by zombie

"Camminare per me significa entrare nella natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura per me non è un campo da ginnastica. Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori. Le montagne sono per me un sentimento."
(Reinhold Messner)

martedì 25 settembre 2018

Punta Venerocolo

Lunga escursione in uno tra gli ambienti più remoti e solitari delle Orobie Orientali

LUOGO DI PARTENZA E ARRIVO: località Ronco, fraz. di Schilpario - BG, Via Vo (km 82 da Brescia)
STAGIONE CONSIGLIATA: estate, inizio autunno
DISLIVELLO COMPLESSIVO IN SALITA: 1865 m
ACQUA SUL PERCORSO: si         
ESCURSIONE EFFETTUATA IL: 17 ottobre 2011
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 NOTE
Lungo itinerario caratterizzato da forti dislivelli, per escursionisti allenati, con buon senso dell'orientamento e passo sicuro. Il percorso si snoda prevalentemente in ambiente isolato e selvaggio. Sconsigliato in caso di nebbia e maltempo. 
 Risalendo la Valle di Scalve da Darfo - Boario Terme lungo la strada provinciale n. 294, si procede in direzione di Schilpario (BG). Circa 2 chilometri prima di questa località si attraversa il piccolo abitato di Ronco. Oltrepassatolo, la strada provinciale con un ampio curvone  a dx attraversa il Torrente Vo: appena oltre il ponte, sulla sx si dirama una strada asfaltata (Via Vo). Al suo inizio vi è un cartello indicante la cascata del Vo ed una tabella segnaletica del CAI. Lasciato l'automezzo in uno slargo a margine della stradina, ci si incammina seguendola lungo il pianeggiante solco della Valle del Vo. Il percorso si snoda parallelo all'ampio torrente (a sx) e raggiunge la località la Paghera m 1102 (ore 0.20) dove la strada asfaltata termina in un vasto parcheggio (ristorante - pizzeria, area picnic).
Si procede diritto lungo una carrareccia raggiungendo dopo un centinaio di metri una biforcazione: a sx si dirama l'itinerario 413A diretto alla cascata del Vo ed  al Rifugio Tagliaferri. A dx diparte l'itinerario 414 per i laghetti ed il Passo del Venerocolo. Seguendo quest'ultima direzione, si imbocca la stradina sterrata che inizia a guadagnare quota con qualche tornante attraverso il bosco. A circa 1370 metri di quota la carrareccia lascia il posto ad una mulattiera di fattura militare risalente alla Grande Guerra.
 Brume mattutine nella Valle del Venerocolino. Scorcio verso SO con il Pizzo della Presolana (m 2521)
 La mulattiera, con pendenza molto regolare, risale il versante dx della Valle del Venerocolino lasciando alle spalle la fascia boschiva. In un contesto di natura selvaggia (in tutta la vallata non vi sono malghe o bivacchi), piega successivamente a sx salendo con numerosi tornanti sul versante di sx.
 La lunga ascesa, accompagnata dallo scrosciare di piccoli torrenti e cascatelle, conduce con progressione verso la testata della valle con in primo piano la Punta Venerocolo (m 2590).
La Valle del Venerocolino alle nostre spalle. Sullo  sfondo, da sx a dx, il Pizzo Camino (m 2491), la Cima Moren (m 2418), la Corna di San Fermo (m 2352)
Uno dei Laghetti di San Carlo. Sullo sfondo la Punta Venerocolo
Veduta verso SE: sullo sfondo le prealpi bresciane, con l' inconfondibile profilo degli ex impianti radar del Dosso dei Galli (m 2196)

La lunga ascesa della Valle del Venerocolino termina al bivio, in prossimità del crinale spartiacque con la Valtellina (palina segnaletica, m 2305, ore 3.10 - 3.30) con la mulattiera militare (itinerario 416) proveniente da sx dal Rifugio Tagliaferri e dal vicino Passo di Venerocolo e diretta a dx verso il Passo del Gatto. A sx si osservano i Laghetti del Venerocolo, a dx quelli di San Carlo.
Uno dei Laghetti di San Carlo. Sullo sfondo il Pizzo Tornello (m 2687)
Al bivio si svolta a dx in direzione del Passo del Gatto. In un vasto e suggestivo ambiente contornato di laghetti, torbiere e radure, la mulattiera scende brevemente nella conca dei Laghetti di San Carlo (m 2240). Successivamente riprende quota con percorso a mezza costa in direzione E.
Si raggiunge quindi il bivio (palina segnaletica, m 2315, ore 0.20 - 3.50), con il sentiero 161 che si dirama ripido in salita a sx in direzione del Passo del Sellerino. Lo si segue (debole traccia, attenzione ai segnavia) procedendo su facile terreno.
Salendo al Passo del Sellerino, veduta verso SO sui Laghetti di San Carlo
Si conquista in breve l'ampia sella del Passo del Sellerino (m 2415, ore 0.20 - 4.10), che mette in comunicazione la bergmasca Valle del Venerocolino  con la bresciana Valle del Sellero.
Dal passo si procede a sx lungo una debole e ripida traccia che rimonta la cresta che collega il Passo del Sellerino alla Punta Venerocolo. Il terreno, ripido e friabile richiede attenzione e passo sicuro, nonché l'appiglio con le mani in qualche passaggio un poco esposto. Procedendo con cautela si raggiunge l'aerea e panoramica vetta della Punta Venerocolo (o Punta Tre Confini), m 2590 (ore 0.30 - 4.40). La sommità (piccola croce) è il punto di congiunzione dei confini delle province di Bergamo, Brescia e Sondrio.

Dalla Punta Venerocolo: il Monte Adamello (m 3539) ed il Corno Miller (m 3373)
Dalla Punta Venerocolo: veduta verso NO con la Valle di Campo (confluente nella Valtellina). Sullo sfondo il Bernina (m 4049)
Dalla Punta Venerocolo: veduta verso N, con la lunga cresta che dalla vetta prosegue unendo il Monte Colombaro (m 2686), il Monte Sellero (m 2744), il Monte Telenek (m 2753)

Dalla Punta Venerocolo: veduta verso S, il solco della Valle del Venerocolino. Sullo sfondo, da sx a dx, la triade Pizzo Camino (m 2491) - Cima Moren (m 2418) -  Corna di San Fermo (m 2352) ed il Pizzo della Presolana (m 2521)
Pizzo Camino (m 2491) - Cima Moren (m 2418) -  Corna di San Fermo (m 2352)
Scendendo dal Passo del Sellerino: un altro scorcio dei Laghetti di San Carlo
Dalla Punta Venerocolo, per medesimo percorso intrapreso in salita, si discende (attenzione e cautela!) al sottostante Passo del Sellerino m 2415 (ore 0.20 - 5.00). Da qui, seguendo i segnavia dell'itinerario 161, si piega a dx in ripida discesa ritornando al bivio (palina segnaletica, m 2315, ore 0.15 - 5.15) con la mulattiera militare (itinerario 416).
Al centro dell'immagine il roccioso e stretto passaggio del Passo del Gatto
Si procede a sx seguendo le indicazioni per il Passo del Gatto. La ben conservata mulattiera militare si snoda in moderata salita con percorso a mezza costa, aggirando i fianchi meridionali del Monte Sellerino (m 2507).
In prossimità del Passo del Gatto
Il tracciato, con alcuni arditi tratti scavati nella roccia, scavalca il ristretto ed aereo passaggio del Passo del Gatto (m 2416, ore 0.35 - 5.50), che mette in comunicazione la Valle del Venerocolino con la Valbona ed il Passo del Vivione.
Si procede ora in panoramica discesa sul versante della Valbona, con belle vedute sul versante occidentale della Concarena (m 2549).

Scendendo dal Passo del Gatto: il Lago di Valbona (m 2056). A dx  il Monte Poiat (m 2322)
Dopo aver disceso il ripido pendio  sovrastante il lago di Valbona, la mulattiera aggira il bacino con un lungo percorso ad arco tenendosi alta rispetto alla riva. Per accorciare questo lungo e dispersivo tracciato, una volta giunti nelle vicinanze del lago, si abbandona momentaneamente la mulattiera (che aggira alta il lago sulla dx), imboccando a sx un marcato sentiero che discende nella conca lacustre e che aggira il bacino sulla sx attraversando una vasta radura. Poco oltre il lago, il sentiero e la mulattiera (quest'ultima da dx) si ricongiungono.
Nei pressi del Lago di Valbona: luci tardo pomeridiane. Al centro dell'immagine, la Malga Gaffione, sovrastata dal Monte Busma (m 2136)
Il tracciato prosegue la discesa attraverso la Valbona e raggiunge la Malga Gaffione. In prossimità della malga, si abbandona la mulattiera militare (segnavia 416) che prosegue diritto in direzione del vicino Passo del Vivione (visibile a circa 600 metri) e si piega a dx (curva a gomito) lungo un tratturo che tocca la malga. Da qui, attraverso il pascolo, procedendo in direzione S lungo una traccia in leggera discesa, si raggiunge in poche decine di metri l'incrocio, in prossimità di un torrentello  con i sentieri 415 - 427 (palina segnaletica, m 1814, ore 1.20 - 7.10).
Il Passo del Vivione (m 1828) visto dal Passo dei Laghetti delle Valli
All'intersezione si  procede a dx in moderata salita lungo il sentiero 415 diretto a Schilpario attraverso la sella dei Laghetti delle Valli. Il percorso guadagna  quota attraverso vastissime praterie in direzione SO. Raggiunge quindi l'ampio valico presso il quale vi sono i Laghetti delle Valli (palina segnaletica, m 1993, ore 0.30 - 7.40). Qui, proveniente da dx, si innesta il sentiero 415A discendente dal Lago di Val Asinina.
Luci tardo pomeridiane ai Laghetti delle Valli
Luci tardo pomeridiane ai Laghetti delle Valli
Luci tardo pomeridiane ai Laghetti delle Valli
Luci tardo pomeridiane ai Laghetti delle Valli
Dal Passo dei Laghetti delle Valli si prosegue lungo  il sentiero 415 che piega pianeggiante a sx in una  radura che conduce  in vista della sottostante Val di Scalve. Il sentiero (ben evidente, segnavia marcati) inizia a scendere inserendosi in un bosco via via sempre più fitto. Superati i ruderi della Malga Busmino (m 1640), perde rapidamente quota fino a sbucare dal bosco direttamente sulla strada provinciale n. 294 in corrispondenza della Chiesa di Santa Elisabetta (palina segnaletica, m 1137, ore 1.30 - 9.10). Si svolta a sx e si segue la strada provinciale in leggera discesa raggiungendo Schilpario. Si lascia la strada provinciale che gira a sx e si prosegue diritto attraverso la stretta e acciottolata Via della Clusa che attraversa il  centro storico di Schilpario in direzione E-O (m 1124, ore 0.10 - 9.20). 
Si prosegue sempre diritto lungo la via centrale denominata Via Padre Maj e successivamente Via Torri e Via Nazionale, fino ad incrociare, al limite dell'abitato, la strada provinciale proveniente da sx. Si segue quest'ultima diritto in discesa per circa 700 metri, raggiungendo in prossimità del ponte in  località Ronco, la strada che diparte a dx per inoltrarsi nella Valle del Vo, dove ha avuto inizio questa lunga escursione (m 1070, ore 0.20 - 9.40).

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