Dalla Valle di Daone attraverso il Passo di Campo fino alla panoramica vetta a cavaliere tra Trentino Alto Adige e Lombardia
LUOGO DI PARTENZA E ARRIVO: strada di Malga Bissina, comune di Daone -TN (km 112 da Brescia)
STAGIONE CONSIGLIATA: estate, inizio autunno
DISLIVELLO COMPLESSIVO IN SALITA: 1290 m
ACQUA SUL PERCORSO: si, tranne il tratto Passo di Campo - Monte Re di Castello - Rifugio Maria e Franco
ESCURSIONE EFFETTUATA IL: 28 agosto 2018
Per ingrandire la mappa:
ACQUA SUL PERCORSO: si, tranne il tratto Passo di Campo - Monte Re di Castello - Rifugio Maria e Franco
ESCURSIONE EFFETTUATA IL: 28 agosto 2018
Per ingrandire la mappa:
1) posizionare il cursore sulla mappa, aprire il menù a tendina cliccando il tasto destro del mouse
2) cliccando il tasto sinistro del mouse selezionare "apri link in un'altra scheda"
3) posizionare il cursore sulla barra delle schede sul margine superiore dello schermo in corrispondenza del nuovo link. Aprire la scheda cliccando il tasto sinistro del mouse. Una volta aperta la scheda, ingrandire con il tasto sinistro del mouse
NOTE
Lungo itinerario per escursionisti ben allenati e con un buon senso dell'orientamento. L'ascesa al Monte Re di Castello dal Passo di Campo e il successivo tratto fino al Rifugio Maria e Franco si sviluppano in ambiente selvaggio ed isolato, lungo un terreno impervio ed accidentato. Escursione da effettuare con condizioni meteo ottimali.
Il Monte Re di Castello è una panoramica vetta che demarca il confine tra le province di Brescia e Trento. L'accesso più agevole parte dalla trentina Valle di Daone. Da Brescia si risale la Valle Sabbia, si supera il Lago d'Idro e si prosegue lungo la Valle del Chiese percorrendo la strada statale n. 237. Oltrepassati gli abitati di Pieve di Bono ed Agrone, si imbocca lo svincolo della strada provinciale n. 27 della Valle di Daone. Si attraversano i rustici e pittoreschi paesi di Praso e Daone e si prosegue lungo la provinciale risalendo la Valle di Daone in direzione del Lago di Malga Bissina. Circa 1,5 chilometri prima di arrivare al lago superiamo il Bar Ristorante "da Pierino". La strada compie un tornante a sx proseguendo poi in salita con un largo curvone verso dx. Seicento metri dopo la locanda, in corrispondenza di una curva a dx, si trova il punto di inizio dell'escursione. Di fronte a noi, su una parete di roccia appare una scritta molto sbiadita indicante "Rifugio Maria e Franco". Per parcheggiare l'automezzo, bisogna procedere ancora 50 metri oltre la biforcazione. Sulla dx, in corrispondenza della diramazione di una ripida stradina in discesa a dx, si trova uno slargo idoneo.
Ci si incammina lungo la strada in discesa per 50 metri imboccando a dx, nel punto precedentemente descritto, una traccia di sentiero che sale ripida in un largo canalone erboso.
Prime luci del giorno sul Lago di Malga Bissina
Accompagnata da qualche sbiadito segnavia, la traccia guadagna rapidamente quota, giungendo all'intersezione (nessuna segnaletica, m 1835, ore 0.15) con l'itinerario 242 (mulattiera) proveniente da sx dal Lago di Malga Bissina e diretto a dx verso il Lago di Campo.
Si gira a sx seguendo la stretta mulattiera (segnavia) che procede a mezza costa in direzione S alternando tratti in salita a qualche lieve saliscendi. Procedendo nel rado bosco, il tracciato piega a dx inoltrandosi in una valletta.
Rimontata una radura, il percorso raggiunge un dosso erboso dal quale si ammira il piccolo e pittoresco Lago di Campo m 1944 (ore 0.45 - 1.00).
Il sentiero perde un poco quota abbassandosi nella conca lacustre e toccando i ruderi della Malga Campo di Sopra. Il percorso, poco dopo inizia a salire ripido tra il rado bosco, offrendo interessanti scorci sul sottostante lago. Si entra in una vasca conca prativa, dalla quale si nota già in lontananza l'insellatura del Passo di Campo.
Salendo al Passo di Campo: la Valle di Daone alle nostre spalle
Dal Passo di Campo, veduta verso S: da sx a dx si distinguono la Cima Dernal (m 2824), il Passo Dernal (m 2577), il Monte Frisozzo (m 2897), la Cima del Dosso (m 2795)
Il sentiero, dal fondo spesso sassoso e sconnesso (in alcuni tratti sembra di camminare nel greto di un torrente in secca) raggiunge il Passo di Campo (palina segnaletica, m 2296, ore 1.00 - 2.00), che mette in comunicazione la Valle di Daone e la Val Ghilarda confluente nella media Valle Camonica. Il passo segna il confine tra le province di Brescia e Trento ed è punto di intersezione con l' Alta Via dell'Adamello (segnavia 1) ed il sentiero 20 che scende in Val Ghilarda ed al Lago d'Arno.
Poco oltre il Passo di Campo: la lunga cresta rocciosa denominata "Sega d'Arno" ed il Monte Re di Castello
Dal passo si rientra in territorio bresciano e si prosegue a sx lungo una mulattiera militare ridotta allo stato di sentiero, seguendo le indicazioni per il Rifugio Maria e Franco (segnavia 1). La mulattiera supera i resti di alcune postazioni risalenti alla Grande Guerra (qui passava la linea di confine tra Regno d' Italia e Impero Austro Ungarico). Il percorso taglia a mezza costa il dirupato versante che precipita a dx verso la Val Ghilarda. Dopo un breve tratto in salita, il tracciato, per superare uno sperone roccioso perde un poco quota con qualche tornante per poi ricominciare a salire. Un tratto particolarmente esposto è attrezzato con qualche metro di catena. Sulla dx, si apre un vasto panorama sul sottostante Lago
d' Arno e sui monti della media Valle Camonica.
Veduta verso NO: il Bernina (m 4049)
Un particolare della frastagliatissima cresta divisoria denominata "Sega d'Arno"
Si raggiunge il bivio (palina segnaletica, m 2355, ore 0.20 - 2.20) tra il sentiero 1 che prosegue a dx in discesa in direzione del Rifugio Maria e Franco ed il sentiero 90 che prosegue diritto in salita verso il Monte Re di Castello. La direzione di quest'ultimo è segnalata da una scritta un poco sbiadita su un pietrone e dal segnavia sbiadito "90". Si segue la larga mulattiera in salita lungo la pietraia, che compie in breve due tornanti. In corrispondenza di un terzo tornante (sinistrorso), la si abbandona (la mulattiera termina poche decine di metri oltre, nel punto dove 100 anni fa, ossia quando venne tracciata, aveva inizio la Vedretta di Saviore, oggi totalmente scomparsa). Si prosegue diritto in salita (direzione S) lungo la pietraia senza tracce seguendo con attenzione i frequenti ometti di pietra (non ci sono segnavia).
Salendo al Monte Re di Castello: panorama in direzione NO
Attorno ai 2500 metri di quota il percorso attraversa la disagevole morena terminale dell'estinta Vedretta di Saviore. Successivamente diviene un poco più agevole (per modo di dire).
Panorama in direzione N da quota m 2700 circa: in primo piano si distingue la cresta confinale Trentino Alto Adige - Lombardia che discende fino al Passo di Campo. Sullo sfondo il gruppo dell'Adamello ed il Carè Alto
Panorama in direzione NO da quota m 2700 circa
Si piega quindi a sx seguendo con attenzione gli ometti di pietra. Si procede con molta attenzione lungo l'ostica pietraia, affrontando un ripido tratto che piegando verso dx, conduce a pochi metri dalla frastagliata linea di cresta. In alcuni passaggi è necessario appigliarsi con le mani.
Facendo attenzione ad alcuni delicati passaggi tra massi enormi, si procede in direzione della vetta tenendosi vicinissimi alla linea di cresta (qualche metro sulla nostra dx). Qui si trovano anche i ruderi di una postazione militare risalente alla Grande Guerra.
Si giunge quindi alla croce sommitale del Monte Re di Castello m 2891 (ore 0.25 - 4.15).
Lo spazio sulla cima è ristretto e bisogna prestare attenzione ai baratri che si aprono lungo i versanti O, N, E, SE. Panorama grandioso a 360° che spazia dal Bernina alle ultime propaggini prealpine.
Dal Monte Re di Castello, veduta verso N con il lago e la diga di Malga Bissina. Al centro dell'immagine il Lago di Campo. Sullo sfondo, da sx a dx, il Monte Adamello (m 3539), il Corno Miller (m 3373), i Corni di Salarno (m 3297), il Monte Fumo (m 3418), il Corno di Cavento (m 3406), il Care Alto (m 3463), la Cima Cop di Breguzzo (m 3001)
Dal Monte Re di Castello veduta verso N con il lago e la diga di Malga Bissina ed il Lago di Campo
Dal Monte Re di Castello, veduta verso N. Da sx a dx, in primo piano, la Val Ghilarda con uno spicchio del Lago d'Arno, il Monte Campellio (m 2809), la Cima d'Avolo (m 2658), il Passo di Campo (m 2296), la Sega d'Arno, il Lago di Campo, il Lago di Malga Bissina e la Val di Fumo. Sullo sfondo, da sx a dx, le Alpi Orobie, il Bernina (m 4049), il Pian della Regina (m 2628), il Corno Baitone (m 3331), il Monte Adamello (m 3539), il Corno Miller (m 3373), i Corni di Salarno (m 3297), il Monte Fumo (m 3418), il Corno di Cavento (m 3406), il Care Alto (m 3463), la Cima Cop di Breguzzo (m 3001), la Cima d'Arnò (m 2849), la Cima Valbona (m 2889)
Dal Monte Re di Castello, veduta verso N. da sx a dx, il Monte Adamello (m 3539), il Corno Miller (m 3373), i Corni di Salarno (m 3297), il Corno Bianco (m 3434)
Dal Monte Re di Castello, veduta verso N. Il Monte Fumo (m 3418) e la Vedretta d'Adamè
Dal Monte Re di Castello veduta verso S: il profondo solco della Valle di Leno, sbarrata (da sx a dx) dal Monte Gelo (m 2618), dal passo del Gelo (m 2315), dalla Cima Blumone (m 2566) e dal Passo Termine (m 2334). . Sullo sfondo, da sx a dx, il Monte Bruffione ( m 2664), il Cornone di Blumone (m 2843), la Cima di Laione (m 2757), il Monte LIstino (m 2746)
Dal Monte Re di Castello veduta verso SE: sullo sfondo, tra la foschia si intravede la sponda veronese del Lago di Garda. A dx, il Monte Pizzocolo (m 1582)
Dal Monte Re di Castello veduta verso SE: il profondo solco della Valle di Daone con il Lago di Malga Boazzo. Sullo sfondo il crinale del Monte Baldo (m 2218)
Dal Monte Re di Castello veduta verso SO: il Monte Guglielmo (m 1948) sullo sfondo
Dal Monte Re di Castello veduta verso SO: sullo sfondo il Monte Bronzone (m 1334), ultima propaggine prealpina prima della pianura
Dal Monte Re di Castello veduta verso NO: le Dolomiti di Brenta
Un particolare della frastagliatissima dorsale che dal Monte Re di Castello si protrae verso N attraverso la Sega d'Arno fino al Passo di Campo. Sullo sfondo il Carè Alto (m 3463)
Dalla vetta del Monte Re di Castello si scende ora lungo il medesimo percorso di salita (procedere con cautela e passo moderato), fino al bivio (m 2820, ore 0.25 - 4.40), segnalato con frecce su un pietrone, tra il percorso diretto in discesa a dx verso il Lago di Campo e quello di sx diretto al Rifugio Maria e Franco.
Si segue quest'ultimo tracciato verso sx , procedendo in una vastissima pietraia senza tracce in moderata discesa, con percorso a mezza costa. Il tracciato è segnato con segnavia ed ometti di pietra. Davanti a noi si prospetta la Cima Dernal (a sx) ed il Monte Frisozzo separati dalla depressione del Passo Dernal. Il percorso successivamente alterna tratti il moderata discesa con altri di brevi saliscendi, procedendo su rocce montonate. Solo quando si giunge in prossimità del Rifugio Maria e Franco perde rapidamente quota.
Procedendo verso il Rifugio Maria e Franco: visione verso N con la Val Ghilarda, il Monte Campellio e la Cima d'Avolo
Procedendo verso il Rifugio Maria e Franco: il Monte Re di Castello alle nostre spalle
Procedendo verso il Rifugio Maria e Franco: la Sega d'Arno, il Lago di Malga Bissina e la Val di Fumo
In prossimità del Passo Dernal e del Rifugio Maria e Franco
Il Rifugio Maria e Franco con la Valle di Dois, confluente nella Val Paghera di Ceto
Si giunge quindi al rustico ed ospitale Rifugio Maria e Franco al Passo Dernal (palina segnaletica, m 2577, ore 1.20 - 6.00), punto di tappa dell'Alta Via dell'Adamello (segnavia 1) e di intersezione di diversi sentieri.
La Valle di Dois con il Laghetto delle Pile (m 2191). Sullo sfondo si ntravede uno scorcio del Lago d'Iseo
Uno scorcio del Lago d'Iseo visto dal Rifugio Maria e Franco. Si intravede Lovere e la penisola di Castro
Il Rifugio Maria e Franco. Sullo sfondo la sella del Passo Brescia (m 2717). A dx la Cima Gellino (m 2775)
Dal rifugio si intraprende il percorso di ritorno al Passo di Campo seguendo l'Alta Via dell'Adamello (segnavia 1). A pochi metri dal Rifugio si supera il Passo Dernal che mette in comunicazione la Valle di Dois con la Val Ghilarda. Dal passo si apre verso N un vasto panorama con al centro il Laghetto Dernal (m 2478).
Superata una breve salita (bivio con il sentiero 16 che si dirama a sx verso il Bivacco Macherio) , il percorso piega a dx (direzione N) scendendo lungo una brulla dorsale (Laghetto Dernal in basso a dx) fino a raggiungere il bivio (palina segnaletica, m 2530, ore 0.20 - 6.20) con il sentiero 89 che scende a sx in direzione del Lago d'Arno.
Procedendo verso il Passo di Campo: Il Monte Re di Castello (a sx) e la Cima Dernal (a dx) circondati da un paesaggio lunare
Procedendo verso il Passo di Campo: laghetto senza nome alla nostra sx, ricoperto da una fioritura di eriofori. Sullo Sfondo il Monte Campellio (m 2809)
Un particolare della cresta alla nostra dx nei pressi del Passo di Campo
In vista del Passo di Campo. Sullo sfondo il Monte Campelio
Si raggiunge il bivio (palina segnaletica, m 2355, ore 0.50 - 7.10) con il sentiero 90 (intrapreso nella fase di andata dell'escursione) diretto a dx verso il Monte Re di Castello. Si prosegue ora a sx lungo la mulattiera che dopo un tratto in discesa a cui segue una breve risalita per aggirare gli speroni rocciosi della Sega d'Arno, porta al Passo di Campo (m 2296, palina segnaletica, ore 0.20 - 7.30)
In prossimità del Passo di Campo: la titanica muraglia della Sega d' Arno
Luci tardo pomeridiane al Passo di Campo. La lunga dorsale che dalla Sega d'Arno si eleva al Monte Re di Castello
Dal Passo di Campo: veduta verso E sul solco della Valle di Daone. Sullo sfondo, da sx a dx, la Cima Cop di Breguzzo (m 3001), la Cima Bissina (m 2881), la Cima Latola (m 2833), la Cima Valbona (m 2889)
Dal Passo di Campo, percorrendo a ritroso il sentiero 242 intrapreso nella fase di andata dell'escursione, si scende rapidamente al Lago di Campo m 1944 (ore 0.40 - 8.10). Si prosegue quindi fino al bivio (nessuna segnaletica, m 1835, ore 0.35 - 8.45) tra il sentiero 242 che prosegue diritto verso il Lago di Malga Bissina e la debole traccia che cala ripida a dx lungo un largo canalone erboso in direzione della visibile, sottostante strada asfaltata. Si piega a dx seguendo quest'ultima, raggiungendo il breve la strada (m 1752, ore 0.10 - 8.55).
Il Monte Re di Castello è una panoramica vetta che demarca il confine tra le province di Brescia e Trento. L'accesso più agevole parte dalla trentina Valle di Daone. Da Brescia si risale la Valle Sabbia, si supera il Lago d'Idro e si prosegue lungo la Valle del Chiese percorrendo la strada statale n. 237. Oltrepassati gli abitati di Pieve di Bono ed Agrone, si imbocca lo svincolo della strada provinciale n. 27 della Valle di Daone. Si attraversano i rustici e pittoreschi paesi di Praso e Daone e si prosegue lungo la provinciale risalendo la Valle di Daone in direzione del Lago di Malga Bissina. Circa 1,5 chilometri prima di arrivare al lago superiamo il Bar Ristorante "da Pierino". La strada compie un tornante a sx proseguendo poi in salita con un largo curvone verso dx. Seicento metri dopo la locanda, in corrispondenza di una curva a dx, si trova il punto di inizio dell'escursione. Di fronte a noi, su una parete di roccia appare una scritta molto sbiadita indicante "Rifugio Maria e Franco". Per parcheggiare l'automezzo, bisogna procedere ancora 50 metri oltre la biforcazione. Sulla dx, in corrispondenza della diramazione di una ripida stradina in discesa a dx, si trova uno slargo idoneo.
Ci si incammina lungo la strada in discesa per 50 metri imboccando a dx, nel punto precedentemente descritto, una traccia di sentiero che sale ripida in un largo canalone erboso.
Prime luci del giorno sul Lago di Malga Bissina
Accompagnata da qualche sbiadito segnavia, la traccia guadagna rapidamente quota, giungendo all'intersezione (nessuna segnaletica, m 1835, ore 0.15) con l'itinerario 242 (mulattiera) proveniente da sx dal Lago di Malga Bissina e diretto a dx verso il Lago di Campo.
Si gira a sx seguendo la stretta mulattiera (segnavia) che procede a mezza costa in direzione S alternando tratti in salita a qualche lieve saliscendi. Procedendo nel rado bosco, il tracciato piega a dx inoltrandosi in una valletta.
Rimontata una radura, il percorso raggiunge un dosso erboso dal quale si ammira il piccolo e pittoresco Lago di Campo m 1944 (ore 0.45 - 1.00).
Il sentiero perde un poco quota abbassandosi nella conca lacustre e toccando i ruderi della Malga Campo di Sopra. Il percorso, poco dopo inizia a salire ripido tra il rado bosco, offrendo interessanti scorci sul sottostante lago. Si entra in una vasca conca prativa, dalla quale si nota già in lontananza l'insellatura del Passo di Campo.
Salendo al Passo di Campo: la Valle di Daone alle nostre spalle
Dal Passo di Campo, veduta verso S: da sx a dx si distinguono la Cima Dernal (m 2824), il Passo Dernal (m 2577), il Monte Frisozzo (m 2897), la Cima del Dosso (m 2795)
Il sentiero, dal fondo spesso sassoso e sconnesso (in alcuni tratti sembra di camminare nel greto di un torrente in secca) raggiunge il Passo di Campo (palina segnaletica, m 2296, ore 1.00 - 2.00), che mette in comunicazione la Valle di Daone e la Val Ghilarda confluente nella media Valle Camonica. Il passo segna il confine tra le province di Brescia e Trento ed è punto di intersezione con l' Alta Via dell'Adamello (segnavia 1) ed il sentiero 20 che scende in Val Ghilarda ed al Lago d'Arno.
Poco oltre il Passo di Campo: la lunga cresta rocciosa denominata "Sega d'Arno" ed il Monte Re di Castello
Dal passo si rientra in territorio bresciano e si prosegue a sx lungo una mulattiera militare ridotta allo stato di sentiero, seguendo le indicazioni per il Rifugio Maria e Franco (segnavia 1). La mulattiera supera i resti di alcune postazioni risalenti alla Grande Guerra (qui passava la linea di confine tra Regno d' Italia e Impero Austro Ungarico). Il percorso taglia a mezza costa il dirupato versante che precipita a dx verso la Val Ghilarda. Dopo un breve tratto in salita, il tracciato, per superare uno sperone roccioso perde un poco quota con qualche tornante per poi ricominciare a salire. Un tratto particolarmente esposto è attrezzato con qualche metro di catena. Sulla dx, si apre un vasto panorama sul sottostante Lago
d' Arno e sui monti della media Valle Camonica.
Veduta verso NO: il Bernina (m 4049)
Un particolare della frastagliatissima cresta divisoria denominata "Sega d'Arno"
Si raggiunge il bivio (palina segnaletica, m 2355, ore 0.20 - 2.20) tra il sentiero 1 che prosegue a dx in discesa in direzione del Rifugio Maria e Franco ed il sentiero 90 che prosegue diritto in salita verso il Monte Re di Castello. La direzione di quest'ultimo è segnalata da una scritta un poco sbiadita su un pietrone e dal segnavia sbiadito "90". Si segue la larga mulattiera in salita lungo la pietraia, che compie in breve due tornanti. In corrispondenza di un terzo tornante (sinistrorso), la si abbandona (la mulattiera termina poche decine di metri oltre, nel punto dove 100 anni fa, ossia quando venne tracciata, aveva inizio la Vedretta di Saviore, oggi totalmente scomparsa). Si prosegue diritto in salita (direzione S) lungo la pietraia senza tracce seguendo con attenzione i frequenti ometti di pietra (non ci sono segnavia).
Salendo al Monte Re di Castello: panorama in direzione NO
Attorno ai 2500 metri di quota il percorso attraversa la disagevole morena terminale dell'estinta Vedretta di Saviore. Successivamente diviene un poco più agevole (per modo di dire).
Panorama in direzione N da quota m 2700 circa: in primo piano si distingue la cresta confinale Trentino Alto Adige - Lombardia che discende fino al Passo di Campo. Sullo sfondo il gruppo dell'Adamello ed il Carè Alto
Panorama in direzione NO da quota m 2700 circa
Dopo la salita lungo la vastissima pietraia si perviene all' incrocio (m 2820, ore 1.30 - 3.50) tra il percorso che si dirama a dx in direzione del Rifugio Maria e Franco e il percorso che si dirige a sx verso la vicina vetta del Monte Re di Castello. L' intersezione è indicata da frecce dipinte su un pietrone.
Procedendo verso la vetta del Monte Re di CastelloSi piega quindi a sx seguendo con attenzione gli ometti di pietra. Si procede con molta attenzione lungo l'ostica pietraia, affrontando un ripido tratto che piegando verso dx, conduce a pochi metri dalla frastagliata linea di cresta. In alcuni passaggi è necessario appigliarsi con le mani.
Facendo attenzione ad alcuni delicati passaggi tra massi enormi, si procede in direzione della vetta tenendosi vicinissimi alla linea di cresta (qualche metro sulla nostra dx). Qui si trovano anche i ruderi di una postazione militare risalente alla Grande Guerra.
Si giunge quindi alla croce sommitale del Monte Re di Castello m 2891 (ore 0.25 - 4.15).
Lo spazio sulla cima è ristretto e bisogna prestare attenzione ai baratri che si aprono lungo i versanti O, N, E, SE. Panorama grandioso a 360° che spazia dal Bernina alle ultime propaggini prealpine.
Dal Monte Re di Castello, veduta verso N con il lago e la diga di Malga Bissina. Al centro dell'immagine il Lago di Campo. Sullo sfondo, da sx a dx, il Monte Adamello (m 3539), il Corno Miller (m 3373), i Corni di Salarno (m 3297), il Monte Fumo (m 3418), il Corno di Cavento (m 3406), il Care Alto (m 3463), la Cima Cop di Breguzzo (m 3001)
Dal Monte Re di Castello veduta verso N con il lago e la diga di Malga Bissina ed il Lago di Campo
Dal Monte Re di Castello, veduta verso N. Da sx a dx, in primo piano, la Val Ghilarda con uno spicchio del Lago d'Arno, il Monte Campellio (m 2809), la Cima d'Avolo (m 2658), il Passo di Campo (m 2296), la Sega d'Arno, il Lago di Campo, il Lago di Malga Bissina e la Val di Fumo. Sullo sfondo, da sx a dx, le Alpi Orobie, il Bernina (m 4049), il Pian della Regina (m 2628), il Corno Baitone (m 3331), il Monte Adamello (m 3539), il Corno Miller (m 3373), i Corni di Salarno (m 3297), il Monte Fumo (m 3418), il Corno di Cavento (m 3406), il Care Alto (m 3463), la Cima Cop di Breguzzo (m 3001), la Cima d'Arnò (m 2849), la Cima Valbona (m 2889)
Dal Monte Re di Castello, veduta verso N. da sx a dx, il Monte Adamello (m 3539), il Corno Miller (m 3373), i Corni di Salarno (m 3297), il Corno Bianco (m 3434)
Dal Monte Re di Castello, veduta verso N. Il Monte Fumo (m 3418) e la Vedretta d'Adamè
Dal Monte Re di Castello, veduta verso E: la linea di cresta che collega la vetta alla Cima Dernal (m 2824), Passo Dernal (m 2577), Monte Frisozzo (m 2897). A sx scorcio sulla Val Ghilarda e la Valle di Saviore
Dal Monte Re di Castello veduta verso S: il profondo solco della Valle di Leno, sbarrata (da sx a dx) dal Monte Gelo (m 2618), dal passo del Gelo (m 2315), dalla Cima Blumone (m 2566) e dal Passo Termine (m 2334). . Sullo sfondo, da sx a dx, il Monte Bruffione ( m 2664), il Cornone di Blumone (m 2843), la Cima di Laione (m 2757), il Monte LIstino (m 2746)
Dal Monte Re di Castello veduta verso SE: sullo sfondo, tra la foschia si intravede la sponda veronese del Lago di Garda. A dx, il Monte Pizzocolo (m 1582)
Dal Monte Re di Castello veduta verso SE: il profondo solco della Valle di Daone con il Lago di Malga Boazzo. Sullo sfondo il crinale del Monte Baldo (m 2218)
Dal Monte Re di Castello veduta verso SO: il Monte Guglielmo (m 1948) sullo sfondo
Dal Monte Re di Castello veduta verso SO: sullo sfondo il Monte Bronzone (m 1334), ultima propaggine prealpina prima della pianura
Dal Monte Re di Castello veduta verso NO: le Dolomiti di Brenta
Un particolare della frastagliatissima dorsale che dal Monte Re di Castello si protrae verso N attraverso la Sega d'Arno fino al Passo di Campo. Sullo sfondo il Carè Alto (m 3463)
Dalla vetta del Monte Re di Castello si scende ora lungo il medesimo percorso di salita (procedere con cautela e passo moderato), fino al bivio (m 2820, ore 0.25 - 4.40), segnalato con frecce su un pietrone, tra il percorso diretto in discesa a dx verso il Lago di Campo e quello di sx diretto al Rifugio Maria e Franco.
Si segue quest'ultimo tracciato verso sx , procedendo in una vastissima pietraia senza tracce in moderata discesa, con percorso a mezza costa. Il tracciato è segnato con segnavia ed ometti di pietra. Davanti a noi si prospetta la Cima Dernal (a sx) ed il Monte Frisozzo separati dalla depressione del Passo Dernal. Il percorso successivamente alterna tratti il moderata discesa con altri di brevi saliscendi, procedendo su rocce montonate. Solo quando si giunge in prossimità del Rifugio Maria e Franco perde rapidamente quota.
Procedendo verso il Rifugio Maria e Franco: visione verso N con la Val Ghilarda, il Monte Campellio e la Cima d'Avolo
Procedendo verso il Rifugio Maria e Franco: il Monte Re di Castello alle nostre spalle
In prossimità del Passo Dernal e del Rifugio Maria e Franco
Il Rifugio Maria e Franco con la Valle di Dois, confluente nella Val Paghera di Ceto
Si giunge quindi al rustico ed ospitale Rifugio Maria e Franco al Passo Dernal (palina segnaletica, m 2577, ore 1.20 - 6.00), punto di tappa dell'Alta Via dell'Adamello (segnavia 1) e di intersezione di diversi sentieri.
La Valle di Dois con il Laghetto delle Pile (m 2191). Sullo sfondo si ntravede uno scorcio del Lago d'Iseo
Uno scorcio del Lago d'Iseo visto dal Rifugio Maria e Franco. Si intravede Lovere e la penisola di Castro
Il Rifugio Maria e Franco. Sullo sfondo la sella del Passo Brescia (m 2717). A dx la Cima Gellino (m 2775)
Dal rifugio si intraprende il percorso di ritorno al Passo di Campo seguendo l'Alta Via dell'Adamello (segnavia 1). A pochi metri dal Rifugio si supera il Passo Dernal che mette in comunicazione la Valle di Dois con la Val Ghilarda. Dal passo si apre verso N un vasto panorama con al centro il Laghetto Dernal (m 2478).
Superata una breve salita (bivio con il sentiero 16 che si dirama a sx verso il Bivacco Macherio) , il percorso piega a dx (direzione N) scendendo lungo una brulla dorsale (Laghetto Dernal in basso a dx) fino a raggiungere il bivio (palina segnaletica, m 2530, ore 0.20 - 6.20) con il sentiero 89 che scende a sx in direzione del Lago d'Arno.
Abbassandosi di quota, il tracciato piega verso dx passando sul greto quasi asciutto del Torrente Val Ghilarda che poco oltre forma due minuscole pozze. Oltrepassato il torrente, il sentiero (ben evidente, segnavia abbondanti) compie una breve salita e procede con percorso a mezza costa verso il Passo di Campo. Quindi alterna tratti in discesa moderata con brevi risalite.
Procedendo verso il Passo di Campo: Il Monte Re di Castello (a sx) e la Cima Dernal (a dx) circondati da un paesaggio lunare
Procedendo verso il Passo di Campo: laghetto senza nome alla nostra sx, ricoperto da una fioritura di eriofori. Sullo Sfondo il Monte Campellio (m 2809)
Un particolare della cresta alla nostra dx nei pressi del Passo di Campo
In vista del Passo di Campo. Sullo sfondo il Monte Campelio
Si raggiunge il bivio (palina segnaletica, m 2355, ore 0.50 - 7.10) con il sentiero 90 (intrapreso nella fase di andata dell'escursione) diretto a dx verso il Monte Re di Castello. Si prosegue ora a sx lungo la mulattiera che dopo un tratto in discesa a cui segue una breve risalita per aggirare gli speroni rocciosi della Sega d'Arno, porta al Passo di Campo (m 2296, palina segnaletica, ore 0.20 - 7.30)
In prossimità del Passo di Campo: la titanica muraglia della Sega d' Arno
Luci tardo pomeridiane al Passo di Campo. La lunga dorsale che dalla Sega d'Arno si eleva al Monte Re di Castello
Dal Passo di Campo: veduta verso E sul solco della Valle di Daone. Sullo sfondo, da sx a dx, la Cima Cop di Breguzzo (m 3001), la Cima Bissina (m 2881), la Cima Latola (m 2833), la Cima Valbona (m 2889)
Dal Passo di Campo, percorrendo a ritroso il sentiero 242 intrapreso nella fase di andata dell'escursione, si scende rapidamente al Lago di Campo m 1944 (ore 0.40 - 8.10). Si prosegue quindi fino al bivio (nessuna segnaletica, m 1835, ore 0.35 - 8.45) tra il sentiero 242 che prosegue diritto verso il Lago di Malga Bissina e la debole traccia che cala ripida a dx lungo un largo canalone erboso in direzione della visibile, sottostante strada asfaltata. Si piega a dx seguendo quest'ultima, raggiungendo il breve la strada (m 1752, ore 0.10 - 8.55).
Due immagini riprese dal versante del Monte Frisozzo che testimoniano la scomparsa dell'estesa Vedretta di Saviore che sottostava il Monte Re di Castello. Il ghiacciaio, che era considerato il più meridionale della Lombardia, è definitivamente scomparso all'inizio degli anni 80 del secolo scorso.
(fonte: Servizio Glaciologico Lombardo, http://www.on-ice.it )
Nessun commento:
Posta un commento