Lungo i crinali della Val Gandino
LUOGO DI PARTENZA E ARRIVO: Gandino - BG-, Via delle Rimembranze (km 71 da Brescia)
STAGIONE CONSIGLIATA: primavera, autunno
DISLIVELLO COMPLESSIVO IN SALITA: 1330 mACQUA SUL PERCORSO: no
ESCURSIONE EFFETTUATA IL: 20 novembre 2017
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NOTE
Itinerario per escursionisti allenati, con buon senso dell'orientamento. A causa delle quote relativamente basse, dei lunghi tratti esposti al sole e della scarsità di punti di approvvigionamento idrico, si sconsiglia la percorrenza nelle giornate più calde dei mesi estivi.
Questa escursione interamente in territorio bergamasco, parte da Gandino, grosso centro industriale che di fatto costituisce un tutt'uno urbanistico con i vicini comuni di Casnigo, Cazzano Sant'Andrea, Leffe, Peia. L'insieme di questo agglomerato di fabbriche, case e cemento può degnamente competere (non certo per bellezza) con il bresciano Lumezzane. Per raggiungere Gandino da Brescia, si percorre l'autostrada A4 uscendo a Seriate. Da qui si seguono le indicazioni per la Val Seriana. Si percorre un breve tratto della tangenziale sud del capoluogo orobico e successivamente la strada statale n. 671, un'arteria a scorrimento veloce che risale la bassa Val Seriana (un ininterrotto susseguirsi di case e capannoni industriali).
Si esce allo svincolo per Casnigo - Leffe - Gandino. Si percorre la strada provinciale n .42 risalendo l'antropizzata Val Gandino. All'ingresso di Gandino si abbandona la provinciale (che curva bruscamente a sx, indicazioni per Cirano, Barzizza) imboccando diritto Via San Giovanni (indicazioni per il centro). La strada procede in salita, supera un impianto semaforico per poi, (raggiunto il limite del centro storico), curvare a dx (Via C. Battisti). Si prosegue per circa 100 metri, svoltando quindi a dx ( in prossimità di un distributore di benzina) lungo Via Rimembranze, che procede diritto in moderata discesa attraverso una zona residenziale. Dopo circa 300 metri, si lascia l'automezzo in un parcheggio situato a sx.
Gandino: il Palazzo Giovanelli
Ci si incammina in moderata salita (direzione NE) lungo Via Rimembranze verso il centro storico. Dopo circa 300 metri, all'incrocio con Via C. Battisti (distributore di benzina alla nostra dx), si prosegue diritto entrando nel nucleo antico di Gandino (Via Giambattista Castello). Si svolta quindi a dx lungo Via Via Cazzaniga (indicazioni per San Mauro, Palazzo Giovanelli). All' intersezione con Via del Negro (da dx), si prosegue diritto lungo Via del Castello oltrepassando a sx il Palazzo Giovanelli, dopo il quale la via si restringe e inizia a scendere curvando a sx.
Antica santella all'intersezione tra Via del Castello, Via G. Carducci e Via Opifici
All'intersezione con Via Carducci (da dx) si prosegue ancora diritto in discesa (Via Opifici) inoltrandosi in una valletta sede di alcuni vecchi insediamenti industriali.
Si arriva quindi all'imbocco di un viottolo acciottolato (Via C. Menotti) che si distacca in discesa a dx da Via Opifici.Qui troviamo una palina segnaletica indicante l'inizio dell'itinerario CAI 547 (m 520, ore 0.10).
Si percorre in discesa il viottolo che compie un tornante sinistrorso e si innesta su una strada asfaltata (segnavia su palo). Si segue la strada in leggera discesa verso dx, giungendo dopo poche decine di metri ad attraversare un torrente e subito dopo all' incrocio con Via Fontanella. Attraversato l'incrocio, si imbocca (segnavia su muro di sostegno in cemento) una stradina asfaltata che piega a dx in salita tra piccole radure e casolari (indicazione "Strada Verde - La Pozza del Lino"). Dopo circa 200 metri si raggiunge un bivio dove si abbandona la strada asfaltata (targa stradale "Via S. Elisabetta"), deviando a sx (segnavia) lungo una stradina cementata in salita che si percorre per 5-6 metri girando poi verso dx (segnavia) lungo un sentiero in salita affiancato da muretti a secco.
Gandino alle nostre spalle. Sullo sfondo il Monte Farno (m 1235)
Uno scorcio della Val Gandino con Cazzano Sant'Andrea (in primo piano) e Casnigo. Sullo sfondo la Cima di Clavera (m 1320), dietro di essa il Monte Alben (m 2019)
Dopo pochi minuti di cammino il sentiero interseca, proveniente da dx, una strada asfaltata terminante con un piccolo parcheggio. Si prosegue diritto in salita lungo una strada sterrata che conduce in breve ad un incrocio di strade sterrate. A dx dell'incrocio (vedi foto) si trova un casolare. Affisso su un muretto in cemento vi è, in posizione poco evidente, una targa metallica segnaletica che indica la prosecuzione dell'itinerario 547 a sx (direzione Monticelli, Malga Longa).
Si imbocca quindi una stradina sterrata in salita, al cui inizio troneggia un perentorio "proprietà privata - divieto di passaggio eccetto i proprietari" (questo, nonostante si tratti del tracciato del sentiero 547). La carrareccia sale con percorso a mezza costa e pendenza moderata attraverso il bosco, superando una serie di rustici casolari. Successivamente diviene un largo sentiero che sale a tratti ripido attraverso il bosco fattosi più fitto, mantenendo il tracciato a mezza costa.
Salendo a Monticelli: veduta d'insieme della Val Gandino, in direzione O. Sullo sfondo, da sx a dx, il Monte Poieto (m 1360), il Monte Suchello (m 1541), la Cima di Clavera (m 1320), dietro la quale corre la dorsale rocciosa del Monte Alben (m 2019)
Dopo una lunga ed un poco monotona salita, il sentiero, superati i 1000 metri di quota, si innesta su una carrareccia che si segue in salita. Il percorso esce dal bosco e attraverso una vasta radura, raggiunge l'arrotondata linea spartiacque tra la Val Gandino e la Val Cavallina in località Monticelli (palina segnaletica, m 1116, ore 1.40 - 1.50). Qui troviamo l'intersezione con l'itinerario 513 che si distacca a dx in direzione Tribulina della Forcella - Gavarno.
In località Monticelli
All'intersezione si svolta a sx seguendo le indicazioni dell'itinerario 547 in direzione Monte Sparavera - Malga Longa. Si segue una strada sterrata che tenendosi sul versante della Val Cavallina, si snoda in moderata salita con percorso a mezza costa. Dove la vegetazione lo consente, si aprono occasionali scorci sulla sottostante Lago di Endine. Si perviene quindi ad un bivio (palina segnaletica, m 1215, ore 0.40 - 2.30). Trascurando la carrareccia che prosegue diritto (itienerario 618 per Botta Bassa - Monte Grione), si segue la stradina sterrata che procede a sx in salita (itinerario 547, direzione Malga Longa).
La Cascina Comunaglia. A sx il Monte Barzena (m 1380)
La stradina taglia una vastissima radura giungendo alla Cascina Comunaglia m 1275 (ore 0.10 - 2.40).
In corrispondenza della cascina Comunaglia la carrareccia compie un tornante sinistrorso seguito dopo pochi metri da uno destrorso. Presso quest'ultimo tornante si abbandona la carrareccia e si prosegue diritto in salita a mezza costa su facile pascolo senza tracce in direzione dell'evidente ed arrotondata vetta del Monte Sparavera.
Salendo al Monte Sparavera: la Cascina Comunaglia alle nostre spalle. Sullo sfondo il Monte Guglielmo (m 1948) e la Corna Trentapassi (m 1248). Al di sotto, tra la foschia, uno scorcio del Lago d'Iseo
Dopo pochi minuti di cammino si perviene ad un' insellatura dove si trova la Pozza Sette Termini (m 1305, ore 0.10 - 2.50).
Si prosegue ora lungo il morbido crinale (direzione O) lungo una debole traccia inerbita che in pochi minuti di salita conduce alla sommità del Monte Sparavera (m 1369, ore 0.10 - 3.00).
Dal Monte Sparavera: veduta verso S con il Lago di Endine e la Val Cavallina. Sullo sfondo, da sx a dx, il Corno Vadul (m 1122), il Monte Torrezzo (m 1378), il Monte Gremalto (m 1323), il Monte Ballerino (m 1247)
Dal Monte Sparavera: veduta verso S con il Lago di Endine e la Val Cavallina.
Dal Monte Sparavera (immagine dell'ottobre 2016): veduta verso S con il Lago di Endine e la Val Cavallina. A sx uno scorcio del Lago d'Iseo e la Sella di Piangaiano
Dal Monte Sparavera: veduta verso SO con la Cascina dell'Ora. Sullo sfondo il solco della bassa Val Seriana
Dal Monte Sparavera: veduta verso NO. Sullo sfondo a dx, il Pizzo Arera (m 2512)
Dal Monte Sparavera: veduta verso E. Sullo sfondo, da sx a dx, il Monte Guglielmo (m 1948) e la sottostante Corna Trentapassi (m 1248), la Punta Tisdel (m 1334), la Punta Almana (m 1391). Al centro uno scorcio del Lago d'Iseo
Dal Monte Sparavera: veduta verso NO, il Monte Alben (m 2019)
Scendendo dal Monte Sparavera: veduta in direzione E. Da sx a dx, la Pozza dei Sette Termini, la Cascina Comunaglia. uno scorcio del Lago d'Iseo e della Sella di Piangaiano
Dalla sommità del Monte Sparavera si ripercorre a ritroso in discesa in direzione E la debole traccia che tenendosi in prossimità del morbido crinale, raggiunge la Pozza dei Sette Termini (m 1305, ore 0.05 - 3.05). In prossimità della pozza si interseca una stradina sterrata che costituisce il percorso dell' itinerario 544 (nessuna segnaletica). Si percorre la stradina che si snoda pianeggiante in direzione E lungo il crinale, giungendo in breve al bivio (palina segnaletica, m 1303, ore 0.10 - 3.15) con la strada sterrata (itinerario 547) risalente da dx dalla vicina Cascina Comunaglia. Seguendo le indicazioni dell'itinerario 547 per Malga Longa, si procede lungo la strada sterrata in moderata salita attraverso una vasta radura in vicinanza al crinale . Superata una selletta erbosa, si perviene al bivio (palina segnaletica, m 1340, ore 0.05 - 3.20) con il sentiero 628 (carrareccia) che si stacca a dx in direzione del vicino Monte Grione e Piangaiano. Si tiene la sx e si prosegue lungo la stradina sterrata che procede sinuosa in moderata discesa (itinerario 547, direzione Malga Longa) entrando nel bosco. Oltrepassato un casolare con postazione di caccia (in alto, alla nostra sx), si giunge in poche decine di metri ad una biforcazione dove si trascura il marcato sentiero che si distacca in discesa a dx (itinerario 618A ma nessuna segnaletica, m 1310, ore 0.05 - 3.25); si prosegue quindi lungo la carrareccia che piega a sx. La stradina, con percorso a mezza costa attraverso il bosco in moderata discesa, raggiunge il Rifugio Malga Longa (m 1235, ore 0.15 - 3.40), sede di un piccolo museo sulla Guerra Partigiana, dal quale si può osservare uno scorcio dell'alto Lago d'Iseo e sull'inizio della Valle Camonica.
Il Rifugio Malga Longa
Dal rifugio Malga Longa si prosegue lungo la carrareccia pianeggiante in vicinanza del crinale che in pochi minuti di cammino raggiunge la località Monte di Sovere (palina segnaletica, m 1237, ore 0.05 - 3.45). Seguendo le indicazioni per Campo d'Avena e Tribulina dei Morti, si prosegue lungo la stradina sterrata in piano (itinerario 545), giungendo ad una biforcazione. Trascurando la carrareccia che devia a dx (indicazioni per Corna Lunga - Baita Monte Alto), si prosegue lungo la strada cementata che scende a sx. La si percorre per pochi metri per poi deviare a dx, in corrispondenza di una nuova biforcazione (palina segnaletica, itinerario 545 per Campo d'Avena e Tribulina dei Morti), lungo una carrareccia cementata in salita. La stradina diviene ben presto sterrata snodandosi con percorso pianeggiante a mezza costa lungo le pendici occidentali del Monte Alto (m 1380), con qualche scorcio panoramico (a sx) sulla Val Piana (confluente in Val Gandino). Con alcuni lievi saliscendi attraverso un fitto bosco si perviene al bivio (palina segnaletica, m 1255, ore 0.10 - 3.55) con il sentiero 545A che sale ripido a dx in direzione della Baita Monte Alto. Si prosegue diritto con alcuni saliscendi lungo la strada sterrata. Si trascura una carrareccia chiusa da una barra metallica che si dirama a dx in salita (palina segnaletica con indicazione "Baita Monte Alto") e si prosegue sempre diritto lungo la strada quasi pianeggiante attraverso il bosco. Si raggiunge quindi un altro bivio (palina segnaletica, m 1264, ore 0.15 - 4.10), dal quale si distacca a dx una traccia erbosa (itinerario 545A per Baita Monte Alto). Si continua diritto lungo la stradina (itinerario 545) che entra in una radura, affianca (alla nostra dx) una pozza di abbeveraggio e curva verso sx in leggera salita.
Il Campo d' Avena con l'omonima malga. Sullo sfondo, da sx a dx, il morbido rilievo della Guazza Alta (m 1540), la sella della Tribulina dei Morti (m 1475), il Monte Fogarolo (m 1526)
La carrareccia raggiunge il vasto pianoro erboso denominato Campo d'Avena, punto di incrocio di diversi sentieri, al cui centro si trova una grossa malga. Poco prima di giungere alla malga si perviene ad un bivio (palina segnaletica, m 1249, ore 0.10 - 4.20). Seguendo le indicazioni del sentiero 545 per la Tribulina dei Morti, si abbandona la strada sterrata deviando a dx lungo una marcata traccia erbosa che attraversa la vasta radura. La traccia interseca una carrareccia inerbita, e prosegue diritto nella radura in direzione N, verso un segnale circolare collocato all'inizio del bosco. Oltrepassato il segnale, la traccia diviene un marcato sentiero che inizia a salire con tracciato a mezza costa nel rado bosco. Il sentiero (segnavia) con percorso sinuoso taglia lo scosceso versante occidentale del Monte Fogarolo (m 1526), consentendo alcune vedute sulla testata della Val d'Agro (discendente in Val Gandino), interessata da evidenti fenomeni erosivi.
Salendo alla Tribulina dei Morti: il Campo d'Avena alle nostre spalle. Sullo sfondo, da sx a dx, il Monte Palandone (m 1363), Il Monte Grione (m 1381), il Monte Sparavera (m 1369), il Monte Pizzetto (m 1208)
Si giunge quindi alla Tribulina dei Morti m 1475 (palina segnaletica, ore 0.40 - 5.00), un' insellatura che permette l'accesso al vasto altipiano erboso che digrada dalle pendici sud - orientali del Pizzo Formico (m 1637) e dalla Montagnina (m 1598). Una sobria santella conserva il ricordo di decine di persone defunte.
Pozza di abbeveraggio alla Tribulina dei Morti
Dalla Tribulina dei Morti si segue ora una carrareccia inerbita (itinerario 508) che si dirige in moderata discesa in direzione O attraverso il vasto e aperto pianoro alla base della Montagnina e del Pizzo Formico (situati a dx).
L'Alpe Montagnina
In breve si giunge all' Alpe Montagnina m 1428 (ore 0.10 - 5.10), sovrastata (da sx a dx) dal Pizzo Formico (m 1637) e dalla Forcella Larga (m 1470).
Un' altro scorcio dell' Alpe Montagnina
Superato di pochi metri il gruppo di malghe dell'Alpe Montagnina, si abbandona la carrareccia che prosegue diritto attraverso il vasto pianoro (itinerario 545) deviando a dx lungo il sentiero 508 (freccia segnaletica indicante la direzione dx e segnavia "508" dipinti sul muro perimetrale di una delle malghe). Il sentiero si innalza dolcemente con percorso a mezza costa verso l'evidente sella (Forcella Larga) situata tra il Pizzo Formico (a sx) e la Montagnina (a dx).
Salendo alla Forcella Larga: veduta verso O sul vasto pianoro dominato dal Pizzo Formico
Il medesimo punto imbiancato da una precoce nevicata, nell'ottobre 2016
Salendo al Pizzo Formico: la Forcella Larga alle nostre spalle. Sulla sx si apre un vasto panorama sulla conca di Clusone e l'alta Val Seriana
Si giunge quindi alla Forcella Larga (palina segnaletica, m 1470, ore 0.10 - 5.20), crocevia di diversi sentieri risalenti dalla Val Seriana e dalla Val Gandino. Vi si trova un monumento agli Alpini dallo stile alquanto bizzarro ed i ruderi (pochi metri oltre il monumento, sul versante settentrionale verso la Val Seriana) di un casolare (Capanna Ilaria). Seguendo le indicazioni del sentiero 542 in direzione del Pizzo Formico, si imbocca una traccia ben marcata (segnavia) che sale a mezza costa lungo il prativo pendio, offrendo una vasta visuale sul vasto pianoro e sui morbidi profili dei rilievi circostanti (sotto certi aspetti, il paesaggio ricorda le selvagge steppe della Mongolia).
Salendo al Pizzo Formico: veduta verso SE: da sx a dx, la Montagnina (m 1598), la sella della Tribulina dei Morti (m 1475), il dosso erboso su cui si distingue il Rifugio Parafulmine (m 1536)
La stessa veduta ripresa dopo la precoce nevicata dell'ottobre 2016
Animali al pascolo nel vasto pianoro sottostante il Pizzo Formico - ottobre 2016
Animali al pascolo nel vasto pianoro sottostante il Pizzo Formico - ottobre 2016
Animali al pascolo nel vasto pianoro sottostante il Pizzo Formico - ottobre 2016
Animali al pascolo nel vasto pianoro sottostante il Pizzo Formico - ottobre 2016
Salendo al Pizzo Formico: veduta verso SE, da sx a dx, la Montagnina (m 1598), la sella della Tribulina dei Morti (m 1475), il dosso erboso del Rifugio Parafulmine (m 1536) e delle Baite della Guazza
Salendo al Pizzo Formico: veduta verso SE: L'Alpe Montagnina e la sella della Tribulina dei Morti. Sullo sfondo il Monte Guglielmo (m 1948)
Il marcato sentiero, con un'ultimo ripido tratto di salita raggiunge il Pizzo Formico m 1637 (ore 0.25 - 5.45). Vastissimo panorama a 360° che abbraccia quasi tutta la Val Seriana, le Alpi e Prealpi Orobie, le vette camune e del Lago d'Iseo, l'alta pianura bergamasca. La cima è dominata da una grande
croce di ferro eretta nel 1933.
A pochi metri dalla croce vi è una rosa dei venti.
Veduta verso N. Il fondovalle della Val Seriana: da sx a dx gli abitati di Villa d' Ogna, Clusone, Rovetta, Fino del Monte. Sullo sfondo, da sx a dx, il Monte Pradella (m 2626), il Monte Cabianca (m ), il Pizzo del Diavolo di Tenda (m 2914), il Pizzo Redorta (m 3037), il Pizzo di Coca (m 3050)
Veduta verso N. Il fondovalle della Val Seriana: da sx a dx gli abitati di Premolo, Parre, Villa d' Ogna, Clusone, Rovetta, Fino del Monte, Castione della Presolana, Passo della Presolana. Sullo sfondo, da sx a dx, il Pizzo Arera (m 2512), il Monte Pradella (m 2626), il Monte Cabianca (m ), il Pizzo del Diavolo di Tenda (m 2914), il Pizzo Redorta (m 3037), il Pizzo di Coca (m 3050), Pizzo della Presolana (m 2521).
Veduta verso N. Da sx a dx, gli abitati di Fiorine, Clusone, Rovetta, Fino del Monte
Veduta verso N. Il fondovalle della Val Seriana: da sx a dx gli abitati di Premolo, Parre, Villa d' Ogna, Clusone, Rovetta, Fino del Monte, Castione della Presolana, Passo della Presolana. Sullo sfondo, da sx a dx, il Pizzo Arera (m 2512), il Monte Pradella (m 2626), il Monte Cabianca (m ), il Pizzo del Diavolo di Tenda (m 2914), il Pizzo Redorta (m 3037), il Pizzo di Coca (m 3050), Pizzo della Presolana (m 2521), il gruppo dell'Adamello, il Monte Guglielmo (m 1948). A dx in primo piano, la Montagnina (m 1598) e la sella della Tribulina dei Morti
Veduta verso NO
Veduta verso N: l' inconfondibile piramide del Pizzo del Diavolo di Tenda (m 2914)
Veduta verso NE: il Carè Alto (m 3463)
Veduta verso NE: il Rifugio Parafulmine (m 1536)
Sperone roccioso sottostante la vetta del Pizzo Formico
Dalla vetta del Pizzo Formico si segue il marcato sentiero che scende in direzione SO con tracciato a mezza costa tra vaste distese prative (segnavia 542). Dopo avere toccato una piccola pozza di abbeveraggio, il percorso prosegue la discesa fino ad innestarsi (m 1382, ore 0.30 - 6.15) su una carrareccia (si tratta dell'itinerario 545 proveniente da sx dall' Alpe Montagnina e diretto a dx al Monte Farno). A questo incrocio (privo di qualsiasi segnalazione), si imbocca la carrareccia verso dx in direzione del Monte Farno.
Scendendo dal Pizzo Formico: veduta verso S
Scendendo dal Pizzo Formico: l' incrocio tra il sentiero discendente dalla cima (al centro) e la carrareccia proveniente dall'Alpe Montagnina e diretta al Monte Farno
Scendendo verso il Monte Farno: super roccolo
I prati in prossimità della località Monte Farno
La carrareccia (segnavia 542 - 545), divenuta a fondo cementato inizia a scendere ripida in direzione della località Monte Farno. Passando tra vasti prati disseminati di roccoli, cascine e casolari. la stradina raggiunge la località Monte Farno. Oltrepassato un bar - trattoria la stradina diviene asfaltata; si raggiunge un bivio (palina segnaletica, m 1245, ore 0.20 - 6.35) dal quale si distacca a sx (stradina cementata) l'itinerario 549A per Tribulina Guazza - Bivacco Baroncelli. Si prosegue diritto in discesa raggiungendo dopo pochi metri un ampio parcheggio al termine del quale si distacca a dx (palina segnaletica e segnavia su palo di legno) una stradina asfaltata (itinerario 542 che scende a Casnigo). La nostra escursione prosegue lungo l'ampia strada asfaltata (itinerario 545) che prosegue diritto quasi pianeggiante. Superata una chiesetta sulla dx, la strada inizia a scendere con forte pendenza. Oltrepassata una serie di parcheggi in terra battuta sulla dx, la strada compie un'ampia curva a sx. Qui troviamo il bivio (m 1195, ore 0.10 - 6.45), con il sentiero 543 che si dirama a dx lungo una traccia inerbita in salita (segnavia su una staccionata di legno). Si prosegue sempre in discesa lungo la strada asfaltata che si sviluppa per un buon tratto lungo un largo crinale erboso per poi perdere rapidamente quota con una serie di ripidi tornanti.
Dopo 5 tornanti si perviene a questo bivio (m 1030), dove l'itinerario 545 per Barzizza - Gandino (segnato) piega bruscamente a dx (segnavia su guard rail a dx) lungo una stradina asfaltata in discesa. Oltrepassato un impianto ripetitore sulla sx, la stradina, scende ripida con fondo cementato. In prossimità di un casolare (alla nostra sx), compie un largo tornante sinistrorso. A dx si presenta un ampio panorama sulle sottostanti Val Gandino e bassa Val Seriana. Dopo aver attraversato una vasta area prativa, la stradina compie un tornante a dx; dopo un lungo traversone, in prossimità di un gruppo di casolari (alla nostra sx), effettua uno stretto tornante sinistrorso, entra nel bosco e si restringe con un fondo cementato piuttosto deteriorato che poi diviene sterrato.
Tramonto scendendo a Barzizza
Scendendo a Barzizza: tramonto sulla Val Gandino e la bassa Val Seriana
Si oltrepassa sulla sx un altarino con Madonnina ricavato nella parete rocciosa. Dopo qualche tornante, la stradina, ora di nuovo cementata, raggiunge la Chiesa di San Lorenzo, situata al limite superiore di Barzizza. Si segue ora in discesa una sinuosa strada asfaltata (Via San Lorenzo) che entrando tra le antiche case di Barzizza diviene uno stretto vicolo (Via Albarotti). Si giunge quindi al bivio con Via Monte Grappa (fontana, palina segnaletica di inizio degli itinerari 545 - 549, m 610, ore 1.00 - 7.45). Si svolta a dx in discesa lungo Via Monte Grappa, superando (alla nostra dx) la Chiesa di San Nicola e Lorenzo e raggiungendo dopo poche decine di metri la pittoresca Piazza Duca d'Aosta. Si prosegue in discesa a sx della piazza lungo Via Gasparino da Barzizza, uscendo dalla parte antica dell'abitato. La strada, compiuta una stretta curva a dx, continua a scendere (Via Milano) attraverso una zona residenziale, puntando diritto verso Gandino. Giunti ad una piccola rotatoria, si prosegue diritto in discesa (Via Milano) giungendo quindi ad un' altra rotatoria più ampia: qui si devia a dx raggiungendo dopo qualche metro un passaggio pedonale. Si attraversa la strada (Via Cà dell'Agro), e si entra nel centro storico di Gandino (m 553, ore 0.15 - 8.00) lungo una via acciottolata (Via Forzenigo). Si giunge ad uno stretto quadrivio dove si svolta a dx lungo Via Papa Giovanni XXIII (fondo lastricato). Dopo un centinaio di metri, in prossimità di una minuscola piazza, si piega a sx lungo Via Giambattista Castello che si segue giungendo in breve all'incrocio con Via Cazzaniga (che si dirama a sx). Si prosegue ancora diritto lungo Via Giambattista Castello e, usciti dal centro storico, in prossimità del distributore di carburante sulla sx, si imbocca diritto Via Rimembranze che sviluppandosi in leggera discesa, ci riconduce in circa 300 metri al punto di inizio di questa lunga e varia escursione (m 530, ore 0.10 - 8.10).
Questa escursione interamente in territorio bergamasco, parte da Gandino, grosso centro industriale che di fatto costituisce un tutt'uno urbanistico con i vicini comuni di Casnigo, Cazzano Sant'Andrea, Leffe, Peia. L'insieme di questo agglomerato di fabbriche, case e cemento può degnamente competere (non certo per bellezza) con il bresciano Lumezzane. Per raggiungere Gandino da Brescia, si percorre l'autostrada A4 uscendo a Seriate. Da qui si seguono le indicazioni per la Val Seriana. Si percorre un breve tratto della tangenziale sud del capoluogo orobico e successivamente la strada statale n. 671, un'arteria a scorrimento veloce che risale la bassa Val Seriana (un ininterrotto susseguirsi di case e capannoni industriali).
Si esce allo svincolo per Casnigo - Leffe - Gandino. Si percorre la strada provinciale n .42 risalendo l'antropizzata Val Gandino. All'ingresso di Gandino si abbandona la provinciale (che curva bruscamente a sx, indicazioni per Cirano, Barzizza) imboccando diritto Via San Giovanni (indicazioni per il centro). La strada procede in salita, supera un impianto semaforico per poi, (raggiunto il limite del centro storico), curvare a dx (Via C. Battisti). Si prosegue per circa 100 metri, svoltando quindi a dx ( in prossimità di un distributore di benzina) lungo Via Rimembranze, che procede diritto in moderata discesa attraverso una zona residenziale. Dopo circa 300 metri, si lascia l'automezzo in un parcheggio situato a sx.
Gandino: il Palazzo Giovanelli
Ci si incammina in moderata salita (direzione NE) lungo Via Rimembranze verso il centro storico. Dopo circa 300 metri, all'incrocio con Via C. Battisti (distributore di benzina alla nostra dx), si prosegue diritto entrando nel nucleo antico di Gandino (Via Giambattista Castello). Si svolta quindi a dx lungo Via Via Cazzaniga (indicazioni per San Mauro, Palazzo Giovanelli). All' intersezione con Via del Negro (da dx), si prosegue diritto lungo Via del Castello oltrepassando a sx il Palazzo Giovanelli, dopo il quale la via si restringe e inizia a scendere curvando a sx.
Antica santella all'intersezione tra Via del Castello, Via G. Carducci e Via Opifici
All'intersezione con Via Carducci (da dx) si prosegue ancora diritto in discesa (Via Opifici) inoltrandosi in una valletta sede di alcuni vecchi insediamenti industriali.
Si arriva quindi all'imbocco di un viottolo acciottolato (Via C. Menotti) che si distacca in discesa a dx da Via Opifici.Qui troviamo una palina segnaletica indicante l'inizio dell'itinerario CAI 547 (m 520, ore 0.10).
Si percorre in discesa il viottolo che compie un tornante sinistrorso e si innesta su una strada asfaltata (segnavia su palo). Si segue la strada in leggera discesa verso dx, giungendo dopo poche decine di metri ad attraversare un torrente e subito dopo all' incrocio con Via Fontanella. Attraversato l'incrocio, si imbocca (segnavia su muro di sostegno in cemento) una stradina asfaltata che piega a dx in salita tra piccole radure e casolari (indicazione "Strada Verde - La Pozza del Lino"). Dopo circa 200 metri si raggiunge un bivio dove si abbandona la strada asfaltata (targa stradale "Via S. Elisabetta"), deviando a sx (segnavia) lungo una stradina cementata in salita che si percorre per 5-6 metri girando poi verso dx (segnavia) lungo un sentiero in salita affiancato da muretti a secco.
Gandino alle nostre spalle. Sullo sfondo il Monte Farno (m 1235)
Uno scorcio della Val Gandino con Cazzano Sant'Andrea (in primo piano) e Casnigo. Sullo sfondo la Cima di Clavera (m 1320), dietro di essa il Monte Alben (m 2019)
Dopo pochi minuti di cammino il sentiero interseca, proveniente da dx, una strada asfaltata terminante con un piccolo parcheggio. Si prosegue diritto in salita lungo una strada sterrata che conduce in breve ad un incrocio di strade sterrate. A dx dell'incrocio (vedi foto) si trova un casolare. Affisso su un muretto in cemento vi è, in posizione poco evidente, una targa metallica segnaletica che indica la prosecuzione dell'itinerario 547 a sx (direzione Monticelli, Malga Longa).
Si imbocca quindi una stradina sterrata in salita, al cui inizio troneggia un perentorio "proprietà privata - divieto di passaggio eccetto i proprietari" (questo, nonostante si tratti del tracciato del sentiero 547). La carrareccia sale con percorso a mezza costa e pendenza moderata attraverso il bosco, superando una serie di rustici casolari. Successivamente diviene un largo sentiero che sale a tratti ripido attraverso il bosco fattosi più fitto, mantenendo il tracciato a mezza costa.
Salendo a Monticelli: veduta d'insieme della Val Gandino, in direzione O. Sullo sfondo, da sx a dx, il Monte Poieto (m 1360), il Monte Suchello (m 1541), la Cima di Clavera (m 1320), dietro la quale corre la dorsale rocciosa del Monte Alben (m 2019)
Dopo una lunga ed un poco monotona salita, il sentiero, superati i 1000 metri di quota, si innesta su una carrareccia che si segue in salita. Il percorso esce dal bosco e attraverso una vasta radura, raggiunge l'arrotondata linea spartiacque tra la Val Gandino e la Val Cavallina in località Monticelli (palina segnaletica, m 1116, ore 1.40 - 1.50). Qui troviamo l'intersezione con l'itinerario 513 che si distacca a dx in direzione Tribulina della Forcella - Gavarno.
In località Monticelli
La Cascina Comunaglia. A sx il Monte Barzena (m 1380)
La stradina taglia una vastissima radura giungendo alla Cascina Comunaglia m 1275 (ore 0.10 - 2.40).
In corrispondenza della cascina Comunaglia la carrareccia compie un tornante sinistrorso seguito dopo pochi metri da uno destrorso. Presso quest'ultimo tornante si abbandona la carrareccia e si prosegue diritto in salita a mezza costa su facile pascolo senza tracce in direzione dell'evidente ed arrotondata vetta del Monte Sparavera.
Salendo al Monte Sparavera: la Cascina Comunaglia alle nostre spalle. Sullo sfondo il Monte Guglielmo (m 1948) e la Corna Trentapassi (m 1248). Al di sotto, tra la foschia, uno scorcio del Lago d'Iseo
Dopo pochi minuti di cammino si perviene ad un' insellatura dove si trova la Pozza Sette Termini (m 1305, ore 0.10 - 2.50).
Si prosegue ora lungo il morbido crinale (direzione O) lungo una debole traccia inerbita che in pochi minuti di salita conduce alla sommità del Monte Sparavera (m 1369, ore 0.10 - 3.00).
Dal Monte Sparavera: veduta verso S con il Lago di Endine e la Val Cavallina. Sullo sfondo, da sx a dx, il Corno Vadul (m 1122), il Monte Torrezzo (m 1378), il Monte Gremalto (m 1323), il Monte Ballerino (m 1247)
Dal Monte Sparavera: veduta verso S con il Lago di Endine e la Val Cavallina.
Dal Monte Sparavera (immagine dell'ottobre 2016): veduta verso S con il Lago di Endine e la Val Cavallina. A sx uno scorcio del Lago d'Iseo e la Sella di Piangaiano
Dal Monte Sparavera: veduta verso SO con la Cascina dell'Ora. Sullo sfondo il solco della bassa Val Seriana
Dal Monte Sparavera: veduta verso NO. Sullo sfondo a dx, il Pizzo Arera (m 2512)
Dal Monte Sparavera: veduta verso E. Sullo sfondo, da sx a dx, il Monte Guglielmo (m 1948) e la sottostante Corna Trentapassi (m 1248), la Punta Tisdel (m 1334), la Punta Almana (m 1391). Al centro uno scorcio del Lago d'Iseo
Dal Monte Sparavera: veduta verso NO, il Monte Alben (m 2019)
Scendendo dal Monte Sparavera: veduta in direzione E. Da sx a dx, la Pozza dei Sette Termini, la Cascina Comunaglia. uno scorcio del Lago d'Iseo e della Sella di Piangaiano
Il Rifugio Malga Longa
Dal rifugio Malga Longa si prosegue lungo la carrareccia pianeggiante in vicinanza del crinale che in pochi minuti di cammino raggiunge la località Monte di Sovere (palina segnaletica, m 1237, ore 0.05 - 3.45). Seguendo le indicazioni per Campo d'Avena e Tribulina dei Morti, si prosegue lungo la stradina sterrata in piano (itinerario 545), giungendo ad una biforcazione. Trascurando la carrareccia che devia a dx (indicazioni per Corna Lunga - Baita Monte Alto), si prosegue lungo la strada cementata che scende a sx. La si percorre per pochi metri per poi deviare a dx, in corrispondenza di una nuova biforcazione (palina segnaletica, itinerario 545 per Campo d'Avena e Tribulina dei Morti), lungo una carrareccia cementata in salita. La stradina diviene ben presto sterrata snodandosi con percorso pianeggiante a mezza costa lungo le pendici occidentali del Monte Alto (m 1380), con qualche scorcio panoramico (a sx) sulla Val Piana (confluente in Val Gandino). Con alcuni lievi saliscendi attraverso un fitto bosco si perviene al bivio (palina segnaletica, m 1255, ore 0.10 - 3.55) con il sentiero 545A che sale ripido a dx in direzione della Baita Monte Alto. Si prosegue diritto con alcuni saliscendi lungo la strada sterrata. Si trascura una carrareccia chiusa da una barra metallica che si dirama a dx in salita (palina segnaletica con indicazione "Baita Monte Alto") e si prosegue sempre diritto lungo la strada quasi pianeggiante attraverso il bosco. Si raggiunge quindi un altro bivio (palina segnaletica, m 1264, ore 0.15 - 4.10), dal quale si distacca a dx una traccia erbosa (itinerario 545A per Baita Monte Alto). Si continua diritto lungo la stradina (itinerario 545) che entra in una radura, affianca (alla nostra dx) una pozza di abbeveraggio e curva verso sx in leggera salita.
Il Campo d' Avena con l'omonima malga. Sullo sfondo, da sx a dx, il morbido rilievo della Guazza Alta (m 1540), la sella della Tribulina dei Morti (m 1475), il Monte Fogarolo (m 1526)
La carrareccia raggiunge il vasto pianoro erboso denominato Campo d'Avena, punto di incrocio di diversi sentieri, al cui centro si trova una grossa malga. Poco prima di giungere alla malga si perviene ad un bivio (palina segnaletica, m 1249, ore 0.10 - 4.20). Seguendo le indicazioni del sentiero 545 per la Tribulina dei Morti, si abbandona la strada sterrata deviando a dx lungo una marcata traccia erbosa che attraversa la vasta radura. La traccia interseca una carrareccia inerbita, e prosegue diritto nella radura in direzione N, verso un segnale circolare collocato all'inizio del bosco. Oltrepassato il segnale, la traccia diviene un marcato sentiero che inizia a salire con tracciato a mezza costa nel rado bosco. Il sentiero (segnavia) con percorso sinuoso taglia lo scosceso versante occidentale del Monte Fogarolo (m 1526), consentendo alcune vedute sulla testata della Val d'Agro (discendente in Val Gandino), interessata da evidenti fenomeni erosivi.
Salendo alla Tribulina dei Morti: il Campo d'Avena alle nostre spalle. Sullo sfondo, da sx a dx, il Monte Palandone (m 1363), Il Monte Grione (m 1381), il Monte Sparavera (m 1369), il Monte Pizzetto (m 1208)
Si giunge quindi alla Tribulina dei Morti m 1475 (palina segnaletica, ore 0.40 - 5.00), un' insellatura che permette l'accesso al vasto altipiano erboso che digrada dalle pendici sud - orientali del Pizzo Formico (m 1637) e dalla Montagnina (m 1598). Una sobria santella conserva il ricordo di decine di persone defunte.
Pozza di abbeveraggio alla Tribulina dei Morti
Dalla Tribulina dei Morti si segue ora una carrareccia inerbita (itinerario 508) che si dirige in moderata discesa in direzione O attraverso il vasto e aperto pianoro alla base della Montagnina e del Pizzo Formico (situati a dx).
L'Alpe Montagnina
In breve si giunge all' Alpe Montagnina m 1428 (ore 0.10 - 5.10), sovrastata (da sx a dx) dal Pizzo Formico (m 1637) e dalla Forcella Larga (m 1470).
Un' altro scorcio dell' Alpe Montagnina
Superato di pochi metri il gruppo di malghe dell'Alpe Montagnina, si abbandona la carrareccia che prosegue diritto attraverso il vasto pianoro (itinerario 545) deviando a dx lungo il sentiero 508 (freccia segnaletica indicante la direzione dx e segnavia "508" dipinti sul muro perimetrale di una delle malghe). Il sentiero si innalza dolcemente con percorso a mezza costa verso l'evidente sella (Forcella Larga) situata tra il Pizzo Formico (a sx) e la Montagnina (a dx).
Salendo alla Forcella Larga: veduta verso O sul vasto pianoro dominato dal Pizzo Formico
Il medesimo punto imbiancato da una precoce nevicata, nell'ottobre 2016
Salendo al Pizzo Formico: la Forcella Larga alle nostre spalle. Sulla sx si apre un vasto panorama sulla conca di Clusone e l'alta Val Seriana
Si giunge quindi alla Forcella Larga (palina segnaletica, m 1470, ore 0.10 - 5.20), crocevia di diversi sentieri risalenti dalla Val Seriana e dalla Val Gandino. Vi si trova un monumento agli Alpini dallo stile alquanto bizzarro ed i ruderi (pochi metri oltre il monumento, sul versante settentrionale verso la Val Seriana) di un casolare (Capanna Ilaria). Seguendo le indicazioni del sentiero 542 in direzione del Pizzo Formico, si imbocca una traccia ben marcata (segnavia) che sale a mezza costa lungo il prativo pendio, offrendo una vasta visuale sul vasto pianoro e sui morbidi profili dei rilievi circostanti (sotto certi aspetti, il paesaggio ricorda le selvagge steppe della Mongolia).
Salendo al Pizzo Formico: veduta verso SE: da sx a dx, la Montagnina (m 1598), la sella della Tribulina dei Morti (m 1475), il dosso erboso su cui si distingue il Rifugio Parafulmine (m 1536)
La stessa veduta ripresa dopo la precoce nevicata dell'ottobre 2016
Animali al pascolo nel vasto pianoro sottostante il Pizzo Formico - ottobre 2016
Animali al pascolo nel vasto pianoro sottostante il Pizzo Formico - ottobre 2016
Animali al pascolo nel vasto pianoro sottostante il Pizzo Formico - ottobre 2016
Animali al pascolo nel vasto pianoro sottostante il Pizzo Formico - ottobre 2016
Salendo al Pizzo Formico: veduta verso SE, da sx a dx, la Montagnina (m 1598), la sella della Tribulina dei Morti (m 1475), il dosso erboso del Rifugio Parafulmine (m 1536) e delle Baite della Guazza
Salendo al Pizzo Formico: veduta verso SE: L'Alpe Montagnina e la sella della Tribulina dei Morti. Sullo sfondo il Monte Guglielmo (m 1948)
Il marcato sentiero, con un'ultimo ripido tratto di salita raggiunge il Pizzo Formico m 1637 (ore 0.25 - 5.45). Vastissimo panorama a 360° che abbraccia quasi tutta la Val Seriana, le Alpi e Prealpi Orobie, le vette camune e del Lago d'Iseo, l'alta pianura bergamasca. La cima è dominata da una grande
croce di ferro eretta nel 1933.
A pochi metri dalla croce vi è una rosa dei venti.
Veduta verso N. Il fondovalle della Val Seriana: da sx a dx gli abitati di Villa d' Ogna, Clusone, Rovetta, Fino del Monte. Sullo sfondo, da sx a dx, il Monte Pradella (m 2626), il Monte Cabianca (m ), il Pizzo del Diavolo di Tenda (m 2914), il Pizzo Redorta (m 3037), il Pizzo di Coca (m 3050)
Veduta verso N. Il fondovalle della Val Seriana: da sx a dx gli abitati di Premolo, Parre, Villa d' Ogna, Clusone, Rovetta, Fino del Monte, Castione della Presolana, Passo della Presolana. Sullo sfondo, da sx a dx, il Pizzo Arera (m 2512), il Monte Pradella (m 2626), il Monte Cabianca (m ), il Pizzo del Diavolo di Tenda (m 2914), il Pizzo Redorta (m 3037), il Pizzo di Coca (m 3050), Pizzo della Presolana (m 2521).
Veduta verso N. Da sx a dx, gli abitati di Fiorine, Clusone, Rovetta, Fino del Monte
Veduta verso N. Il fondovalle della Val Seriana: da sx a dx gli abitati di Premolo, Parre, Villa d' Ogna, Clusone, Rovetta, Fino del Monte, Castione della Presolana, Passo della Presolana. Sullo sfondo, da sx a dx, il Pizzo Arera (m 2512), il Monte Pradella (m 2626), il Monte Cabianca (m ), il Pizzo del Diavolo di Tenda (m 2914), il Pizzo Redorta (m 3037), il Pizzo di Coca (m 3050), Pizzo della Presolana (m 2521), il gruppo dell'Adamello, il Monte Guglielmo (m 1948). A dx in primo piano, la Montagnina (m 1598) e la sella della Tribulina dei Morti
Veduta verso NO
Veduta verso N: l' inconfondibile piramide del Pizzo del Diavolo di Tenda (m 2914)
Veduta verso NE: il Carè Alto (m 3463)
Veduta verso NE: il Rifugio Parafulmine (m 1536)
Sperone roccioso sottostante la vetta del Pizzo Formico
Dalla vetta del Pizzo Formico si segue il marcato sentiero che scende in direzione SO con tracciato a mezza costa tra vaste distese prative (segnavia 542). Dopo avere toccato una piccola pozza di abbeveraggio, il percorso prosegue la discesa fino ad innestarsi (m 1382, ore 0.30 - 6.15) su una carrareccia (si tratta dell'itinerario 545 proveniente da sx dall' Alpe Montagnina e diretto a dx al Monte Farno). A questo incrocio (privo di qualsiasi segnalazione), si imbocca la carrareccia verso dx in direzione del Monte Farno.
Scendendo dal Pizzo Formico: veduta verso S
Scendendo dal Pizzo Formico: l' incrocio tra il sentiero discendente dalla cima (al centro) e la carrareccia proveniente dall'Alpe Montagnina e diretta al Monte Farno
Scendendo verso il Monte Farno: super roccolo
I prati in prossimità della località Monte Farno
La carrareccia (segnavia 542 - 545), divenuta a fondo cementato inizia a scendere ripida in direzione della località Monte Farno. Passando tra vasti prati disseminati di roccoli, cascine e casolari. la stradina raggiunge la località Monte Farno. Oltrepassato un bar - trattoria la stradina diviene asfaltata; si raggiunge un bivio (palina segnaletica, m 1245, ore 0.20 - 6.35) dal quale si distacca a sx (stradina cementata) l'itinerario 549A per Tribulina Guazza - Bivacco Baroncelli. Si prosegue diritto in discesa raggiungendo dopo pochi metri un ampio parcheggio al termine del quale si distacca a dx (palina segnaletica e segnavia su palo di legno) una stradina asfaltata (itinerario 542 che scende a Casnigo). La nostra escursione prosegue lungo l'ampia strada asfaltata (itinerario 545) che prosegue diritto quasi pianeggiante. Superata una chiesetta sulla dx, la strada inizia a scendere con forte pendenza. Oltrepassata una serie di parcheggi in terra battuta sulla dx, la strada compie un'ampia curva a sx. Qui troviamo il bivio (m 1195, ore 0.10 - 6.45), con il sentiero 543 che si dirama a dx lungo una traccia inerbita in salita (segnavia su una staccionata di legno). Si prosegue sempre in discesa lungo la strada asfaltata che si sviluppa per un buon tratto lungo un largo crinale erboso per poi perdere rapidamente quota con una serie di ripidi tornanti.
Tramonto scendendo a Barzizza
Scendendo a Barzizza: tramonto sulla Val Gandino e la bassa Val Seriana
Si oltrepassa sulla sx un altarino con Madonnina ricavato nella parete rocciosa. Dopo qualche tornante, la stradina, ora di nuovo cementata, raggiunge la Chiesa di San Lorenzo, situata al limite superiore di Barzizza. Si segue ora in discesa una sinuosa strada asfaltata (Via San Lorenzo) che entrando tra le antiche case di Barzizza diviene uno stretto vicolo (Via Albarotti). Si giunge quindi al bivio con Via Monte Grappa (fontana, palina segnaletica di inizio degli itinerari 545 - 549, m 610, ore 1.00 - 7.45). Si svolta a dx in discesa lungo Via Monte Grappa, superando (alla nostra dx) la Chiesa di San Nicola e Lorenzo e raggiungendo dopo poche decine di metri la pittoresca Piazza Duca d'Aosta. Si prosegue in discesa a sx della piazza lungo Via Gasparino da Barzizza, uscendo dalla parte antica dell'abitato. La strada, compiuta una stretta curva a dx, continua a scendere (Via Milano) attraverso una zona residenziale, puntando diritto verso Gandino. Giunti ad una piccola rotatoria, si prosegue diritto in discesa (Via Milano) giungendo quindi ad un' altra rotatoria più ampia: qui si devia a dx raggiungendo dopo qualche metro un passaggio pedonale. Si attraversa la strada (Via Cà dell'Agro), e si entra nel centro storico di Gandino (m 553, ore 0.15 - 8.00) lungo una via acciottolata (Via Forzenigo). Si giunge ad uno stretto quadrivio dove si svolta a dx lungo Via Papa Giovanni XXIII (fondo lastricato). Dopo un centinaio di metri, in prossimità di una minuscola piazza, si piega a sx lungo Via Giambattista Castello che si segue giungendo in breve all'incrocio con Via Cazzaniga (che si dirama a sx). Si prosegue ancora diritto lungo Via Giambattista Castello e, usciti dal centro storico, in prossimità del distributore di carburante sulla sx, si imbocca diritto Via Rimembranze che sviluppandosi in leggera discesa, ci riconduce in circa 300 metri al punto di inizio di questa lunga e varia escursione (m 530, ore 0.10 - 8.10).
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