by zombie

"Camminare per me significa entrare nella natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura per me non è un campo da ginnastica. Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori. Le montagne sono per me un sentimento."
(Reinhold Messner)

venerdì 21 luglio 2017

Valle di Canè e Cima Monticello

All'interno del Parco dello Stelvio, tra la natura  (quasi) incontaminata.

LUOGO DI PARTENZA E ARRIVO: Località Ponte della Valle a Canè, fraz. di Vione (km 114 da Brescia)
STAGIONE CONSIGLIATA: estate, inizio autunno
DISLIVELLO COMPLESSIVO IN SALITA: 1660 m
ACQUA SUL PERCORSO: si           
ESCURSIONE EFFETTUATA IL: 8 luglio 2017
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 NOTE
Lungo itinerario per escursionisti allenati, con buon senso dell'orientamento e passo sicuro. Il percorso si snoda prevalentemente in ambiente isolato e selvaggio. Assolutamente sconsigliata in caso di nebbia e maltempo l'ascesa alla Cima Monticello.

A Canè, piccolo abitato raggiungibile da Vione, si lascia l'automezzo poco oltre le ultime case, dove la stretta strada asfaltata, attraversato il Torrente Fumecolo, termina in un ampio parcheggio con area picnic e bacheche illustrative degli itinerari della zona.
Ci si incammina sulla strada acciottolata che dal parcheggio, iniazialmente immersa nel bosco e poi tra vasti prati, risale l'amena Valle di Canè.
Dopo circa mezz'ora di cammino si arriva in una zona di caratteristiche baite e malghe (Case del Ponte, Vialacc, m 1660, ore 0.25).
Successivamente si tocca la località Cortebona m 1760 (ore 0.25 - 0.50), punto di inizio del Parco dello Stelvio ed incrocio di diversi itinerari escursionistici.. Il luogo, alquanto pittoresco, presenta baite, vasti prati, area picnic vicino al torrente e alcune calchere ristrutturate. 
La strada diviene mulattiera. Scavalcato il Torrente Fiumecolo, attraverso il bosco ora fattosi rado, sale costantemente fino a raggiungere la zona pascoliva detta Plazzo della Casera m 1937 (ore 0.30 - 1.20).
Da qui in poi la mulattiera diviene sentiero: si attraversa nuovamente (passerella di legno) il Torrente Fiumecolo e si guadagna rapidamente quota sul versante dx della valle.

Attraverso una prateria si giunge all'accogliente  Bivacco di Valzaròten m 2214 (ore 0.45 - 2.05), ultimo punto di appoggio e riparo lungo l'itinererario verso Cima Monticello.
 Il sentiero, ben marcato, prosegue costantemente in salita verso la testata della valle. Dopo circa venti minuti di cammino dal bivacco, pochi metri prima di una cascata, sulla dx troneggia un minuscolo ometto di pietra appoggiato su una roccia sulla quale si intravedono a malapena i resti di un segnavia (m 2365, ore 0.20 - 2.25). Da qui diparte a dx una traccia debolissima in mezzo all'erba: si tratta deil sentiero CAI 165 A che sale diretto a Cima Monticello e che verrà percorso nella discesa dalla vetta.
Salendo verso i Laghetti di Pietra Rossa: a sx la Cima del Tirlo (m 2922), a dx la Cima di Glere (m 2778)
Si continua a salire lungo il sentiero CAI 165, mentre i panorami si fanno sempre più ampi.
La valle di Canè vista nei pressi dei Laghetti di Pietra Rossa
L'itinerario raggiunge la conca nella quale sono racchiusi i Laghetti di Pietra Rossa m 2585 (ore 0.40 - 3.05). Perde leggermente quota portandosi sulle loro rive.
I Laghetti di Pietra Rossa
I Laghetti di Pietra Rossa
Il Bernina (m 4049) visto dal Passo di Val Canè
Oltre i laghetti, il sentiero scompare. Si prosegue su debole traccia tra rocce ed erba seguendo con attenzione i segnavia, fino a raggiungere il vicino Passo di Val Canè m 2674 (ore 0.20 - 3.25). Si tratta di un'ampia insellatura che collega la Val di Canè con la parallela Val Grande.
La testata della Val Grande vista dal Passo di Val Canè
Giochi di nuvole sulla Val Grande
 
I Laghetti di Pietra Rossa visti dal Passo di Val Canè
Salendo verso la Punta di Pietra Rossa: La Cima del Tirlo sullo sfondo. In basso a dx il Passo di Val Canè
Inizia ora la parte più impegnativa dell'escursione. Al Passo di Val Canè si notano a dx della palina segnaletica che indica il valico, dei segnavia su roccia che dirigono verso dx tenendosi appena al disotto dell'arrotondato crinale che si innalza verso la sovrastante Cima di Pietra Rossa. Su pietraia priva di tracce, si segue con molta attenzione tali segnavia (non molto evidenti) alternati ad ometti di pietra. Il tracciato poco dopo piega leggermente a sx portandosi direttamente sul crinale con tracce un poco più visibili e segnavia più frequenti e marcati. Si sale diretti sulla Cima di Pietra Rossa,  in un deserto di roccia, con alcuni tratti molto ripidi (ma non particolarmente esposti) che richiedono in qualche piunto l'appiglio  con le mani.
Il percorso rasenta da vicino la sommità rotondeggiante della cima di Pietra Rossa ed in un paesaggio quasi lunare  rimonta con pendenze ora più moderate la morbida dorsale della Cima Monticello.
La Cima Monticello (m 3161) e la Punta di Pietra Rossa (m 3228, da non confondere con la Cima di Pietra Rossa risalita nell'ascesa)
La Cima Monticello in realtà non è una "cima", piuttosto è un pianoro sommitale un tempo sede di un ghiacciaio ora estinto, caratterizzato da piccoli rilievi il più alto dei quali, (Cima Monticello m 3161) si trova a sx del percorso segnato che lo sfiora di circa duecento metri.
Dal pianoro sommitale, il deserto di roccia risalito dal Passo di Val Canè
Giunti sul pianoro sommitale, si raggiunge attraverso un impervio terreno di sfasciumi rocciosi e resti di ghiacciaio la cima senza nome situata a SE (a dx del percorso segnato, che vi passa molto vicino, m 3143, ore 1.55 - 5.20).
Panorama sul pianoro sommitale dalla Cima SE verso N, con la Punta di Pietra Rossa
Vista sul Passo di Gavia (m 2621) con il Lago Nero in primo piano
Il Ghiacciaio di Dosegù con la Punta San Matteo (m 3678)
La Punta di Pietra Rossa affiora dal deserto di roccia
Il percorso di ritorno discende in direzione S questo arido e desolato vallone senza nome. Non vi sono tracce da poter seguire, se non i segnavia che fortunatamente, sono abbondanti e ben marcati. Tuttavia i primi duecento metri di dislivello in discesa richiedono molta attenzione e passo sicuro: il terreno è ripido e scivoloso, composto da terriccio friabile, sassi instabili, con poche possibilità di appiglio. Non ci sono punti pericolosamente esposti, tuttavia il tratto non è banale.
Calati a circa 2900 metri di quota, il terreno e la discesa divengono più facili. Nel deserto di roccia affiorano qua e là "eroici" ciuffi di flora pionieristica.
La discesa prosegue interminabile sempre su terreno senza tracce. A circa 2700 metri di quota si rimonta tenendo la dx del solco vallivo,  la morena terminale del ghiacciaio estinto che probabilmente fino a qualche secolo fa scendeva dalla Cima Monticello. Si attraversa quindi una vasta area prativa (attenzione, in questo tratto segnavia radi), poi il percorso, ormai in vista della Valle di Canè,  piega verso dx tenendosi a mezzacosta fino ad incrociare, vicino ad una cascata, il sentiero CAI 165 seguito nell'andata (m 2365, ore 2.00 - 7.20).
In pochi minuti si raggiunge il Bivacco di Valzaròten m 2214 (ore 0.15 - 7.35) dove (fatto non raro) è possibile ammirare gruppi di stambecchi a quanto pare non intimoriti dalla presenza umana.
Si ripercorre quindi lo stesso percorso effettuato in andata, riammirando nella luce tardo pomeridiana la spelndida Valle di Canè.


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