by zombie

"Camminare per me significa entrare nella natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura per me non è un campo da ginnastica. Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori. Le montagne sono per me un sentimento."
(Reinhold Messner)

martedì 10 luglio 2018

Pizzo del Diavolo di Tenda

La lunga ed articolata ascesa al "Cervino delle Orobie"

LUOGO DI PARTENZA E ARRIVO: Carona BG, Via Pagliari (km 110 da Brescia)
STAGIONE CONSIGLIATA: estate, inizio autunno
DISLIVELLO COMPLESSIVO IN SALITA: 2025 m
ACQUA SUL PERCORSO: si 
ESCURSIONE EFFETTUATA IL: 3 settembre 2013
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   NOTE
Lungo itinerario per escursionisti ben allenati e con un buon senso dell'orientamento caratterizzato da forti dislivelli e dall'attraversamento di luoghi selvaggi ed isolati. L'ascesa al Pizzo del Diavolo di Tenda dalla Bocchetta di Podavit richiede passo sicuro e assenza di vertigini. L'escursione deve essere effettuata con condizioni meteo ottimali.
Questa escursione, interamente in territorio bergamasco ha il suo inizio a Carona m 1115, minuscolo comune situato nell'alta Val Brembana.  Lo si raggiunge da Brescia percorrendo l'autostrada A4 fino a Bergamo. Si prosegue lungo la tangenziale del capoluogo orobico in direzione di Lecco, uscendo poi allo svincolo indicante la Val Brembana. Si percorre la ss 470 dir fino al Almè. Da qui si imbocca la strada statale n. 470 della Valle Brembana, superando San Pellegrino Terme e San Giovanni Bianco. Giunti a Piazza Brembana si segue la strada provinciale n. 2 fino a Branzi. Poco oltre il paese si imbocca a dx la strada provinciale n. 5 che  dopo 3 chilometri raggiunge Carona. Si attraversa tutto il nucleo storico da O verso E lungo la centrale Via A. Bianchi. Proseguendo  sempre diritto, la medesima strada divenie poi  Via Fangina e successivamente Via Pagliari. Usciti dalla parte antica dell'abitato, in prossimità di uno slargo, si omette la deviazione a dx che attraversa il Fiume Brembo per collegarsi alla vicina centrale Enel. Si prosegue invece diritto in salita lungo la stretta Via Pagliari che termina dopo un centinaio di metri con uno spiazzo dove è possibile parcheggiare l'automezzo. In fondo allo spiazzo troviamo una biforcazione: si tiene la sx e ci si incammina in salita una  stradina acciottolata (a dx c'è invece un viottolo che conduce al giardino botanico). La stradina dopo poche decine di metri compie un tornante sinistrorso e si innesta su un viottolo sterrato che si segue a dx in salita. Dopo pochi minuti di cammino il viottolo si inserisce sulla stretta strada asfaltata (a traffico limitato) che collega Carona alla località Pagliari.
Iniziando l'escursione: luce mattutina tra i boschi  sopra Carona

Il minuscolo borgo di Pagliari
La stretta strada asfaltatata sale con pendenza sostenuta attraverso il bosco con tracciato a mezza costa fino a raggiungere il rustico e pittoresco abitato di Pagliari m 1313 (ore 0.30). Poco prima si dirama a dx (cartello segnaletico "percorso estivo per Rifugio Calvi") il sentiero 247.


Pagliari alle nostre spalle
Dopo Pagliari la stradina diviene sterrata e prosegue la salita con pendenza sostenuta. Dopo avere attraversato una vasta radura entra ancora nel bosco superando la  Cascata della Sambuzza e toccando la località  Il Dosso m 1470 (ore 0.20 - 0.50) dove si dirama a sx (palina segnaletica) il sentiero 209 diretto al Bivacco Pedrinelli. La carrareccia prosegue ora con pendenza più dolce e qualche tratto pianeggiante mantenendosi sempre parallela al Fiume Brembo che scorre poco più in basso sulla dx.

I casolari presso la conca del Lago del Prato: sullo sfondo il Pizzo del Becco (m 2507)
Si raggiunge quindi un'altra vasta radura animata da diverse malghe. La carrareccia si biforca: a sx (palina segnaltica, m 1645, ore 0.40 - 1.30) si stacca il percorso diretto al Rifugio Longo ed al Passo di Venina (segnavia 224). Si prosegue diritto verso il Rifugio Calvi, La carareccia attraversa sopra un ponticello di pietra il Fiume Brembo, oltrepassa dei rustici casolari e piegando a dx, aggira il piccolo Lago del Prato. Il percorso riprende a salire inoltrandosi in una vallecola che si snoda quasi parallela al solco principale scavato dal Fiume Brembo. Lungo la stradina si innesta da dx (palina segnaletica, m 1815, ore 0.25 - 1.55) il sentiero 213-247 proveniente da Pagliari per altro percorso.  Si continua ancora lungo la carrareccia che si snoda ora in un rado bosco. Presso un gruppo di rustici casolari (Baite della Costa della Mersa) si dirama a sx (palina segnaletica, m 1910, ore 0.15 - 2.10) il sentiero 208-258 diretto al Rifugio Baita Armentarga. Ancora qualche minuto di cammino e con un ultima rampa si raggiungono le rive del  Lago di Fregabolgia m 1957 (ore 0.10 - 2-20). Presso la diga di sbarramento del bacino si dirama a dx il sentiero 210A diretto al Lago Cabianca ed al Laghetto dei Curiosi.

Si costeggia con percorso pianeggiante la riva sx del lago fino al suo termine.
La diga del Lago di Fregabolgia alle nostre spalle
Con una breve salita si raggiunge l' accogliente Rifugio Fratelli Calvi (m 2006, ore 0.30 - 2.50), punto di crocevia di una vasta rete di itinerari escursionistici.
Il Lago Rotondo (m 1972) nelle immediate vicinanze del Rifugio Calvi. Sullo sfondo, da sx a dx: il Monte Aga (m 2720), il Pizzo Rondenino (m 2747), la Bocchetta di Podavit (m 2624), il Pizzo Diavolo di Tenda (m 2914) ed il Diavolino (m 2810)
Dal Rifugio Calvi si imbocca (palina segnaletica) il sentiero 225 in direzione del Passo di Valsecca. Il tracciato perde leggermente quota costeggiando il lato occidentale del Lago Rotondo, riportandosi nel vallone principale solcato dal Fiume Brembo (alla nostra sx).

Con percorso pianeggiante o in leggera discesa  a mezza costa ci si abbassa fino a quota m 1940 circa. Si risale quindi toccando le Baite del Poris. Tra pietrosi pascoli si tocca poco dopo il bivio (palina segnaletica, m 1985, ore 0.25 - 3.15) con il sentiero 246 diretto a sx verso il Rifugio Longo. Si prosegue a dx in decisa salita lungo il sentiero 225, si attraversa il Fiume Brembo (un torrentello) e si risale il vallone fino a raggiungere un vasto e scenografico pianoro dominato dal Pizzo del Diavolo e dal Pizzo Poris.
Risalendo il Fiume Brembo
Panorama in direzione E dal pianoro: a sx la vetta del Diavolino (m 2810), al centro in fondo al vallone il Passo di Valsecca (m 2496), a dx il Pizzo Poris (m 2712)

All'inzio del pianoro si dirama a sx (segnavia su pietra) il sentiero 248 diretto al Passo Selletta, Lago del Diavolo, Rifugio Longo. Poche decine di metri oltre, troviamo il bivio (m 2315, ore 0.45 - 4.00) con il tracciato (ben segnato con segnavia bianco - rossi trangolari) che conduce alla Forcella Podsavit ed al Pizzo del Diavolo di Tenda.

Salendo alla Forcella Podavit: il Fiume Brembo con il Pizzo del Diavolo (m 2914) ed il Diavolino (m 2810)
Salendo alla Forcella Podavit: da sx a dx,  il Fiume Brembo con il Pizzo del Diavolo (m 2914) ed il Diavolino (m 2810), il Passo di Valsecca (m 2496), il Pizzo Poris /m 2712), il Monte Grabiasca (m 2704)
Si abbandona quindi il sentiero 225 che prosegue diritto verso il Passo di Valsecca e seguendo i segnavia traingolari che dirigono a sx, si risale  una debole traccia  che si snoda tra placche rocciose e scampoli di prato. A dx, a breve distanza, il Brembo discende con spumeggianti cascatelle.
Dalla Forcella Podavit: panorama sul vallone appena risalito. A sx il Pizzo Poris (m 2712) ed il Monte Grabiasca (m 2704). A dx il Pizzo Rondenino (m 2747). Sullo sfondo il monte Cabianca (m 2601) ed il Monte dei Frati (m 2502)
In un suggestivo paesaggio quasi lunare si raggiunge la Bocchetta di Podavit m 2624 (nessuna palina segnaletica, ore 0.50 - 4.50), valico di collegamento tra l'alta Val Brembana e la Val di Ambria, collaterale della Valtellina.

Salendo al Pizzo del Diavolo: la Forcella Podavit ed il Pizzo Rondenino alle nostre spalle
Seguendo con attenzione i segnavia triangolari, dalle vicinanze della forcella ci si sposta verso dx (direzione E) con percorso a mezza costa su facile pietraia, temedosi poco al di sotto dell'affilato crinale.
Salendo al Pizzo del Diavolo: veduta verso N con la punta dell'Omo (m 2771)
Inizia ora la parte più impegnativa dell'escursione: il tracciato si sporta sulla rocciosa, frastagliata, ripida ed in molti tratti esposta linea di cresta. Procedendo con attenzione e senza mai abbandonare nemmeno per qualche metro il percorso indicato dai segnavia triangolari (si rischierebbe di precipitare in qualche burrone!), si sale facendo ricorso ai numerosi appigli per piedi e mani offerti dalle solide rocce (consigliato l'uso di un paio di guanti leggeri).


In vista della vetta la pendenza e l'esposizione del tracciato si attennuano un poco. Tuttavia prima di raggiungere la sommità bisogna affrontare un ultimo tratto piuttosto esposto che si sviluppa sullo stretto e tortuoso crinale. Procedere con prudenza e passo moderato.
In prossimità della vetta del Pizzo del Diavolo: il crinale risalito alle nostre spalle. Sullo sfondo, da sx a dx il Monte Disgrazia (m 3678) ed il Bernina (m 4049)

Si raggiunge finalmente la vetta del Pizzo del Diavolo di Tenda m 2914 (ore 1.10 - 6.00). Panorama vastissimo a 360° che spazia dal Monte Rosa (m 4633), alle vette dell' Adula (CH), al Bernina, al gruppo dell'Adamello, le prealpi bergamasche e bresciane, fino al  Monte Baldo ed al Lago d'Iseo. Sull'apice si trova un tripode metallico con croce e bandierine tibetane, oltre a targhe commemorative a ricordo di coloro che hanno perso la vita scalando questa montagna.

Dalla vetta: panorama verso SO con la parte dell'alta Val Brembana risalita. Sullo sfondo, da sx a dx il Monte Cabianca (m 2601), il Monte dei Frati (m 2502), il Pizzo del Becco (m 2507)
Veduta verso SE con l'alta Val Seriana e gli impianti sciistici di Spiazzi di Gromo. Sullo sfondo, da sx a dx: il Monte Guglielmo (m 1948), la Punta Almana (m 1391), la Corna Trentapassi (m 1248), il Lago d' Iseo con Montisola
Il Lago d'Iseo con Montisola. Sullo sfondo, da sx a dx, il crinale Croce di Pezzolo (m 937) . Monte Eclinetto (m 1099) - Monte Rodondone (m 1143) - Santa Maria del Giogo (m 968)
Veduta verso NO: il Bernina (m 4049)
Veduta verso E: il solco dell'alta Val Seriana con l'abitato di Lizzola

Camoscio presso la Forcella Podavit
Dalla vetta del Pizzo del Diavolo si ripercorre in discesa con andatura moderata e molta cautela il ripido crinale fino alla bocchetta di Podavit m 2624 (ore 1.00 - 7.00). Da qui, sempre per medesimo tracciato seguito all'andata, si scende rapidamente al pianoro erboso punto di intersezione con il sentieri 225 e 248 (m 2315, ore 0.35 - 7.35).
Dal pianoro: veduta del Passo di Valsecca (m 2496) e della sua singolare conformazione geologica
Dal pianoro: luce pomeridiana sul Passo di Valsecca (m 2496) e sul Pizzo Poris (m 2712)
Al pianoro si segue verso dx per poche decine di metri il marcato sentiero 225 fino a raggiungere una biforcazione indicata da segnavia su roccia e ometti di pietra. Qui si abbandona il sentiero 225 che scende verso sx in direzione del Rifugio Calvi e si segue la traccia indicata da segnavia che dirige verso dx (sentiero 248). 
Saluti dall' Uomo Ombra
Dopo un breve tratto in leggera salita, il percorso, snodandosi a mezza costa in direzione E lungo il versante meridionale del Monte Aga, si abbassa di circa 70 metri di dislivello nella solitaria Val Camisana. Sempre con andatura a mezza costa, risale successivamente tra pascoli e vallette al Passo Selletta m 2372 (ore 0.35 - 8.10) che mette in comunicazione la Val Camisana con la conca del Lago del Diavolo. Poche decine di metri prima del valico si interseca proveniente da sx (palina segnaletica), il sentiero 246 risalente dal Rifugio Calvi.
Il Lago del Diavolo visto dal Passo Selletta. Sullo sfondo il Pizzo di Cigola (m 2632)
Dal Passo Selletta il tracciato perde rapidamente quota raggiungendo le sponde occidentali del Lago del Diavolo m 2125 (ore 0.25 - 8.35).

La Valle del Monte Sasso dalla diga del Lago del Diavolo
Si percorre la diga di sbarramento del bacino lungo la sommità e si imbocca poi una stradina sterrata che si dirige a sx in leggera salita con percorso a mezza costa. Poco dopo si perviene al bivio con il sentiero 253 che si dirama a dx in direzione del Passo di Cigola. Si prosegue a sx lungo la stradina sterrata (itinerario 224) che scende con qualche tornante nella Valle del Monte Sasso giungendo in breve al piccolo Rifugio Fratelli Longo m 2025 (ore 0.15 - 8.50). Presso il rifugio si dirama a sx il sentiero 258 che scende attraverso la Valle del Monte Sasso al Rifugio Baita Armentarga.
Scendendo verso Carona: il Rifugio Fratelli Longo alle nostre spalle
Dal rifugio si continua a scendere lungo la stradina sterrata (itinerario 224) che mantiene un percorso a mezza costa lungo le pendici meridionali della Cima di Venina (m 2621). Dopo pochi minuti di cammino dal rifugio si oltrepassa il bivio (palina segnaletica, m 1920, ore 0.10 - 9.00) con il sentiero 254 che si dirama a dx in salita in direzione del Passo di Venina. Si prosegue lungo la stradina sterrata in discesa con un lungo tratto a mezza costa con panoramica veduta (a sx) sulla sottostante valle solcata dal Fiume Brembo con il Lago del Prato ed il Lago della Cava. In prossimità di un tornante sinistrorso troviamo il bivio (palina segnaletica, m 1735, ore 0.20 - 9.20), con il sentiero 208 che si dirama a dx verso Foppolo e con il sentiero che conduce al vicino Rifugio Il Baitone. Girando a sx lungo il tornante, si prosegue ancora in discesa per la carrareccia che dopo un altro tratto a mezza costa compie altri due tornanti incrociando poi ad un terzo tornante destrorso una stradina sterrata (m 1670, ore 0.05 - 9.25) che si distacca verso sx (itinerario 208 diretto a Baite Le Croci - Lago della Cava - Rifugio Baita Armentarga). Si continua a dx lungo la sterrata in discesa raggiungendo infine l'incrocio (nelle vicinanze del Lago del Prato) con la carrareccia proveniente da Carona seguita nella fase iniziale dell'escursione (bivio itinerari 210 - 224, m 1645, ore 0.05 - 9.30). Si svolta a dx e si percorre la medesima stradina sterrata percorsa all'andata. Si supera la località Il Dosso (m 1470, ore 0.25 - 9.55, bivio sentiero 209), il rustico abitato di Pagliari (m 1313, ore 0.15 - 10.10, bivio sentiero 247) giungendo finalmente a Carona m 1115 (ore 0.20 - 10.30).





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