by zombie

"Camminare per me significa entrare nella natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura per me non è un campo da ginnastica. Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori. Le montagne sono per me un sentimento."
(Reinhold Messner)

sabato 20 ottobre 2018

Brenta Orientale

Solitudini autunnali in un ambiente naturale straordinario

LUOGO DI PARTENZA E ARRIVO: Pegorar - fraz. di Andalo - TN, Via Pegorar (km 138 da Brescia)
STAGIONE CONSIGLIATA: estate, inizio autunno
DISLIVELLO COMPLESSIVO IN SALITA: 2045 m
ACQUA SUL PERCORSO: assente dopo la fonte Fontana Fredda
ESCURSIONE EFFETTUATA IL: 16 ottobre 2017
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 NOTE

Lungo itinerario caratterizzato da un forte dislivello, per escursionisti allenati con buon senso dell'orientamento e passo sicuro. Il percorso si snoda prevalentemente in ambiente isolato e selvaggio, in una zona delle Dolomiti di Brenta poco frequentata. Considerata la scarsità di punti di approvvigionamento idrico, si sconsiglia la percorrenza nelle giornate estive più calde.
Prime luci dell'alba sulle Dolomiti di Brenta
Questa escursione in territorio trentino inizia a Pegorar m 1053, frazione di Andalo. Da Brescia si percorre la strada statale n. 237 del Caffaro fino a Tione di Trento. Si prosegue ancora lungo la medesima statale in direzione Trento, giungendo a Ponte Arche. Poco dopo l'abitato si imbocca a sx la strada statale n. 421 superando gli abitati di San Lorenzo in Banale e Molveno. Si giunge quindi ad Andalo: nella parte centrale dell'abitato si lascia la statale (Viale Trento) deviando a sx lungo Via Crosare (sulla biforcazione c'è una vistosa effige - bacheca con le indicazioni degli hotel). Si segue tale strada  in lieve salita per circa 300 metri per poi svoltare a dx lungo Via Pegorar. La strada sale affiancata da case e poi da prati raggiungendo il rustico e antico borgo di Pegorar. Attaversato l'abitato lungo la stretta via centrale, si oltrepassa sulla sx l'Hotel Miramonti. Sul margine sx e dx della via vi sono dei piccoli parcheggi ma tutti ad uso privato. Superato l'hotel di pochi metri, troviamo una biforcazione dove è presente una palina segnaletica dei sentieri SAT. Si svolta a sx  lungo una stradina che dopo pochi metri diviene sterrata e che termina in un piccolo spiazzo in terra battuta. Qui si lascia l'automezzo e ci incammina seguendo le indicazioni del sentiero SAT 301.
L'escursione interessa una zona del gruppo di Brenta che sebbene abbia poco o nulla da invidiare in quanto a bellezza alle zone del medesimo gruppo invase dal turismo di massa, risulta essere scarsamente frequentata e con pochi punti di appoggio. Inoltre è un'area dove più che in altre parti, si sono verificati diversi incontri ravvicinati uomo - orso
Si imbocca un largo e sassoso sentiero che inizia a salire nel bosco incrociando a quota m 1170 una strada forestale. Attraversata la carrareccia, si continua l'ascesa lungo l'ampio tracciato sempre accompagnato da segnavia e in taluni punti da paline segnaletiche. A quota m 1290 si interseca (palina segnaletica) un'altra strada forestale. Si prosegue diritto lungo il sentiero incrociando poco dopo  la medesima carrareccia. Si segue sempre il sentiero che successivamente, a quota m 1400 circa si inserisce (palina segnaletica) su una strada forestale. Si svolta a sx percorrendola in salita. Dopo pochi metri la strada compie un tornante destrorso (diritto c'è una diramazione chiusa da una sbarra). Si segue la carrareccia in salita fino a raggiungere, in corrispondenza di un tornante sinistrorso il bivio (palina segnaletica, m 1472, ore 1.10) tra il sentiero 353 che piega a sx (strada forestale) in direzione di Malga Dagnola Bassa ed il sentiero 301 diretto a Malga Spora - Malga Cavedago.
 
Si segue l'itinerario  301 lungo un marcato sentiero che procede in lieve salita e poi con lievi saliscendi a mezza costa lungo il ripido, dirupato e boscoso  versante settentrionale del Monte Dagnola (m 2195). Il percorso, sfruttando alcune cenge (tratti attrezzati con funi di sicurezza), transita sotto alcune spettacolari rupi verticali.


Il sentiero prosegue poi in moderata salita fino a raggiungere, a quota metri 1600 circa, un fontanino (località Fontana Fredda) dal quale scaturisce un modesto gettito d'acqua. Questo (se le malghe non sono in attività)  è l'unico  punto di rifornimento idrico presente sull'intero percorso !
Procedendo verso Malga Cavedago:  vista verso NO. Da sx a dx, il Monte Fibbion (m 2654) ed il Monte Mular Basso (m 2256)
Mentre il bosco si dirada offrendo vedute sempre più ampie sul selvaggio e boscoso vallone di Selva Piana e sulla Catena del Brenta, si perviene al bivio (palina segnaletica, m 1690, ore 0.50 - 2.00) con il sentiero 302 risalente da dx dalla Selva Piana e da Spormaggiore. Il sentiero 301 sale ora ripido toccando poco dopo il bivio (palina segnaletica, m 1760, ore 0.10 - 2.10) con l'itinerario di raccordo al sentiero 353 che si dirama a sx in salita verso la Bocchetta del Piz Galin.
Procedendo verso Malga Cavedago: veduta verso NE con il vallone di Selva Piana

Il magnifico bosco lungo il sentiero 301 per Malga Cavedago
Il magnifico bosco lungo il sentiero 301 per Malga Cavedago
L'intersezione dei sentieri 301 - 338 nelle immediate vicinanze di Malga Cavedago. Sullo sfondo il Monte Fibbion (m 2654)
Uscendo dal bosco si arriva alla Malga Cavedago m 1848 (palina segnaletica, ore 0.10 - 2.20), punto di intersezione tra i sentieri 301 - 338.


La Malga Cavedago. In secondo piano il Baito dei Cacciatori
Dalla Malga Cavedago: veduta verso S. Da sx a dx, la Bocchetta del Piz Galin (m 2130), il Piz Galin (m 2442), la Cima dei Lasteri (m 2457)

Si imbocca il sentiero 338 che sale lungo la Val dei Cavai in  direzione della Sella del Montoz. Inizialmente il percorso si snoda in una radura prativa dove la traccia non è molto evidente (attenzione ai segnavia). Successivamente si fa più marcato e risale tutta la selvaggia vallata (priva di corsi d'acqua) divenendo  gradualmente più ripido. L'ultimo faticoso tratto di salita prima del valico va affrontato a passo moderato.

Procedendo verso la Sella del Montoz: veduta in direzione S sulla Valle dei Cavai. Sullo sfondo il Piz Galin (m 2442)
Caratteristico sperone roccioso alla Sella del Montoz (il Montoz, m 2490)
All' ampia Sella del Montoz m 2327 (palina segnaletica, ore 1.10 - 3.30) troviamo l'incrocio con il remoto sentiero  360 che si dirama a dx in direzione del Pas delle Madonine e Sporminore, con la traccia segnata che diparte a dx per il Croz del Re, con la traccia diretta a sx in direzione di Cima Santa Maria.

Dalla Sella del Montoz: veduta verso N. Sulla dx la Cima della Sporata (m 2488)

Dalla Sella del Montoz: veduta verso N. La Valle di Non

Dalla Sella del Montoz si prosegue lungo il sentiero 338 in direzione Malga Campa. Si scende in direzione N per marcato sentiero nell'ampio vallone dell'Alpe la Campa, godendo di un'ampia vista sulla Val di Non e sui monti dell'Alto Adige. Si giunge in località Alpe la Campa: al bivio (palina segnaletica, m 2223, ore 0.20 - 3.50) si segue il sentiero 369 che si dirama a sx in direzione di Bocchetta di Val Scura.

Dall'Alpe la Campa: la Sella del Montoz alle nostre spalle. A sx il Monte Corona (m 2562), a dx il Montoz (m 2490)
Il sentiero 369 si presenta nella fase iniziale come una debole traccia che con qualche saliscendi, taglia a mezza costa il versante orientale del Cimon della Campa (m 2598). Vasto panorama  verso N sulla Valle di Non ed i monti dell'Alto Adige.


Lungo il sentiero 369 in direzione del Passo di Val Scura. A dx la Bocchetta di Val Strangola (m 2253) e la Cima di Val Strangola  (m 2343)

In prossimità della Bocchetta di Val Scura: la Cima di Val Scura (m 2670)
Successivamente la traccia diviene sentiero e mantenendo sempre il versante sx
 si dirige a sx nel pietroso vallone laterale che risale al Passo di Val Scura.
Dalla Bocchetta di Val Scura: veduta in direzione NO sulla Val Scura e la catena centrale delle Dolomiti di Brenta
Con facile salita si arriva alla Bocchetta di Val Scura (m 2376, ore 0.35 - 4.25), ristretta in posizione umbratile tra alte pareti rocciose.
Si procede ora in discesa lungo la Val Scura. Il percorso attraversa una vastissima pietraia (attenzione ai segnavia) che si estende dal valico fin quasi all' inizio della fascia boschiva. Sebbene non vi siano punti esposti, bisogna procedere con cautela a causa del fondo molto sconnesso, instabile ed a tratti ripido.
A quota m 2048 si incrocia un bivio (ore 0.55 - 5.20).  Su un pietrone vi è scritta un' indicazione per Malga Flavona a sx. Trascurando questa scorciatoia che risulta di difficile percorribilità (tracce debolissime seppure con segnavia, che tagliano a mezza costa un ripido ed instabile ghiaione) si procede verso dx in discesa ancora lungo il sentiero 369.

Il sentiero scende ora a mezza costa in direzione NO tra fitti cespugli di mughi, offrendo sulla sx un'ampia visione della sottostante Valle di Santa Maria Flavona e sulla lunga catena centrale delle Dolomiti di Brenta.
La catena centrale delle Dolomiti di Brenta dal sentiero 369. Da sx a dx, il Passo del Grostè (m 2442), la Pietra Grande (m 2937), la Cima Vagliana (m 2862), la Bocchetta dei Tre Sassi (m 2613), la Cima Flavona (m 2916), il Corno di Denno (m 2873), la Cima Rocca (m 2831), la Cima Benon (m 2684)

Dal sentiero 369: veduta verso SO. Da sx a dx, la Cima Grostè (m 2901), il Passo del Grostè (m 2442), la Pietra Grande (m 2937), la Cima Vagliana (m 2862), la Bocchetta dei Tre Sassi (m 2613)

Si perviene quindi all'incrocio (palina segnaletica, m 1832, ore 0.20 - 5.40) tra il sentiero 369 ed il sentiero 330. Si segue quest'ultimo in direzione Malga Flavona. Il tracciato ampio e agevole, si snoda inizialmente in salita e poi con qualche saliscendi tra tratti di pietraia, distese di mughi e alcune zone di rado bosco. Non vi è la minima traccia di corsi d'acqua. A quota m 1880 si giunge al bivio (ore 0.15 - 5.55, indicazione su pietrone diretta in salita a sx) con il tracciato di raccordo al sentiero 369 discendente dalla Val Scura (scorciatoia precedentemente citata, della quale si sconsiglia la percorrenza).
Procedendo verso Malga Flavona: veduta verso SE. Da sx a dx, il Castellaz (m 2335), la Rocca (m 2405), la Val Scura con l'omonima Bocchetta (m 2376), il Cimon della Campa (m 2598), la Cima di Val scura (m 2670)
Procedendo verso Malga Flavona: la Cima di Val scura (m 2670) 

Procedendo verso Malga Flavona: veduta verso SO con la testata della Valle di Santa Maria Flavona. Da sx a dx si distinguono  il Passo della Gaiarda (m 2242), la Cima Gaiarda (m 2640), il Turrion Basso (m 2384),  la Cima Falkner (m 2999), la Cima Grostè (m 2916), il Passo del Grostè (m 2442)

Procedendo verso Malga Flavona
Procedendo verso Malga Flavona
Procedendo verso Malga Flavona
Procedendo verso Malga Flavona; veduta verso S. La Crosara della Campa (m 2661) e la Cima Santa Maria (m 2679)
Immersi in uno straordinario contesto paesaggistico, dopo una serie di saliscendi ed una ripida, breve salita finale attraverso una radura, si giunge alla Malga Flavona (palina segnaletica, m 1867, ore 0.25 - 6.20).
Panoramica in direzione N da Malga Flavona
Dalla malga si seguono le indicazioni del sentiero 371 per Campo Flavona e Passo della Gaiarda. Il tracciato ben marcato, sale inizialmente ripido attraverso il bosco raggiungendo il bivio (palina segnaletica, m 1968, ore 0.15 - 6.35) con il sentiero 371B che si distacca a dx in direzione del Passo del Grostè. Dal bivio si prosegue ancora lungo il sentiero 371 in direzione Campo Flavona - Passo della Gaiarda.

Abbandonata la fascia boschiva, si prosegue in direzione S in una vastissima radura, dominata dalla vetta di Cima Santa Maria (m 2679, a sx), e dall'isolata prominenza del Turrion Basso (m 2384).
Il sentiero si riduce ad una debole traccia che procede in moderata salita e che si snoda in ambiente carsico attraverso vastissime distese di erba nana. L'individuazione del percorso è agevolata da paletti di legno posti a distanze variabili. Successivamente la traccia si sposta sul versante dx e ritorna sentiero.
Procedendo verso Campo Flavona. La vasta radura risalita alle nostre spalle
Procedendo verso Campo Flavona. La testata del vallone con il Passo della Gaiarda

Con percorso sinuoso, il sentiero sale dolcemente sulla parte dx del vallone raggiungendo in località Campo Flavona m 2198 (palina segnaletica, ore 0.45 - 7.20), il bivio con il sentiero 301. Si segue ora quest'ultimo in direzione del vicino Passo della Gaiarda m 2242 che si raggiunge con un ultimo tratto in dolce salita (ore 0.10 - 7.30).
In prossimità del Passo della Gaiarda: La Crosara del Fibbion (m 2660)
Dal Passo della Gaiarda: vista in direzione N con il vallone risalito da Malga Spora
Dal Passo della Gaiarda: vista in direzione SE. Da sx a dx, il Piz Galin (m 2442) e  la Cima dei Lasteri (m 2457). In primo piano a dx il Crozzon della Spora (m 2353)
Dall'ampio valico (palina segnaletica) si prosegue ora in discesa  in direzione di Malga Spora sempre lungo il sentiero 301 che perde quota attraversando a mezza costa un ampio ghiaione lungo le pendici del Monte Fibbion (m 2654). In alternativa, dal valico si può scendere anche attraverso il sentiero 301 bis (indicazione su pietrone) che si distacca a dx.
Scendendo verso Malga Spora: i dirupi del Monte Fibbion
Raggiunto il limite della fascia boschiva, troviamo il bivio (indicazione su pietra, m 1978, ore 0.30 - 8.00) con il sentiero 301 bis proveniente da sx dal Passo della Gaiarda. Con un ripido tratto in discesa si accede alla conca pianeggiante che racchiude i pascoli di Malga Spora. Discesi nella radura troviamo il bivio (palina segnaletica) con il sentiero 344 che si dirama a dx in salita verso il Passo del Clamer. Si tiene la sx e si raggiunge in poche decine di metri Malga Spora m 1856 (palina segnaletica, ore 0.15 - 8.15).
Malga Spora sormontata dal Crozzon della Spora (m 2353). A sx il Monte Ridont (m 2456)
Si prosegue ora seguendo sempre l'itinerario 301 in direzione Malga Cavedago - Pegorar. Dalla malga si affronta su ampio sentiero una breve e ripida salita che permette di uscire dalla conca nella quale essa è adagiata.  Si prosegue lungo un breve tratto pianeggiante  raggiungendo il bivio (palina segnaletica, m 1864, ore 0.10 - 8.25). con il sentiero 353 che si dirige in salita a dx verso la Bocchetta del Piz Galin.
Procedendo da Malga Spora a Malga Cavedago: giochi di ombre e luci tardo pomeridiane
Procedendo da Malga Spora a Malga Cavedago: luci tardo pomeridiane  sul Monte Fibbion (m 2654)
Si continua a sx lungo il sentiero 301 che scende  nella vasta radura di Malga Cavedago. Dopo pochi minuti di cammino troviamo il bivio (palina segnaletica) con il breve percorso di raccordo al sentiero 338 che si distacca a sx verso Sella Montoz. Si continua a dx lungo l'itinerario 301 arrivando subito dopo al bivio di Malga Cavedago m 1848 (palina segnaletica, ore 0.05 - 8.30). Da qui si dirama a sx il sentiero 338 diretto alla Sella di Montoz, intrapreso nella fase di andata dell'escursione. Si imbocca ora il sentiero 301 in direzione Pegorar: da questo punto in poi si ripercorre a ritroso il medesimo tracciato compiuto nella fase di andata dell'escursione.
Procedendo da Malga Spora a Malga Cavedago: luci tardo pomeridiane  sul Monte Fibbion (m 2654)
Scendendo da Malga Cavedago verso Pegorar: veduta verso E. Luci tardo pomeridiane sui monti del Trentino
Si scende rapidamente nel bosco raggiungendo il bivio (palina segnaletica, m 1760, ore 0.10 - 8.40) con l'itinerario di raccordo al sentiero 353 che si distacca a dx in salita. Proseguendo la discesa, si tocca il successivo bivio (palina segnaletica, m 1690, ore 0.05 - 8.45) con il sentiero 302 che scende a sx verso Selva Piana e Spormaggiore. Si continua diritto in discesa lungo l'itinerario 301 che tocca la fontanella di Fontana Fredda e prosegue poi a mezza costa nel bosco con alcuni saliscendi tagliando le rupi verticali del Monte Dagnola. Si riprende quindi a perdere quota raggiungendo il bivio (palina segnaletica, m 1472, ore 0.40 - 9.25) in corrispondenza del tornante di una strada sterrata, con il sentiero 353 discendente da  dx. Si prosegue a sx in discesa lungo la strada sterrata (itinerario 301 per Pegorar) che effettua successivamente un tornante sinistrorso. Pochi metri dopo il tornante si devia a dx (palina segnaletica per Pegorar) lungo il largo ed a tratti sassoso sentiero che cala attraverso il bosco intersecando alcune strade forestali. Si raggiunge infine, all'uscita del bosco, il piccolo abitato di Pergorar m 1053 (palina segnaletica, ore 0.35 - 10.00) punto di inizio di questa lunga e appagante escursione.
Scendendo da Malga Cavedago verso Pegorar: veduta verso E. Luci tardo pomeridiane sui monti del Trentino

Scendendo da Malga Cavedago verso Pegorar: veduta verso E. Ultime luci sui monti del Trentino. Sullo sfondo a dx, la Marmolada (m 3342). Il punto luminoso che si nota sulla linea di cresta è la stazione di vetta della funivia a Punta Rocca (m 3259)

1 commento:

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