungo il percorso
Scendendo lungo il crinale: veduta verso N con il profondo solco della media Valle Camonica. Sullo sfondo i ghiacciai del Bernina (m 4049). A dx i morbido crinale erboso del Monte Colombè (m 2153)
Circa mezz'ora di cammino dopo il bivio di inizio del sentiero 117, i segnavia appaiono improvvisamente sul tracciato: ben marcati e sufficientemente frequenti. Forse, quando è stato effettuato l'ultimo intervento di manutenzione, la vernice non è stata abbastanza per marcare l'intero itinerario....Terminato il tratto a mezza costa la debole traccia inizia a scendere rapidamente lungo un crinale erboso.
 Scendendo lungo il crinale: il Bernina (m 4049)

 La discesa di una paretina rocciosa verticale è agevolata da una serie di scalini
Scendendo lungo il crinale: le Cime del Coppo alle nostre spalle 
 

 A quota m 2020 (ore 0.45 - 5.05) troviamo questo paletto segnaletico: il sentiero 117 procede in discesa verso sx, in direzione del Rifugio Colombè. In questo punto si abbandona il tracciato segnato per deviare a dx in direzione del Monte Colombè.
 Dal paletto segnaletico si cammina a mezza costa (nessuna traccia) per poche decine di metri attraverso dei bassi cespugli di rododendri senza abbassarsi di quota. Raggiunto un piccollo avvallamento, i rododendri lasciano il posto a una vastissima prateria di erba isiga. Ora si rimonta il pendio tenendo sempre come riferimento, davanti a noi, la dorsale erbosa del Monte Colombè.  In breve si interseca una traccia pianeggiante che taglia a mezza costa il versante (non è un sentiero, quanto piuttosto un percorso formato dal passaggio del bestiame al pascolo).
La si segue per poco per poi abbandonarla e rimontare a dx, su terreno privo di qualsiasi traccia, il pendio erboso. La salita, pur a tratti faticosa, non è lunga e non presenta pericoli.


Il Monte colombè
Si guadagna quindi il crinale che collega la Cima Barbignaga al Monte Colombè, in un punto poco sopra il Monte Colombè (m 2180, ore 0.35 - 5.40).
Panorama dal Monte Colombè: veduta verso N con la Valle di Saviore e gli abitati di Cevo (a sx) e Saviore dell' Adamello (al centro). Sullo sfondo il Mortirolo (a sx) il Pian della Regina (m 2628, al centro), l' Adamello (m 3539, a dx)


Panorama dal Monte Colombè: Cevo e Saviore dell'Adamello


 Panorama dal Monte Colombè: l'abitato di Valle di Saviore e la Val Adamè. A sx la Val Salarno sovrastata dalla cima dell' Adamello
 Panorama dal Monte Colombè: la Vedretta di Salarno
 
 Inizia ora la discesa dal Monte Colombè in direzione del Rifugio Colombè: si procede in direzione S camminando su una vastissima prateria di erba isiga senza seguire un percorso obbligato.
 A quota m 1980 circa, incrociamo  la traccia senza alcun segnavia del sentiero 117 (ore 0.30 -6.10). Si svolta a dx seguendola in discesa fino a raggiungere una vasca per l'abbeveraggio del bestiame. Si continua a seguire la traccia (ora più marcata ma senza segnaletica) che scende in mezzo alla vasta prateria fino a raggiungere una seconda vasca (m 1850 circa).  Da qui si imbocca a sx una stradina sterrata.
 La carrareccia dopo pochi minuti interseca un'altra strada sterrata (ometto di pietre all'incrocio). Si svolta a dx (curva a gomito) e si prosegue in discesa con qualche tornante nel rado bosco fino a raggiungere il Rifugio Colombè m 1710 (ore 0.25 - 6.35).
 Il Rifugio Colombè
 Si prosegue ora in discesa lungo una strada sterrata. Un centinaio di metri dopo il rifugio, in prossimità di una malga, troviamo sulla dx (palina segnaletica posticcia) la prosecuzione del sentiero 117 che scende a Paspardo. La deviazione è utile per chi desiderasse abbreviare i tempi dell'escursione di circa un'ora e mezzo. Noi invece proseguiamo diritto lungo la strada sterrata seguendo le chiare indicazioni (palina segnaletica) della Via dei Rifugi in direzione del Rifugio De Marie.
Procedendo in moderata discesa troviamo sulla sinistra la bella area picnic di Pian del Campo, attrezzata con gazebo, panche e tavoli, vicino alla quale c'è questa caratteristica vasca per l'abbeveraggio con fontana (apribile con rubinetto).


Procedendo ancora in discesa troviamo la chesetta della Madonna delle Nevi, in scenografica posizione con le Cime del Tredenus (m 2810, a sx) ed il Pizzo Badile Camuno (m 2435, a dx) sullo sfondo.
Giunti ad un tornante destrorso, si abbandona la strada sterrata per procedere diritto (palina segnaletica della Via dei Rifugi) lungo un largo sentiero in moderata discesa che rasenta diverse baite, in un placido scenario agreste.

Seguendo il tracciato indicato dalle paline segnaletiche della Via dei Rifugi, il sentiero arriva alla località Nicol m 1525 (ore 0.40 - 7.15) dove si interseca la strada sterrata percorsa nella fase iniziale dell'escursione. Si svolta a sx e la si percorre per un centinaio di metri fino a trovare l'incrocio (palina segnaletica) con il sentiero 78 diretto alla Porta della Zumella. Tenendo la dx (palina segnaletica della Via dei Rifugi) si prosegue lungo la pianeggiante strada sterrata in direzione del Rifugio De Marie (tale strada dovrebbe essere contrassegnata dai segnavia del sentiero 78A, ma non c'è nulla).
L'amena e scenografica Conca di Nicol

L'amena e scenografica Conca di Nicol. Sullo sfondo al centro il Passo delle Basse e a dx la Porta della Zumella
Baita in località Colom

La strada sterrata con percorso a mezza costa nel fitto bosco, tocca la località Colom, guadagna leggermente quota per poi inoltrarsi pianeggiante nella Conca del Volano.
Si interseca quindi, in prossimità di un tornante, una carrareccia (m 1545, ore 0.20 - 7.35, paline segnaletiche della Via dei Rifugi, sentiero 16, sentiero Monsignor Antognoli). Si svolta a dx seguendola in discesa (segnavia bianco - rossi del sentiero 16, segnavia bianco - gialli del sentiero Monsignor Antognoli).  Si percorre la stradina (a tratti acciottolata) per pochi minuti fino a deviare a dx, dopo alcuni tornanti  (palina segnaletica indicante "percorso mtb") lungo una pittoresca mulattiera acciotolata che in breve raggiunge il sottostante Rifugio De Marie al Volano m 1391 (ore 0.15 - 7.50).

 Il Rifugio De Marie al Volano
 
Dal Rifugio De Marie veduta sulla Conca del Volano. Sullo sfondo le Cime del Tredenus (m 2810). Il rifugio è punto di crocevia di numerosi sentieri
 Saggia citazione
Scendendo dal Rifugio De Marie verso Paspardo: tramonto con la Concarena
 Dal rifugio si imbocca la stretta e ripida strada (quasi tutta asfaltata) che rimanendo parallela al Torrente Tredenus, scende nel fitto bosco in direzione di Paspardo (segnavia bianco - rossi del sentiero 16, segnavia bianco - gialli del sentiero Monsignor Antognoli).

Dopo circa quaranta minuti di cammino dal rifugio bisogna prestare attenzione a questo bivio (m 1075, ore 0.40 - 8.30) del tutto privo di indicazioni, accanto al quale sulla sx (non visibile in foto) troneggia una grande santella. Bisogna deviare a dx lungo la larga mulattiera che procede in discesa. Dopo pochi minuti la mulattiera incrocia su un tornante una carrareccia. Seguendo le indicazioni (palina segnaletica) della Via dei Rifugi si procede diritto in discesa fino ad incrociare una strada asfaltata (santella sulla dx). Si svolta a dx, si percorre la strada asfaltata per circa 150 metri fino a sbucare sulla strada provinciale n. 88. Si gira a dx  e si segue la strada per circa un chilometro fino ad arrivare all'ingresso di Paspardo, punto di inizio dell'escursione.
 Procedendo verso Paspardo: vista sul castello di Cimbergo, sullo sfondo la Concarena