by zombie

"Camminare per me significa entrare nella natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura per me non è un campo da ginnastica. Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori. Le montagne sono per me un sentimento."
(Reinhold Messner)

lunedì 31 luglio 2017

Valle di Campovecchio e Sentiero 4 Luglio

Tra le valli e le cime della "Maratona del Cielo"

LUOGO DI PARTENZA E ARRIVO: San Antonio, fraz. di Corteno Golgi (km 108 da Brescia)
STAGIONE CONSIGLIATA: estate, inizio autunno
DISLIVELLO COMPLESSIVO IN SALITA: 2185 m
ACQUA SUL PERCORSO: si, tranne il tratto Passo Sellero - Passo Salina               
ESCURSIONE EFFETTUATA IL: 22 luglio 2017
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   NOTE
Lungo itinerario per escursionisti allenati, con buon senso dell'orientamento e passo sicuro. Il percorso si snoda prevalentemente in ambiente isolato e selvaggio. seguendo deboli tracce e con alcuni tratti  esposti. Considerata la notevole lunghezza, si consiglia di suddividere l'escursione in due giornate, con pernottamento al Bivacco Davide. Assolutamente da evitare in caso di nebbia e maltempo.  


A Corteno Golgi, percorrendo la strada statale dell'Aprica proveniendo da Edolo, un chilometro dopo aver superato il paese, si devia a sx per una ripida stradina asfaltata che si inerpica in una stretta vallecola. Dopo circa due chilometri si raggiunge il piccolo abitato di San Antonio m 1115. Poco prima delle caratteristiche case si lascia l'automezzo in un ampio parcheggio a pagamento (euro 4 giornalieri).
San Antonio è uno dei borghi montani più caratteristici della provincia di Brescia. Tutto è rimasto tale e quale ai tempi passati.
Accanto alla chiesa si devia a dx (cippo di pietra segnaletico) imboccando l'ampio sentiero che con moderata pendenza e rimanendo parallelo al Torrente Campovecchio risale l'omonima valle.



Dopo circa tre quarti d'ora il sentiero si immette in una stradina acciottolata proveniente da sx. Si prosegue su percorso quasi pianeggiante tra le rustiche baite di Campovecchio m 1311 (ore 0.45).
Il Rifugio - Locanda Campovecchio
Il Monte Sellero (m 2744) a sx, il Monte Telenek (m 2753) a dx
Ospiti ancora assonnate
Lasciate le Baite di Campovecchio alle proprie spalle, si continua a seguire la stradina ora divenuta sterrata, guadagnando lentamente quota.
Dopo quasi due ore di cammino dalle baite, si raggiunge Malga Culvegla m 1830 (ore 1.35 - 2.10), dalla quale si intravede la testata della lunga Valle di Campovecchio. In prossimità della malga la stradina sterrata ha termine. Dalla malga si scende a sx fino ad attraversare su un ponticello di legno il torrente: quindi seguendo la debole traccia che attraversa il vasto pascolo e facendo attenzione ai radi e sbiaditi segnavia, si prosegue rimontando la parte finale della Valle di Campovecchio.
La Malga Culvegla alle nostre spalle
La testata della Valle di Campovecchio con il Passo del Sellero
Dal Passo del Sellero (m 2421), veduta verso N con la Valle di Campovecchio ed i Laghetti di Culvegla (m 2291)
Il Passo del Sellero m 2421 (ore 1.35 - 3.45) mette in comunicazione la Valle di Campovecchio con la Valle del Sellero, confluente nella Valle di Paisco. Qui si incrocia (palina segnaletica) il sentiero CAI 7 "Sentiero 4 Luglio" proveniente dal Monte Sellero. Si tratta di una via d'alta quota che si snoda in buona parte lungo le creste che separano le Valli di San Antonio (Campovecchio e Brandet) dalla Valle di Paisco e che ogni anno è teatro di una rinomata gara internazionale di skyrunning.
Dal Passo del Sellero veduta verso S con la Valle del Sellero e la dorsale del Monte del Matto (m 2403)
Dal Passo del Sellero veduta verso S con la Valle del Sellero e la dorsale del Monte del Matto (m 2403)
Il Passo del Sellero
Dal Passo del Sellero veduta verso E con le cime adamelline a sx ed il Carè Alto (m 3462) a dx

Dal Passo del Sellero veduta verso SE  con gli ex impianti radar del Dosso dei Galli (m 2196)
Dal Passo del Sellero veduta verso SE  con il Monte Guglielmo (m 1948). In secondo piano i crinali dell'Appennino Emiliano

Dal Passo del Sellero si segue a sx il Sentiero 4 Luglio (segnavia ben marcati e frequenti), rimontando su ripida traccia  la cresta del Monte Culvegla m 2675 (ore 1.00 - 4.45).
Dalla cresta del Monte Culvegla: la testata della Valle di Campovecchio con il Monte Telenek
Dalla cresta del Monte Culvegla: la testata della Valle di Campovecchio con il Monte Sellero (a sx) ed il Monte Telenek (a dx)
Il Passo del Sellero visto dalla cresta del Monte Culvegla
Procedendo in direzione E verso il Passo del Torsoleto la cresta si assottiglia abbassandosi di quota. Non ci sono difficoltà particolari e le roccette offrono innumerevoli possibilità di appiglio. Occorrono comunque attenzione e passo sicuro.
Dal Crinale, volgendo lo sguardo verso N si scorge il bel Lago di Piccolo (m 2378) alla testata della Valle Brandet. Sullo sfondo i rilievi che separano la Val di Corteno dalla Valtellina

Giunti al Passo Torsoleto  m 2578 (ore 0.15 - 5.00) incrociamo (palina segnaletica) il sentiero CAI 129 che scende a sx al Lago di Piccolo ed in Val Brandet. Si prosegue lungo in Sentiero 4 Luglio cne rimonta in direzione E il roccioso crinale e giunge dopo pochi minuti al pratico e funzionale (nonchè provvidenziale, in caso di maltempo) Bivacco Davide m 2645 (ore 0.10 - 5.10).

Dal Bivacco Davide: veduta sul Rifugio Torsoleto (m 2390) e sulla Valle di Paisco
Dal Bivacco Davide: veduta sul Rifugio Torsoleto (m 2390) e sulla Valle di Paisco

La selletta presso la quale termina la mulattiera ed il Piz Svolt
Lasciato il bivacco, si procede in direzione E perdendo un poco di quota raggiungendo l'incrocio (palina segnaletica) con il sentiero CAI 160 (m 2620, ore 0.05 - 5.15) che scende a dx verso il Rifugio Torsoleto  e l'abitato di Paisco. Si procede diritto lungo i resti di una mulattiera militare in direzione E sempre in cresta o appena al di sotto di essa sul versante della Valle di Paisco. La mulattiera rasenta la cima del Monte Torsoleto (m 2708), quindi giunta ad una selletta (Bocchetta Val di Scala, m 2613)   termina lasciando il posto ad una stretta traccia a mezza costa che taglia il ripido versante erboso del Piz Svolt (m 2642).
Panorama dalla Bocchetta Val di Scala verso NO: il Monte Castel di Piccolo (m 2680) ed il vallone senza nome che scende in Val Brandet
La traccia a mezza costa offre ampie visioni a dx sulla Valle della Scala, convalle della Valle di Paisco e sui monti della media Valle Camonica

Il Monte Adamello (m 3539)
Il percorso perde un poco di quota (2540 m circa) giungendo ad una insellatura dinnanzi al Palone del Torsolazzo (m 2670). Presso l'insellatura (senza nome,  m 2560, ore 0.55 - 6.10) dovrebbe dipartire a sx il sentiero CAI 134A che scende ai Laghetti del Torsolazzo ed in Val Brandet. Tuttavia l'incrocio non è segnalato e la traccia non ben individuabile.
I Laghetti del Torsolazzo (m 2369)
Il Sentiero 4 Luglio prosegue affrontando il tortuoso e un poco impervio aggiramento dei dirupati versanti del Palone del Torsolazzo. Dall'insellatura senza nome la traccia si porta a mezza costa sul pietroso versante settentrionale (lato Val Brandet) per poi risalire un ripido e scivoloso canalino che sbuca nuovamente sulla linea di cresta. La salita del canalino è agevolata da una lunga serie di provvidenziali catene.
Dalla sommità del canalino: scorcio sui Laghetti del Torsolazzo
Dalla linea di cresta si prosegue ora a mezza costa nuovamente sul versante della Valle di Paisco. Si tratta di un tratto notevolmente esposto il cui superamento è agevolato da catene. Il tracciato, alquanto tortuoso affronta una serie di ripidi saliscendi fino a raggiungere, perdendo quota un aereo e panoramico pianoro sommitale poco prima del Passo di Cadino.

Il pianoro pascolivo poco prima del Passo di Cadino

Il pianoro pascolivo poco prima del Passo di Cadino
Cedegolo, 2100 metri di quota più in basso
I pascoli presso il Passo di Cadino: a sx il versante della Valle Brandet, al centro il Monte Zinglo (m 2594), a dx il profondo solco della media Valle Camonica
Pecore curiose.....


Il Palone del Torsolazzo alle nostre spalle
Il Passo di Cadino  (m 2490) ed il Monte Zinglo (m 2594)
  Attraverso i pascoli si raggiunge il Passo di Cadino m 2490 (ore 1.05 - 7.15). Qui (palina segnaletica) diparte a sx il sentiero CAI 134 che scende in Val Brandet. Il Sentiero 4 Luglio prosegue invece scendendo ripido a dx lungo il fianco del Monte Zinglo, consentendo ampie ed inconsuete vedute sulla media Valle Camonica ed il massiccio adamellino.
 
Forno Allione e Cedegolo visti dal Passo di Cadino
Il Passo di Cadino alle nostre spalle
Dal Passo di Cadino si scende su terreno franoso sfruttando i resti di una mulattiera militare di oltre cento metri di dislivello. Lasciata quindi a dx la mulattiera che scende alla Malga Campelli di Nazio ed a Malonno (m 2355, ore 0.15 - 7.30), il percorso riguadagna quota tenendosi sempre a mezza costa e con alcuni tratti un poco esposti che richiedono attenzione ( il pendio è molto scosceso e la mulattiera mlitare sulla quale si snoda l'itinerario in molti punti è ridotta ad uno  stretto camminamento).
Un tratto ben conservato della mulattiera militare tra il Passo di Cadino ed il Passo Salina
Malonno nel fondovalle (2000 metri di quota più in basso). Sullo sfondo il Gruppo del Baitone.

Il Passo Salina (m 2433) ed il Monte Palone (m 2530)
La mulattiera dopo alcuni saliscendi raggiunge il Passo Salina m 2433 (ore 1.00 - 8.30). Qui si abbandona il Sentiero 4 Luglio che prosegue diritto in direzione del Piz Tri e si devia (palina segnaletica) a sx per il sentiero CAI 143.
Toccando il cielo al Passo Salina
Si scende verso la Val Brandet: dopo circa dieci minuti di cammino si abbandona il sentiero CAI 143 (m 2330, ore 0.10 - 8.40) che prosegue in discesa a sx verso il fondovalle e si imbocca (palina segnaletica) la diramazione del sentiero CAI 143 che conduce alla Porta di Barbione.

Il percorso segue quasi pianeggiante a mezza costa il ripido pendio occidentale del Monte Palone. Si cammina anche in questo caso su una vecchia mulattiera militare ridotta allo stato di stretto sentiero.Dopo circa tre quarti d'ora di tragitto si scorge il bel Laghetto di Sonno (m 2293).
Il Laghetto di Sonno. Sullo sfondo i monti della media Valtellina
Al centro dell'immagine il Corno di Barbione (m2385). Appena a dx della cima l'intaglio della Porta di Barbione (m 2348)
Pochi minuti dopo il laghetto la mulattiera, sempre pianeggiante,  raggiunge la Porta di Barbione m 2348 (ore 0.45 - 9.25), uno stretto passaggio tra il Corno di Barbione ed il Monte Palone. Pochi metri prima del valico si trova l'incrocio con il sentiero CAI 143A che proseguendo diritto, scende diretto in Val Brandet passando da Malga Barbione. Deviando invece a dx si raggiunge in pochi metri la Porta di Barbione. La prosecuzione dell'itinerario lungo il sentiero CAI 143A consente il rientro a San Antonio e l'abbreviazione dell'escursione di almeno un' ora e mezzo. Attenzione: all'incrocio non ci sono paline segnaletiche!

La nostra escursione scavalca invece la Porta di Barbione: attraverso una ripida discesa su ghiaione e successivamente su insidioso terreno erboso senza tracce (seguire con attenzione gli abbondanti e frequenti segnavia) si perviene alla Malga Campadei m 1918 (ore 0.45 - 10.10), punto di incrocio (palina segnaletica) con l'itinerario CAI 142. Dalla malga si continua a scendere seguendo le indicazioni CAI 143 per Malga Dosso - Santicolo lungo un sentierino che cala nel solco della Valle Moranda. Giunti a Malga Dosso m 1698 (ore 0.20 - 10.30),  ci si immette svoltando a sx su una strada sterrata (palina segnaletica, sentiero CAI 141) che attraverso il bosco scende verso Santicolo. Dopo circa mezz'ora di strada sterrata in prossimità di un tornante a quota 1520 (in quel punto c'è un'altra strada sterrata che si dirama a dx in salita), l'itinerario CAI 141 abbandona sulla dx  la carrareccia (segnavia su alberi, sbiaditi) per percorrere un tratto di sentiero in mezzo al bosco che più in basso si ricollega nuovamente alla stradina.  In alternativa, si può anche seguire per intero la strada sterrata.

Poco più a valle, a quota 1260 metri circa, si lascia l'itinerario CAI 141 (carrareccia che svolta con un tornante a dx, direzione Santicolo: deviazione senza segnaletica) per proseguire diritto lungo la marcata strada forestale che con un tratto a mezza costa quasi pianeggiante raggiunge il guado di un torrente con cascata. Superatolo, la strada scende con forte pendenza fino a incrociare la strada comunale asfaltata che collega Santicolo a Corteno Golgi (Via A. Schivardi).
Si svolta a sx lungo Via A. Schivardi in direzione del paese. Dopo circa un chilometro, in corrispondenza del cimitero, vicino all'ingresso del centro storico di Corteno Golgi (m 925, ore 1.20 - 11.50),  si svolta a dx lungo un'ampia strada (Vicolo Molinello) che con un ponte attraversa il Torrente Ogliolo e si immette sulla strada statale n. 39 Edolo - Aprica. Si svolta a sx seguendo la strada statale in moderata salita per un chilometro in direzione Aprica. Al bivio per San Antonio (segnale direzionale) si imbocca a sx la stretta strada asfaltata che dapprima pianeggiante, successivamente ripida, si addentra nella Valle di San Antonio raggiungendo dopo altri due chilometri il piccolo abitato (m 1115, ore 0.50 - 12.40), punto di inizio di questa lunghissima escursione.
Da Corteno Golgi: ultime luci sul Corno Baitone (m 3331)
Da Corteno Golgi: ultime luci sul Corno Baitone (m 3331)